Dopo averlo visto in azione durante il Tokyo Games Show, invitati in esclusiva ad uno showcase a San Francisco, abbiamo potuto provare in prima persona l'ultima opera di Swery 65, iconico game designer nipponico noto ai più per il suo Deadly Premonition. Per una descrizione del titolo, dell'ambientazione e del gameplay vi rimandiamo a quanto scritto dal Giappone poco più sotto, mentre in questo aggiornamento ci concentreremo sull'effettiva bontà dei controlli via Kinect. Le avventure di David Young, detective dai poteri particolari protagonista di D4: Dark Dreams Don't Die, sono strutturate come un mix tra un'avventura punta e clicca ed un continuo Quick Time Event, il tutto via Kinect (ferma restando la compatibilità con il controller tradizionale). Dopo essere stati riconosciuti dalla periferica Microsoft possiamo incominciare la navigazione del mondo di gioco semplicemente muovendo la nostra mano verso l'area da esplorare, area che si farà sempre più grande permettendoci di allargare lo spazio delle nostre peregrinazioni dopo aver raccolto determinati oggetti, o in seguito a varie interazioni con i personaggi. Da quanto provato, comunque, pare che le cose da fare non manchino e che i ristretti spazi interni dell'aeroplano in cui si è svolta la demo siano sfruttati al massimo, vista la grande quantità di elementi con cui interagire e un ritmo di gioco sempre piuttosto alto. Quando il Kinect viene chiamato a mostrarci tutte le sue capacità è però durante i molti QTE, vero e proprio cuore dell'azione. I movimenti da riprodurre non sono mai particolarmente complessi, neanche quando si tratta dei Synchro Stunt che richiedono posizioni ben precise (come il mimare una battuta di baseball o simulare una scazzottata), ma il Kinect non sempre è sembrato all'altezza della situazione, neanche quando doveva registrare la nostra voce utilizzabile per selezionare le risposte da dare nei dialoghi. Purtroppo la nostra prova si è svolta all'interno di un salone affollato di giornalisti nel quale i sensori della periferica erano messi a dura prova dalle continue distrazioni audio visive, fatto sta che a volte i nostri movimenti non venivano recepiti come corretti, oppure venivano accolti dal sistema con una discreta latenza.
Detto questo l'esperienza di gioco è apparsa come complessivamente molto interessante, sarà la cifra stilistica di Swery 65 (evidente dalla direzione artisica che punta sulla personalità piuttosto che sulla potenza tecnologica), o sarà la storia intrigante, ma ci siamo scoperti particolarmente curiosi di scoprire cosa sarebbe successo con il procedere nella demo. L'accoppiata Swery 65 e Microsoft è tanto inattesa quanto affascinante, l'impressione è che questo D4: Dark Dreams Don't Die possa essere un'esperienza ludica intensa e divertente.
D4 è un mix tra un'avventura punta e clicca ed un continuo Quick Time Event, il tutto via Kinect
TGS 2013
Il lussuoso hotel New Otani è una delle mete tradizionali per i giornalisti in visita al Tokyo Game Show, visto che spesso e volentieri i publisher vi riservano delle sale per le loro presentazioni a porte chiuse. Altrettanto tradizionalmente accade che chi scrive si trovi a dover partecipare a un evento senza aver prima ricevuto alcuna indicazione su dove andare, e visto che parliamo di un albergo enorme viene da sé che possa nascere qualche piccolo contrattempo. Dopo aver esplorato l'edificio nella sua interezza o quasi, abbiamo incontrato in modo fortuito Earnest Yuen, executive producer presso Microsoft Studios, che gentilmente ci ha scortati verso il ventunesimo piano dell'hotel e ne ha approfittato per introdurci alle peculiarità del gioco che stavamo per vedere, D4: Dark Dreams Don't Die.
