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Unplugged: la recensione del rhythm game per realtà virtuale: Guitar Hero ha un nuovo erede!

La recensione di Unplugged, un'interessante evoluzione/variazione di Guitar Hero: riuscirà un gioco per Oculus Quest 2 farci rockeggiare come ai bei vecchi tempi?

RECENSIONE di Giordana Moroni   —   22/10/2021

Guitar Hero è stato senza ombra di dubbio uno dei prodotti più affascinanti, intelligenti e divertenti tra quelli approdati nelle case dei videogiocatori. Quella semplice chitarra di plastica con cinque bottoni colorati ci ha regalato molteplici ore di gioioso rock che, un triste giorno, sono terminate. Nonostante la buona accoglienza, sapevamo tutti che Guitar Hero Live, uscito nel 2015, sarebbe stato il canto del cigno di una serie ormai avviata verso il viale del tramonto. I grandi fasti di Legends of Rock e World Tour erano già lontani nel tempo e l'idea che Activision continuasse con il franchise era un sogno impossibile.

La speranza però si riaccende per gli appassionati di Guitar Hero grazie a Unplugged, una versione per realtà virtuale molto simile al prodotto che tutti conosciamo, sviluppata da Anotherway e pubblicata da Vertigo Games.

Un esperimento affascinante e nostalgico, che vi raccontiamo nella recensione di Unplugged per Oculus Quest 2.

Niente controller, solo mani!

Per iniziare ad Unplugged fate prima un accurato check di visore e tracking mani
Per iniziare ad Unplugged fate prima un accurato check di visore e tracking mani

Unplugged prende le solide basi costruite con Guitar Hero e le trasla nel mondo dell'air guitar, ovvero il gesto di suonare una chitarra immaginaria. Questo si ottiene grazie alla lettura, da parte del visore Oculus, delle mani del giocatore: il software del visore di Facebook, infatti, è capace di riconoscere le mani dell'utente e i loro movimenti. Una caratteristica di Oculus partita come strumento di accessibilità per le persone che necessitano del linguaggio dei segni per comunicare e che si è tradotta in un elemento ludico molto in fretta. Prima di avviare il gioco è quindi necessario andare nel menù impostazioni di Oculus e attivare il riconoscimento delle mani (qui la guida ufficiale).

Il gioco si apre con un esaustivo tutorial, illustrato da un maestro d'eccezione: a seguirci durante la nostra avventura è Satchel, chitarrista degli Steel Panther, che ci parlerà da un poster nel corso della nostra avventura. Per giocare a Unplugged è necessario, per prima cosa, trovarsi in una stanza ben illuminata, assicurarsi che le telecamere esterne di Oculus siano perfettamente pulite (per agevolare la lettura delle nostre mani) e che le maniche siano ben rimboccate, in modo da non ostacolare il visore. Aggiungiamo che è importantissimo trovare una posizione sicura e comoda, ma che sia assolutamente in piedi, per motivi che vi spiegheremo tra poco.

Come si gioca

Le combo tasti in Unplugged sono posizionate su più punti del manico della chitarra
Le combo tasti in Unplugged sono posizionate su più punti del manico della chitarra

Dopo aver spuntato tutti gli elementi di questa lista, un po' come se avessimo fatto il sound check prima di un concerto, possiamo impugnare la nostra air guitar, posizionarla in modo comodo nel nostro campo visivo e iniziare a suonare. Quando una traccia parte le nostre mani saranno, chiaramente, impegnate in due azioni distinte: una nell'impugnare il plettro e l'altra il manico della chitarra. A differenza di Guitar Hero, che prevedeva solo l'uso di cinque tasti con diverse combinazioni, in Unplugged ci viene richiesto non solo di soddisfare una specifica combinazione di tasti virtuali (rosso, azzurro, verde e giallo) ma di farlo in una specifica posizione del manico: per finalizzare la nota questa va ovviamente plettrata.

La griglia che ci troveremo davanti quindi ha quattro diversi binari, sui quali vedremo apparire le diverse combinazioni delle note; per capire invece se una nota viene plettrata o meno, vedremo un'animazione in prossimità delle corde.

Alle meccaniche di base si aggiunge qualche interessante come la presenza di combo speciali e power up. Le combo speciali sono rappresentate dalle note che non necessitano di essere plettrate e quelle vibrate: per le prima la mancanza del colpo di plettro è compensato da sequenze molto serrate di combo su tutta la lunghezza del manico mentre le seconde sono prolungate e vanno a sostituire l'effetto di distorsione che in Guitar Hero veniva applicata dalla leva posizionata sotto il tasto del plettro.

