Ci sono certamente giovani sviluppatori di talento, ma il know-how fa la differenza quando ti trovi a dover reinventare un franchise di successo, esplorando le possibilità di una struttura vista da molti come superata. Michel Ancel ha creato il personaggio di Rayman nel 1994 e l'anno successivo ha dato vita, insieme al suo team, al primo episodio della serie.
Le potenzialità del prodotto sono state subito evidenti a pubblico e critica, grazie al curioso design del protagonista e a una particolare enfasi sui colori, vero e proprio elemento caratterizzante che ritroviamo, dopo diciassette anni, nel nuovo Rayman Origins. La qualità di questa reinterpretazione non dipende esclusivamente dalla pur eccellente varietà cromatica che contraddistingue ogni scenario, ad ogni modo, bensì dalla cura e dall'attenzione con cui Ubisoft Montpellier ha realizzato un platform di stampo classico, immediato nelle sue meccaniche, con un paio di simpatiche variazioni sul tema che spaziano nel filone degli sparatutto a scorrimento orizzontale e un comparto tecnico degno di un cartone animato. A corredo dell'avventura non c'è una vera e propria trama né gli eventi si posizionano temporalmente nella cronologia del franchise: semplicemente Rayman e i suoi amici si ritrovano ancora una volta impegnati a salvare il mondo, attraverso undici scenari pieni di insidie che culminano con altrettanti boss.
I fantastici quattro
Sono quattro i personaggi selezionabili nel gioco: il già citato Rayman, il suo fedele amico Globox e i due piccoli Teens. Possiamo scegliere il nostro preferito liberamente, nelle pause fra una missione e l'altra, all'interno di una sorta di "hub" da cui si accede ai livelli che abbiamo sbloccato; tuttavia non ci sono differenze sostanziali al di là, forse, delle dimensioni: i Teens sono più piccoli di Rayman e Globox, dunque il loro approccio a determinate situazioni può cambiare. Per il resto, le azioni che abbiamo modo di eseguire sono quelle tipiche della serie, dunque salto, corsa e attacco, con capacità extra che vengono ottenute liberando alcune "fate" dalla loro prigionia, ad esempio l'abilità di planare tra una piattaforma e l'altra, di cambiare dimensione o di correre sui muri.
Gli scenari sono stracarichi di elementi interagibili, dai nemici (che possiamo eliminare saltandogli in testa o prendendoli a pugni) a tutta una serie di interruttori che attivano postazioni o trappole, e che possono fare la differenza in termini di lum raccolti alla fine dello stage. È in tali frangenti che emerge la natura "competitiva" di Rayman Origins, che ci sprona a esplorare gli scenari per raccogliere tutti gli oggetti presenti e ci premia con l'accesso a sezioni che ci erano precedentemente precluse, nella migliore tradizione dei sistemi "a premi" che tanto bene si sposano con la rigiocabilità e, dunque, rendono l'esperienza molto più longeva e significativa. Bisogna dire che il più delle volte gli avversari sparsi nei livelli non rappresentano una vera e propria minaccia di per sé, ma rientrano nell'ottica di un "ambiente ostile" che con i suoi baratri, le eventuali superfici scivolose, le rocce che cadono e tutto il resto riesce nell'intento di aumentare non di poco il grado di sfida. Per fortuna i numerosi checkpoint limitano la frustrazione derivante dall'ennesima morte improvvisa...
Corri, salta, vola
Rayman Origins è dotato di una modalità multiplayer cooperativa per un massimo di quattro giocatori, e anche su PC tale feature funziona perfettamente, ma allo stesso modo si sente la mancanza della possibilità di trovare altri giocatori online. Cimentarsi con un amico è divertente nella maggior parte delle situazioni, ma quando gli stage prevedono spostamenti rapidi l'esperienza diventa inevitabilmente ostica, perché può capitare che un personaggio rimanga indietro o non riesca a spiccare un balzo col giusto tempismo, pregiudicando il tentativo del gruppo.
Le normali sezioni platform si alternano, come accennato in precedenza, a fasi sparatutto: Rayman o chi per lui sale a bordo di una grossa zanzara in grado di sparare e "succhiare", a seconda delle esigenze, e in tale contesto si svolgono anche i boss fight iniziali, non a caso i più semplici. Più si procede nell'avventura, infatti, e più le cose si fanno complicate, l'azione acquisisce un maggior numero di sfaccettature e la cosa si riflette anche nello scontro con i boss. L'aumentare della difficoltà va di pari passo con la rivelazione di alcune sorprese, però, dunque il gioco vale decisamente la candela e si viene continuamente motivati a proseguire fino all'ultimo livello. Il comparto tecnico, l'abbiamo già detto, è sicuramente uno dei punti di forza di Rayman Origins: la tradizione degli scenari ricchi di colori viene rispettata appieno, con un occhio di riguardo verso la varietà degli sfondi e il senso di profondità, amplificato grazie ad alcune soluzioni che proiettano il personaggio da una parte all'altra della location in un baleno. Sono però il character design e le animazioni a fare la differenza: Globox è irresistibile, la qualità dei disegni è straordinaria e persino le espressioni facciali dei boss non possono che strappare un sorriso. L'atmosfera giocosa e cartoonesca viene ulteriormente sottolineata da un comparto sonoro forse un po' ripetitivo ma anch'esso votato al divertimento e alla simpatia. Per quanto riguarda i dettagli tecnici, sulla nostra configurazione il gioco si è comportato egregiamente, rimanendo ancorato ai sessanta frame al secondo nello splendore della grafica a 1080p, senza mai un calo. Il supporto nativo per il controller Xbox 360 consente inoltre di fruire dell'esperienza esattamente come su console, con il medesimo layout dei comandi e l'ottima reattività degli stessi.
In conclusione...
Rayman Origins rappresenta un eccellente reboot per la serie Ubisoft, la riporta sui binari classici dei platform bidimensionali ma lo fa con stile, esplorando praticamente ogni possibilità di un filone che si riteneva superato. La presenza di quattro differenti personaggi avrebbe potuto prestarsi a soluzioni interessanti, magari con uno switch in tempo reale, invece si è optato per un gameplay "fisso". L'esperienza nella sua globalità rimane tuttavia coinvolgente, divertente e finanche impegnativa. I poteri che si acquisiscono nel corso dell'avventura ci consentono di eseguire nuove tipologie di azioni e completare al 100% stage in precedenza solo "assaggiati", e a questo bisogna aggiungere il sistema "a premi" che sblocca i livelli man mano che raccogliamo determinati oggetti, a tutto vantaggio della longevità. Infine la versione PC, nonostante il ritardo, si rivela perfetta: la grafica a 1080p scorre fluida e mantiene il frame rate di 60 fps senza problemi e il supporto nativo per il controller Xbox 360 consente di giocare utilizzando l'ottimo layout dei comandi su console. Con un prezzo di lancio più basso di 29.90 euro, inoltre, il prodotto Ubisoft si fa perdonare per l'attesa.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore AMD Phenom II X4 955
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Intel Pentium da 3,0 GHz o AMD Athlon 64 3000+
- 1 GB di RAM (Windows XP), 1,5 GB di RAM (Windows Vista, Windows 7)
- Scheda video ATI Radeon X600 XT, NVIDIA GeForce 6800 GT
- Sistema operativo: Windows XP, Windows Vista, Windows 7
Requisiti consigliati
- Processore Intel Core 2 Duo E4400, AMD Athlon X2 3800+
- 2 GB di RAM
- Scheda video ATI Radeon HD 2600 XT, NVIDIA GeForce 8600 GT
- Sistema operativo: Windows XP, Windows Vista, Windows 7