Polpette di riso a pranzo
Più che gli effetti e la musica del gioco, ci sarebbe voluta la musica dei film di Bud Spencer e Terence Hill, condita di schiaffoni sonori per descrivere quello che vi aspetta: una rissa globale! Mobili spaccati, samurai di qua e di là, scheletrini che volano in giro… e voi che non ci capirete una benemerita fava.
Per di più il primo impatto è quantomai scoraggiante, dato che i vostri uomini cominceranno a vagare in giro in preda ad un’AI piuttosto sotto i fumi dell’alcool, iniziando a morire come le mosche, mentre voi vi affannerete nella bagarre a chiamare rinforzi e a resuscitare i morti sul campo, per poi sperare di farla franca. Calma. Torniamo al piano di sopra e cerchiamo di capirci qualcosa.
Parliamo di interfaccia, quindi, dato che sarà necessario accedere al pannello delle formazioni e dei comportamenti per salvare la pellaccia. Prima di tutto occorre assegnare a ciascun samurai un atteggiamento passivo aggressivo o neutrale, un attacco dalla distanza o in mischia e anche le armi da utilizzare in sequenza. Se mettiamo una spada al primo posto, un arco al secondo e una magia al terzo, significa che quando la spada si romperà, il tipo comincerà a tirar frecce e che quando si esauriscono, parte con le palle di fuoco a destra e a sinistra. Questo sempre che abbiate anche attivato la formazione da tenere in gioco. La tigre, la tartaruga, il drago, sono solo tre delle varie formazioni/disposizioni dei vostri uomini. Una critica va mossa a questa procedura. Perché per far assumere un comportamento ad un personaggio devo per forza attivare una formazione? Senza contare che essa stessa si annulla ogni volta che faccio entrare un nuovo samurai, e se non me ne accorgo in tempo, l’AI dei personaggi ritorna azzerata e riparte il massacro. Inoltre dato che i samurai utilizzabili attivamente sono al massimo quattro, ciò comporta che un nuovo arrivato vada a occupare uno “slot comportamentale virtuale” occupato dal precedente che abbiamo escluso, quindi *ogni* volta bisogna re-impostare la storia del mischia/distanza, passivo/aggressivo e via dicendo. Capite tutti come questo non giovi molto sull’ immediatezza tanto vantata anzi, complica le cose per un bel pezzo, prima che si riesca a sveltire i tempi con la pratica. Prepararsi quindi a una buona dose di salva, imposta, scendi picchia, manda su i feriti, fai venire i sani, re-imposta, continua.
Il gioco fa venire il nervoso, almeno finchè non trovate il fabbro… fuggito dalla sua fucina in preda al panico.
Katane affetta-salame
Qui arrivano le cose carine. A differenza di Diablo, per usufruire dei servigi del fabbro esso va prima trovato, e per di più va rifornito! Nel senso che il tipo non comincerà a sfornare armature, spade, archi e lance come se piovesse, ma dovete portare voi la materia prima. Quindi, tirate su ogni oggetto che cade dagli avversari, poi lo date a lui (non serve tornare fisicamente da lui, basta uno shortcut) andando ad aumentare la scorta di materiale, e vedrete che ora potrà fabbricare, vendere, riparare svariati oggetti. Più ovviamente il costo in denaro. Non è quindi semplice imparare a gestire le quantità di materia prima e di denaro a disposizione, perché se chiedete uno spadino non consumerete molte risorse, ma se chiedete una full plate sberluccicante, vedrete che il tizio esaurirà le scorte per fabbricarla. Idea da un lato originale e realistica, dall’altro scomoda. Egli potrà inoltre "sockettare" negli oggetti svariati ingredienti e/o gemme alterando le proprietà degli stessi a piacimento, un po’ come in, indovinate, Diablo.
C’è poi da trovare il sacerdote, che farà da vendi-pozioni, identifica oggetti, cura maledizioni. Più una simpatica funzione che permette di donare oggetti o denaro sull’altare delle 4 divinità facenti capo agli elementi fuoco, terra, acqua e aria, in cambio di punti da assegnare alle skill. Simpatico no? Ottenere il favore degli dei era molto importante a quell’epoca, intere guerre si sono combattute su queste idee…
Esco dal Dojo e sono Mojo
E via. Si esce da palazzo e inizia il vero pericolo della campagna e dei dungeon, delle foreste e delle montagne. Le faccende “interfacciose-riparo/curo-settaggistiche” si completano qui. Mentre ora si dà libero sfogo all’esplorazione e alla risoluzione delle quest, per lo più picchia-picchia il cattivo e riprendi l’oggetto, ma in fondo ricordiamo sempre che di action-rpg si parla. Sparsi in giro per il reame ci sono gli immancabili portali. Pensate che sono persino ovali e di colore blu, e avete persino lo schema nella metà sinistra del monitor come quello del gioco Blizzard.