I power up invece fluttueranno in cima al manico della chitarra e per attivarli dovremmo colpirli proprio con la chitarra. A tutto questo poi si aggiungono alcuni minigiochi molto carini dove ci verrà chiesto di accordare la chitarra.

La tracklist di Unplugged è composta da 23 canzoni
La tracklist di Unplugged è composta da 23 canzoni

Pur non essendoci una chitarra vera, con bottoni di plastica e levette che fanno resistenza sotto le nostre dita, il feedback dei comandi in partita è sorprendentemente piacevole, merito anche di un sound design parecchio curato.

La track list è varia e molto valida, composta da 23 tracce che spaziando dai grandi classici a canzoni più contemporanee: da Should I Stay Or Should I Go dei The Clash a Left Hand Free di Alt-J passando per Roadie dei Tenacious D... e senza dimenticare, ovviamente Eye Of The Panther degli Steel Panther. Il potenziale per espandere la tracklist è chiaramente infinito, un po' come le tracce di Beat Saber, e siamo curiosi di vedere come l'esperimento di Anotherway continuerà nel corso dei mesi.

Ergonomia e resa finale

Piccola chicca di Unplugged: sulle vostre nocche ci sono i due tatuaggi ROCK HARD!
Piccola chicca di Unplugged: sulle vostre nocche ci sono i due tatuaggi ROCK HARD!

Il gioco si configura davvero come un'esperienza molto divertente e se avete amato negli anni Guitar Hero, Unplugged è la droga che fa per voi. Prima di arrivare alla parte in cui ci si diverte però abbiamo dovuto lottare con alcuni problemi ergonomici un po' fastidiosi. Iniziamo dalla posizione: abbiamo provato a giocare sia seduti che in piedi, ma il grosso limite di Unplugged è il dover tenere nel campo visivo di Oculus entrambe le mani. Se giocate seduti quindi è probabile che il gioco non veda la vostra mano del plettro: dovrete quindi sistemare più e più volte la chitarra per trovare una posizione che riesca sia a tenere traccia di entrambe le mani che comoda per voi.

La soluzione migliore è dunque giocare in piedi portando la chitarra all'altezza dei lombi, posizione che purtroppo costringe a tenere la testa molto abbassata. Con il peso di Oculus, che per quanto leggero si configura ancora come un discreto ingombro, il collo e le spalle sono purtroppo molto sollecitati... anche se i dolori da cervicale non sono molto rock, nessuno vi biasimerà se dopo una mezz'ora di gioco sentirete il bisogno di abbandonare. Si poteva risolvere questo problema creando una soluzione opzionale ibrida, lasciando la mano sul manico libera e quella del plettro impegnata con un controller, capace di rilevare il movimento del plettro senza che il visore lo "veda".

Dover tenere la testa sempre abbassata è una delle piccole pecche di Unplugged
Dover tenere la testa sempre abbassata è una delle piccole pecche di Unplugged

Ci sfugge poi, a livello concettuale, perché associare un gameplay molto tecnico (seppur sempre divertente) con l'air guitar, una gestualità chiaramente fatta per esprimere con il corpo una sensazione di divertimento e totale libertà. Qui abbiamo due strade: o giocare per divertirci e basta, senza tenere conto di score e punteggi, oppure concentrarci in tutto e per tutto sulla performance, che però richiede concentrazione e un certo controllo motorio, in cui la libertà è fortemente limitata dai problemi di ergonomia citati sopra.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (1)
9.8
Il tuo voto

Unplugged non è il semplice erede di Guitar Hero, ma un nuovo anello nella catena evolutiva dei rhythm game. Il lavoro fatto da Anotherway è notevole e la resa finale davvero divertente, anche se viziata da alcune ingenuità di design (fortunatamente, facilmente correggibili). Guitar Hero rimane purtroppo un lontano ricordo ed è praticamente impossibile che quel genere di gioco torni in auge. Unplugged però si difende bene ed è una tappa obbligata se avete rockeggiato per anni sulla serie Harmonix. Non siamo di fronte alla killer app che vi venderà Oculus Quest 2, ma se siete in possesso del visore vi consigliamo assolutamente di salire sul palco di Unplugged!

PRO

  • Track list notevole
  • Gameplay divertente, anche se tecnico

CONTRO

  • Alcuni problemi di ergonomia
  • Libertà o performance?