Non è semplice scrivere la recensione di Before Your Eyes: non lo è perché, come tutte le avventure narrative, è un'esperienza che scava in profondità nel singolo giocatore, traendone una sensibilità e delle emozioni che non saranno mai uguali alle altre. Soprattutto, però, non lo è perché ci coinvolge in prima persona molto più di quanto abbiano fatto altri titoli dello stesso genere: gli sviluppatori di GoodbyeWorld Games hanno infatti deciso di basare l'intera avventura sul battere le palpebre. Avete capito bene, salvo l'ausilio del mouse per spostare la visuale, interagire con la storia e proseguire dipende da un gesto tanto naturale quanto, proprio per questo, incontrollabile.
Ovviamente è possibile giocare anche disattivando la funzione ma andrebbe a perdersi tutta l'anima di Before Your Eyes e poiché basta avere una webcam, fosse anche quella integrata nel PC, non ci sono scuse per trascurare il nucleo fondante di un'esperienza così viscerale.
La vita in un battito di ciglia
Before Your Eyes non è un gioco che colpisce per l'estetica, né per la scrittura che è sì piacevole ma avrebbe potuto puntare più in alto, nemmeno per la durata complessiva attestata attorno alle tre ore. Non si fa pioniere di nulla e la meccanica del battere le palpebre non è mai sfruttata fino in fondo. Ciononostante, nel deluderci in alcuni aspetti, ha anche colpito là dove non ce l'aspettavamo: se le singole parti narrative risultano fin troppo semplici e a tratti insipide, è unendosi che permettono di creare un'esperienza interattiva capace di pizzicare le giuste corde - che, come detto, potrebbero non essere le stesse per tutti. Per evitare spoiler non vi diremo nulla, al di fuori del fatto che ci troviamo assieme a un bizzarro traghettatore che sta conducendo la nostra anima verso il giudizio finale: se ritenuti degni, avremo accesso a una città da sogno. In caso contrario... sta a voi scoprirlo. Per far sì che ciò avvenga, nel bene come nel male, dovremo ripercorrere tutta la nostra vita fin dalle origini, aprendo il nostro cuore alla guardiana e mostrandoci completamente onesti nell'analisi di ciò che siamo stati.
Proprio qui risiede uno dei punti cardine di Before Your Eyes, quello che sfonda la quarta parete e parla direttamente a noi: l'autocritica. Nel chiederci di ripercorrere la vita del protagonista Benjamin, il traghettatore insinua comunque in noi il dubbio, ovvero se trovandoci al suo posto saremmo davvero in grado di non mentire, di riconoscere i nostri errori prima ancora di quelli altrui; se, insomma, saremmo capaci di liberarci da quella gabbia che ci siamo costruiti attorno e riconoscere che sì, spesso siamo i primi carnefici di noi stessi. Per non sanguinare, mistifichiamo la realtà come avremmo voluto fosse al punto da convincerci sia andata davvero così, mondarci da ogni colpa per creare un'immagine ideale nella quale riconoscerci meglio. Del resto, se ci venisse concesso di rivivere la nostra vita fotogramma per fotogramma, tenderemmo a eliminare i ricordi più dolorosi o futili in un sottile lavoro di taglia e cuci che servirebbe a illudere noi in primis.
Dall'altro lato ci viene mostrato quanto sia effimero il tempo e come ogni momento possa scivolarci via dalle dita, appunto, in un battito di ciglia. Una metafora della caducità della vita? Forse, fatto sta che proprio a questa meccanica gli sviluppatori hanno legato uno scorrere del tempo incontrollabile che potrebbe balzare in avanti di pochi minuti così come di giorni, mesi, anni. È del tutto fuori dal nostro controllo e appena il metronomo inizierà a ticchettare sullo schermo sapremo di dover cedere, arrenderci all'evidenza di star rivivendo un passato che non c'è più e battere le palpebre, passando al ricordo successivo e cercare di ricostruirlo al meglio. Non a caso, spostando la visuale, non vedremo mai nitido tutto attorno e ci saranno delle zone nere per testimoniare comunque l'impossibilità di ricordare con precisione ogni singolo dettaglio, dando spazio all'oggetto delle nostre memorie. In alcuni casi potremo sbloccare parti dello scenario, o scegliere di non farlo, mentre ricostruiamo gli eventi reagendo in base agli stessi: ci saranno infatti occasioni dove saremo spinti a decidere, prendere una strada anziché un'altra, plasmare la nostra vita per come ricordiamo, crediamo di ricordarla oppure vogliamo ricordarla.
Nel ripercorrere la vita di un'altra persona, Before Your Eyes ci porta inevitabilmente a riflettere su noi stessi e ci riesce pur non brillando sotto alcuni aspetti. Ci presenta la vita per quella che è, con le sue gioie e i suoi dolori, cruda e autentica, capace di trasformare un racconto molto cliché in qualcosa di molto più sentito e profondo.
L'estetica semplice, impreziosita da una palette cromatica piuttosto evocativa, riesce a evocare quel senso di meraviglia infantile trasmesso da ogni ricordo, a patto di non guardare le espressioni dei personaggi che risultano estremamente basilari; ad accompagnare questo tuffo nel passato c'è una colonna sonora perfetta nel suo alternare speranza e malinconia. Sebbene la meccanica del battere le palpebre, sostituzione del classico punta e clicca, sia di per sé una scelta adatta a una narrazione più intima e personale, il momento in cui brilla di più è proprio quando ci viene chiesto - ironia della sorte - di non sfruttarla. A volte dovremo mantenere lo sguardo fisso per prolungare determinati ricordi, altre per ragioni più significative che non andremo a rivelarvi; altre ancora dovremo proprio chiudere gli occhi per concentrarci e ascoltare le discussioni fra i vari personaggi.
Nonostante le interessanti implementazioni, abbiamo comunque avuto la sensazione che la meccanica del battere le palpebre avrebbe potuto offrire ancora di più: permettendo al gioco di tracciare il movimento degli occhi e non solo il suddetto battito, l'immersione sarebbe stata ancora più profonda e convincente, seppur limitata nella sua applicazione - si tratta comunque di scegliere se e quando compiere una determinata azione, raramente ha applicazioni diverse. La narrazione e la costruzione della storia non sono di rilievo, tuttavia sono abbastanza per spingere il giocatore a quella riflessione che probabilmente è l'obiettivo principale del gioco. Inoltre, pur nei suoi alti e bassi, è sempre sorretta da un ottimo doppiaggio in grado di valorizzare le diverse scene - a margine, manca la localizzazione italiana nei sottotitoli. Nella sua imperfezione, Before Your Eyes resta un'esperienza consigliata anche solo per la sua meccanica principale.
Conclusioni
Come anticipato in apertura della recensione, Before Your Eyes non è un gioco semplice da recensire perché, al di là delle sue evidenti imperfezioni, si appoggia quasi del tutto su un tipo di esperienza che per la sua intimità cambia da giocatore a giocatore. La meccanica del battere le palpebre è molto interessante, pur non mostrandosi all'altezza del suo vero potenziale, e sì la narrazione soffre di alti e bassi, ma nel complesso gli sviluppatori hanno dato vita a un'esperienza che scava nel profondo, spingendo il giocatore verso un'autocritica di cui forse non si è mai davvero capaci.
PRO
- Storia toccante
- Ottimo doppiaggio
- Ritmo sempre sostenuto
- Meccanica del battere le palpebre molto peculiare...
CONTRO
- ... ma non sfrutta del tutto il suo potenziale
- La narrazione è un'alternanza di alti e bassi
- Il gameplay avrebbe potuto essere più coinvolgente