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Due cuori, una missione

A pochi giorni dal rilascio in Giappone abbiamo provato a Milano il nuovo capitolo della saga Kingdom Hearts

PROVATO di Andrea Porta   —   23/03/2012

I crossover sono sempre materia delicata, che si tratti di film, fumetti o videogiochi. Possono colpire le due metà dell'audience e trasformarsi in successi memorabili, oppure mancare clamorosamente il bersaglio, facendo infuriare i fan in maniera singolare. In altre parole, non è un mercato che prevede vie di mezzo. Non molti avrebbero scommesso su un mix tanto audace come quello proposto dalla serie Kingdom Hearts e dal suo ideatore, il character designer di Square Enix Tetsuya Nomura.

Due cuori, una missione

Una vera e propria magia, che ha colpito profondamente il pubblico, gettando un ponte destinato a consacrare definitivamente l'affermazione dei personaggi Disney anche in Giappone. Non senza alti e bassi, la saga ha conquistato i cuori di decine di milioni di appassionati. A due anni dal bellissimo Birth By Sleep, i fan sono pronti al nuovo capitolo della saga, esclusiva 3DS annunciata all'E3 2010 e poi tenuta sotto stretto silenzio. A pochi giorni dal lancio in Giappone, fissato per il prossimo 29 marzo, il publisher italiano Halifax ci ha invitato nei suoi uffici per una prova diretta di Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance.

Tra tradizione e novità

Senza svelare troppi dettagli sulla trama, ci limiteremo a confermare che il nuovo capitolo della saga erediterà molte delle caratteristiche dei suoi predecessori. Diversi mondi della serie originale faranno infatti ritorno, come la mitica Città di Mezzo e le Isole del Destino, naturalmente affiancati da ambientazioni inedite e ispirate a produzioni Disney più o meno recenti. Da Tron Legacy e I Tre Moschettieri si passerà a Pinocchio, Fantasia, Il Gobbo di Notre Dame.

Due cuori, una missione

Anche le star di Topolinia e Paperopoli non mancheranno, con gli immancabili Topolino, Pippo e Paperino a fare da apripista, seguiti da Minni, Gambadilegno e la Banda Bassotti. Questo nutrito cast di comprimari accompagnerà le avventure dei due protagonisti, Sora e Riku, destinati a diventare finalmente maestri di Keyblade con la guida del saggio Yen Sid, così da sconfiggere una volta per tutte l'acerrimo nemico Xehanort. Come sempre il gameplay presenta un buon mix di esplorazione e combattimenti, con particolare enfasi su questi ultimi. A pochi istanti dall'inizio, nei panni di Sora ci siamo già trovati a combattere assortiti gruppi di Dream Eaters, i nuovi nemici proposti da Dream Drop Distance.

Due cuori, una missione

Interessante notare come questi ultimi si dividano in due fazioni, definite rispettivamente Incubi e Spiriti. Per quanto entrambi condividano il materializzarsi in forme animali colorate, i primi rappresentano gli avversari di base, i secondi invece faranno da preziosi alleati per i protagonisti. Al di là degli attacchi di base, assegnati ai tasti frontali A e X, sarà infatti possibile legare il potere del personaggio principale a quello di un aiutante tramite il Link, operazione possibile con un semplice tap del pennino sullo schermo inferiore della console. Questo darà vita a devastanti attacchi speciali, ottimi per danneggiare gruppi numerosi di nemici, che vedranno il protagonista salire "a cavallo" del proprio Dream Eater di supporto e saltare letteralmente in testa agli avversari. Le novità del combat system non finiscono tuttavia qui. Sconfiggere nemici in rapida sequenza darà occasionalmente accesso a una finishing move da completare sul touch screen, seguendo le frecce che vi appariranno, mentre il tasto della parata, Y, se utilizzato imprimendo contemporaneamente una direzione sul pad analogico, darà vita al Flow Motion.

