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Realismo senza compromessi

Abbiamo giocato l'interessante shooter tattico nato su Kickstarter di Serellan

PROVATO di Matteo Santicchia   —   15/06/2013

Sviluppato dagli indipendenti Serellan, Takedown: Red Sabre è un progetto in via di completamento realizzato grazie al contributo degli utenti, felici evidentemente di contribuire alla creazione di un titolo totalmente hard core, una sorta di versione moderna di Rainbow Six, in cui la cifra stilistica è il realismo senza compromessi. Il team è formato da ragazzi di grande esperienza nel genere shooter, basta citare il boss del progetto, Christian Allen che ha lavorato come lead designer e creative director su titoli del calibro di Halo: Reach ma anche, e soprattutto i due Tom Clancy's Ghost Recon Advanced Warfighter sino ad arrivare indietro a Tom Clancy's Rainbow Six: Athena Sword. Insomma un pedigree di tutto rispetto che è sinonimo di grande familiarità col genere degli sparatutto tattici.

Un colpo ed è game over

Realismo senza compromessi come dicevamo in apertura. La nostra prova ci ha visto dare l'assalto ad un'enorme villa su più piani, in quattro contro un numeroso gruppo di terroristi gestiti dall'intelligenza artificiale. Scordatevi l'atletismo e la frenesia degli shooter moderni. La corsa, tanto per dire, è l'equivalente di una normale camminata in qualsiasi altro sparatutto. La balistica gioca un ruolo fondamentale: sparare mirando attraverso l'ottica vuol dire dovere aspettare la stabilizzazione dell'arma dopo il pesante rinculo, ma soprattutto con un colpo si va a terra: partita finita.

Realismo senza compromessi

Non c'è respawn, bisogna spettare che il nostro team vinca o perda. Le dinamiche quindi sono estremamente "lente", è tutto un gioco di gatto col topo in cui chi spara per primo sopravvive, dove la coordinazione con i nostri compagni di squadra è tutto, in cui guardare dietro un angolo è la mossa più pericolosa da effettuare, anche se usiamo il tasto per sporgerci. Avete capito insomma di che genere di gioco stiamo parlando. Tatticismo esasperato e cuore in gola, nulla deve essere lasciato al caso. Gli sviluppatori per rendere il tutto ancor più realistico hanno puntato molto anche su una coerente distruzione ambientale, non da intendere alla Battlefield però. I proiettili possono trapassare i muri in base al materiale con il quale sono realizzati, sbagliare copertura quindi equivale al game over. Lo stesso rigore lo troviamo nel sistema di rilevamento dei colpi al corpo. Petto e testa ci uccidono ovviamente, ma un colpo alle gambe ridurrà il nostro già lento deambulare per il livello, e renderà ancor più difficile mirare con precisione, segno questo che siamo prossimi ad uscire di scena.

Realismo senza compromessi

L'offerta di gioco è quindi evidentemente indirizzata ai giocatori più hardcore, che reputano i vari Call of Duty e Battlefield dei semplici passatempi da giocare con le mani dietro la schiena. Anche la ristrettezza del load out che i soldati indossano è indice della atipicità del gioco (anche se è possibile raccogliere le armi da terra). Arma lunga, arma corta pochi proiettili e al massimo un paio di granate, esplosive o flashbang che ci siano. Conoscere alla perfezione le enormi mappe è quindi fondamentale, per questo è possibile impostare una partita con "di allenamento" con i bot, sia compagni di squadra che nemici, modificando inoltre anche i parametri delle loro routine comportamentali.

Realismo senza compromessi

È presente anche il deathmatch, sei contro sei, possibilmente il modo migliore per godere al meglio delle complesse dinamiche di gioco. A livello visivo Takedown: Red Sabre non è certamente un titolo fatto apposta per mettere alla frusta gli hardware più potenti (sarà disponibile anche per Xbox Live e PlayStation Network), non colpisce insomma, i modelli sono ben animati e ben costruiti, ma più in generale il livello di dettaglio non è proprio molto alto. Ottimo invece è sembrato il level design. La struttura teatro del nostro test era un vero e proprio labirinto, ricco di stanze, scale, ampi saloni e angoli ciechi, senza dimenticare i numerosi punti di accesso alla base a quota zero. Insomma il primo progetto di Serellan ha tutte le carte in regola per conquistare tutti coloro che da anni si sentono orfani di uno shooter tattico duro e puro senza troppi fronzoli, e proprio questo potrebbe essere il suo problema principale. Bisogna verificare quanti e quali contenuti offrirà il gioco, per adesso le sue dinamiche iperrealistiche sono senza dubbio convincenti e affascinanti, ma bisognerà necessariamente tornare a giocare col titolo per capire quanto potrà realmente offrire.

Realismo senza compromessi

CERTEZZE

  • Realismo senza compromessi
  • Gioco di squadra fondamentale

DUBBI

  • Da verificare la ricchezza di contenuti