A questo punto sorge una domanda: siamo ancora di fronte a doverose e riverenti citazioni alla grande “D” o siamo di fronte a una copia spudorata? Continuiamo…
Sushi a cena
Tecnicamente parlando, e a differenza dei nostri samurai, non siamo di fronte ad un mostro. Spero che la strada sia ancora lunga per i Click Ent. In modo da fare esperienza, dato che per l’ennesima volta D2 dà ancora la biada. Il gioco scatta vistosamente in 800x600 se teniamo in gioco più di due samurai contemporaneamente, e quando partono le magie, che non offrono nemmeno effetti di luce strabilianti come quelli di D2, il gioco va in effetto diapositive delle vacanze al mare.
I modelli dei samurai e dei nemici di contro offrono buone animazioni, anche se la bagarre che verrà spesso a crearsi non darà molto luogo a momenti per l'ammirazione delle stesse. Quel che ci vuole è un buon processore dai 500 MHZ almeno in su, tanta RAM e un HD veloce. Parole consuete ormai, ma comprenderete che per un 2D isometrico mi pare un tantino esagerato. Nulla da dire per il concept degli oggetti e degli scenari, nonché il look dei nemici e dell’ambientazione di insieme, decisamente azzeccati.
Spuntino a mezzanotte... e poi nanna sul Futon
Senza infamia e senza lode questo Throne of Darkness, che non mi sento di promuovere appieno per i motivi sopra elencati e per le palesi (fin troppo) copiature di Diablo. D’altronde mi sento di consigliarlo proprio a chi del titolo Blizzard adora la formula, le impostazioni dei menu, l’hack n’ slash, e che vuole svagarsi un po’ con un’ambientazione decisamente atipica rispetto al solito. Magari unendo un pizzico di “party-gaming” avendo a disposizione l’utilizzo di più di un personaggio contemporaneamente.
Ho provato un po’ anche il multiplayer on line e, server permettendo (viste le frequenti cadute, e qui mi rivolgo a chi continua a criticare Battle.net senza darsi occhiate in giro per vedere che situazione c’è…) sono riuscito a capire, assieme a qualche avventore americano, che è in sostanza una sfida tra i clan presenti a farsi la pelle.
Non una stella quindi, ma un gioco che esce alla distanza, anche perché è lunghetto e dotato di random- dungeon. Da affrontare con passione e dedizione… giapponese!
Il filmato introduttivo
Non potevo fare a meno di proporvi immagini tratte dal filmato introduttivo, veramente spassoso e cartoon oriented!
Saké a colazione
Arigatò. Vi dovrete rivolgere al pc con questa formula, meglio se accompagnata da inchino, prima di mettervi a sedere pronti per una sessione a Throne of Darkness. Eh sì, perché qui si viaggia verso est in estremo oriente, ma non solo… si fa pure un balzo nel tempo fino al medioevo giapponese, quando i clan comandavano le terre nipponiche. L’ambientazione di questo Action/RPG è infatti piuttosto originale, se consideriamo che il medioevo fantasy al quale siamo abituati è costellato di riferimenti tipicamente “occidentali”, mentre qui le katane, i dojo e gli oni sono all’ordine del giorno, e la mitologia si fonde con la cultura del Sol Levante.
ToD è un gioco che pesca a piene mani dal gameplay di Diablo, essendo stato creato da una “costola” dello staff Blizzard, rinata sotto il nome di Click Entertainment. L’azione non manca quindi, e nemmeno la tanto cara visuale isometrica in 2D. Siamo di fronte ad uno spudorato clone? Aspettiamo a giudicare, dato che alcuni sforzi sono stati profusi per dare quella marcia in più ad una ricetta già di successo.
Prima di tutto voi non controllate un solo personaggio scelto tra una serie di classi differenti, ma le controllerete tutte! Mi spiego: voi appartenete ad un clan, e potete disporre di 7 dei migliori combattenti del vostro popolo, che potrete controllare contemporaneamente fino a quattro per volta, switchando a piacimento nel vostro “roster” di personaggi. C’è il “muratore” come lo chiamo affettuosamente io che è enorme e spacca in due le montagne, c’è il ninja silenzioso e letale con i suoi shuriken, c’è il maestro di spade, il leader carismatico, l’arciere, il berserk e naturalmente il mago. Come vedete le classi ci sono e vengono sfruttate appieno, ma sarete voi che sceglierete come più vi aggrada le combinazioni, dato che è sempre possibile “teletrasportare” un personaggio da e per la stanza iniziale di gioco. Ognuno di essi parte con caratteristiche primarie differenti, che po potranno essere modificate a piacimento all’aumento di livello. Lo stesso vale per le magie o skills (e qui la struttura tipica ad albero di Diablo è spiccicata). Il gioco inizia con l’assedio del vostro palazzo da parte delle armate del signore dei demoni, e il vostro signore senza mezzi termini vi intima di scendere di sotto a sistemare le cose, in altre parole non basta tirare una secchiata d’acqua dal balcone per fare smettere il chiasso... ma ci vuole tutta la forza e la dedizione che avrete in corpo. E qui inizia il difficile.