In occasione del booth tour Capcom abbiamo potuto provare Lost Planet 3, dopo averlo visto per la prima volta un paio di mesi a Roma in occasione del Captivate. Purtroppo Spark Unlimited, il nuovo sviluppatore del gioco, ha portato a Los Angeles la stessa demo che ci era stata precedentemente mostrata, ma per fortuna questa volta abbiamo potuto prendere il pad in mano per testare questo vero e proprio reboot del franchise.
Sappiamo gia tutto del gioco, di come sia un prequel votato all'esplorazione delle condizioni estreme del pianeta E.D.N. III, nei panni di Jim, un onesto minatore arrivato sulla palla di ghiaccio solo per guadagnare il sostentamento per la propria famiglia. Contrariamente al secondo capitolo, dedicato ad una fruizione totalmente cooperativa, questa volta il gioco spinge forte sulla sensazione di trovarsi da soli in un pianeta ostile, persi nei ghiacci alla mercè degli enormi mostri Akrid e delle ancor più spietate tempeste capaci di immobilizzare il mech da lavoro, non da battaglia, di Jim. Per questo Capcom ha detto che questo terzo capitolo è quanto di più vicino ci sia all'idea originale del franchise, non senza però alcune interessanti novità capaci di cambiare le carte in tavola.
Un nuovo inizio
La prima è certamente quella del RIG, lo strumento da lavoro primario di Jim, un enorme mech dotato di maglio meccanico sul braccio sinistro e di un comodo set di trivelle sul braccio destro, arnesi utili non solo per spazzare via ostacoli, ma anche per colpire al sicuro dietro un vetro blindato le bestie che vivono sul pianeta. Ovviamente il gioco ci impone in occasioni precise il combattimento nel mech o a terra a colpi di arma da fuoco, ma in un paio di frangenti abbiamo potuto scegliere come combattere.
L'utilizzo più importante e più spettacolare del RIG è però durante gli scontri con gli enormi boss che di tanto in tanto hanno punteggiato la missione. Non si tratta solamente di menare fendenti, ma anche di parare i colpi per poi andare di affondo, come se ci trovassimo in una sorta di picchiaduro, il tutto amplificato dalla visuale in prima persona. Tutto è molto semplice, ai trigger corrispondono i due tipi di attacco. Inoltre è ben implementa la trovata, sempre contro i boss, di variare il combattimento scendendo a terra, non prima però di averli immobilizzati col maglio, in modo da poter colpire col fucile i punti deboli esposti. Ma la parte più interessante della demo è stato quando Lost Planet 3, ha assunto le sembianze di un vero e proprio survival horror durante l'esplorazione di una base sotterranea deserta. Siamo di fronte all'esatto opposto delle enormi lande desolate in superficie. Spazi stretti, buio, rumori sommessi, poche luci che rischiarano i corridoi della base e piccoli Akrid che corrono a terra o che spuntano dai condotti di aerazione sulle pareti. Lo avevamo pensato a Roma, e lo confermiamo ora in sede di hands-on: siamo di fronte ad una riedizione totale di Alien, in una deriva horror che funziona benissimo ed è perfettamente inserita nel contesto delle condizioni estreme del gioco.
E soprattutto stempera una certa monotonia che potrebbe nascere dopo lunghe passeggiate all'esterno, nel deserto bianco ghiacciato del pianeta, dopo l'ennesimo scontro contro l'ennesimo boss. Purtroppo non ci è stato detto nulla, ne tantomeno si è visto nulla, sul nuovo ruolo giocato dalla T-Energy. Le sacche rosse di energia non sono più utilizzate come "carburante" per il riscaldamento del protagonita, bensì come moneta per comprare upgrade e nuove abilità per il RIG. È importante notare in quest'ottica che sarà possibile tornare a visitare zone precedentemente scoperte per raccogliere l'energia estratta dall'energy post che avevamo prima piazzato. Il tutto all'insegna della libera esplorazione del pianeta. Questo provato quindi non può che confermare le buone impressioni avute a Roma, con il mix tra shooter in terza persona, "simulatore di mech" e survival horror che sembra funzionare e che riscatta Spark Unlimited dopo gli ultimi e francamente dimenticabili lavori. Ovviamente il bilanciamento di queste tre componenti è tutto da scoprire, ma per questo l'appuntamento è a Colonia in occasione della Gamescom.
CERTEZZE
- Tecnicamente valido
- Un reboot molto interessante
- Tre componenti che sembrano funzionare...
DUBBI
- ... ma il loro bilanciamento è tutto da scoprire