Due cuori, una missione

Quest'ultimo consiste nella possibilità per i personaggi di saltare a gran velocità da una parte all'altra delle ambientazioni, sfruttando muri e paletti per darsi ulteriore spinta. Oltre a risultare molto fluido e spettacolare alla vista, se usato in combinazione con gli attacchi il Flow Motion genererà danno aumentato e spettacolari animazioni a schermo. Queste interessanti novità rendono il combat system di Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance immediato e spettacolare, tenendo sempre alto il ritmo delle sequenze e garantendo una resa visiva notevole. Quanto alla difficoltà, quest'ultima non ci è sembrata troppo pronunciata. Sin da subito ci siamo trovati a disporre di attacchi molto potenti, in grado di spazzare via intere legioni di Dream Eaters senza troppi sforzi. Anche l'incontro con un ingombrante boss di fine livello non ha riservato insidie degne di nota, chiedendoci semplicemente di picchiare a più non posso e occasionalmente evitare qualche offensiva. Purtroppo, i testi a schermo ancora in giapponese e l'impossibilità di sapere a che punto della campagna si trovasse il livello provato non ci permettono di esprimere giudizi in tal senso, lasciando alla futura recensione il compito di chiarire questo aspetto. Seppure non impegnativi, i combattimenti risultano comunque molto divertenti grazie alle molte possibilità offerte dal Flow Motion e dal Link, lasciando ampio spazio alle sperimentazioni da parte del giocatore.

Opera House

Il livello provato faceva parte del mondo de I Tre Moschettieri, in grado di mostrare buona varietà quanto a situazioni di gameplay. Passando alternativamente da Sora a Riku tramite una funzione nota come Drop (ancora una volta i testi in giapponese non ci hanno permesso di comprendere a fondo tutti i risvolti di questa meccanica), ci siamo messi sulle tracce di Minni, rapita da Gambadilegno e dai suoi Bassotti.

Due cuori, una missione

Oltre ad affrontare un gran numero di Dream Eaters assortiti nel percorso, abbiamo potuto godere di un level design decisamente variegato. Tra una torre da scalare sopravvivendo e schivando barili lanciati dall'alto e uno spettacolare combattimento dal tetto di una carrozza in corsa, i momenti spettacolari non sono mancati. Le ambientazioni, liberamente esplorabili e interconnesse, potrebbero disorientare data l'estensione spesso generosa, ma lo schermo tattile del 3DS è stato riadattato a minimappa, concedendo la costante visualizzazione degli obbiettivi in corso, delle aree sensibili dei livelli, dei nemici e naturalmente dello stato dei Dream Eaters alleati. Tutto questo in maniera molto chiara e fruibile, sempre a portata di pennino. A tanta pulizia e chiarezza nel level design e nell'interfaccia fa purtroppo da contraltare una telecamera di gioco che tende spesso a perdere il focus dell'azione e ad incastrarsi negli angoli, confondendo a tratti il giocatore e costringendolo ad aggiustamenti manuali. Questi ultimi sono possibili solo sull'asse orizzontale tramite i dorsali, e capita spesso di sentire la mancanza di un movimento anche sull'asse verticale, in particolare quando si risolvono gli sporadici enigmi ambientali.

Due cuori, una missione

Questo problema potrebbe essere facilmente aggirato con il supporto al 3DS Circle Pad, sul quale tuttavia non abbiamo ricevuto smentite né conferme da parte di Halifax. Dal punto di vista strettamente tecnico, Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance sfrutta efficacemente l'effetto 3D offerto dalla portatile Nintendo. La terza dimensione si limita tuttavia a imbellire le visuali, senza dare vita ad alcuno spunto di gameplay. L'ottima conta poligonale e le texture semplici ma non slavate contribuiscono a una generale sensazione di pulizia, impreziosita dagli esplosivi effetti di luce che accompagnano gli attacchi speciali a base di Link e Flow Motion. Un'ora di prova sulle oltre trenta promesse dagli sviluppatori non è certo sufficiente a fornire un quadro complessivo di un titolo vasto come Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance. Le novità riguardanti il sistema di combattimento ci hanno convinto, lasciando qualche dubbio solo sulla difficoltà media e la gestione della telecamera. D'altro canto, il buon level design e la storia complessa lasciano davvero ben sperare per questo seguito, che potrebbe avere tutte le carte in regola per portare avanti la tradizione di uno dei crossover videoludici più riusciti di sempre.

CERTEZZE

  • Combat System efficace
  • Molte nuove ambientazioni

DUBBI

  • Telecamera di gioco a volte ostica