Si tratta della nuova avventura diretta da Hidetaka "SWERY" Suehiro, già autore di Deadly Premonition, che uscirà in esclusiva su Xbox One in forma episodica, similmente a quanto fatto per il celebre The Walking Dead. Le atmosfere del gioco sono però molto differenti rispetto all'horror di Telltale, benché ci siano tematiche in comune. Il protagonista di D4, David Young, è infatti un detective che scopre di possedere la capacità di viaggiare a ritroso nel tempo quando entra in contatto con dei "Memento", ovvero oggetti significativi per la sua missione, che consiste nell'individuare e fermare un misterioso criminale prima che uccida sua moglie, Peggy.
Predatori del tempo
Il "tuffo" che David riesce a fare grazie ai Memento rappresenta un'incognita, nel senso che il personaggio può ritrovarsi in qualsiasi luogo, purché si tratti di un posto che abbia a che fare con la morte di Peggy.
Nella demo che ci è stata mostrata, tratta dal primo episodio dell'avventura, il protagonista si risveglia in un bagno e scopre ben presto che appartiene a un aereo di linea in volo, su cui viaggia anche l'US Marshall Derek Buchanan, che sta scortando un criminale di nome Antonio Zapatero. David interagisce in vari modi con l'equipaggio, a cominciare da una hostess che lo nota per continuare con lo stesso Buchanan, con cui ha un alterco, finché Zapatero non riesce a togliersi le manette e attacca l'ufficiale americano di sorpresa, prendendolo a calci fino a fargli perdere i sensi. A quel punto il nostro personaggio è l'unico che può fermare la furia del criminale, cercando al contempo di capire se sa qualcosa sulla misteriosa "D" a cui fa riferimento il titolo e sull'omicidio di Peggy. Il combattimento costituisce la sintesi di un sistema di controllo che è stato disegnato appositamente per il nuovo Kinect (seppure sia pienamente compatibile anche con il normale controller di Xbox One), e durante la presentazione gli sviluppatori ci hanno mostrato come funziona esattamente l'interfaccia. In pratica il giocatore si fa riconoscere dalla periferica mentre è seduto, quindi muove le mani per accedere alle varie opzioni e, una volta in azione, per selezionare gli elementi dello scenario o i personaggi con cui il protagonista può interagire.
Quick Time Travel Event
Se c'è un elemento che spicca nella produzione di D4: Dark Dreams Don't Die è senz'altro lo stile del gioco, che pur partendo da un evento drammatico (l'uccisione di Peggy, appunto) non si prende affatto sul serio, anzi sprizza "giapponesità" da tutti i pori.
Come spiegare diversamente la capacità di sculacciare la hostess dell'aereo, oppure le opzioni disponibili durante i dialoghi, che beneficiano del riconoscimento vocale per selezionare la risposta desiderata fra le tre che vengono mostrate a schermo? David Young non è un eroe tormentato, bensì un tipo tosto che non ha paura di ficcarsi nei guai per perseguire il proprio obiettivo e che spesso e volentieri rivede la moglie in una sorta di visione, durante sequenze che sottolineano un certo tipo di direzione che bada poco alla plausibilità e molto all'impatto. Si usa dunque la mano per interagire con lo scenario e muoversi verso determinati punti della location, finché come detto non ci si ritrova in situazioni parecchio movimentate, come può essere un combattimento a mani nude a bordo di un aereo in volo. In tale frangente D4 diventa un po' la fiera del quick time event, visto che per evitare i colpi del nemico (anche in modi pittoreschi, vedi il passo di danza con la passeggera) e mettere a segno i nostri bisogna eseguire i gesti che vengono mostrati a schermo, culminando con i cosiddetti "synchro stunt", ovvero manovre differenti (nel caso specifico lo swing di una mazza da baseball improvvisata, oppure sferrare un pugno) che vanno completate con un certo grado di precisione.
Paura e delirio
D4: Dark Dreams Don't Die si pone senza dubbio come uno dei titoli più particolari nella line-up di Xbox One, e nelle intenzioni del director sarà un prodotto orientato agli hardcore gamer, ovvero l'utenza che meno ha apprezzato la scelta di includere obbligatoriamente Kinect nella confezione della nuova console Microsoft, facendone lievitare il prezzo.
Non abbiamo dubbi che l'esperienza proposta sarà originale e coinvolgente, grazie soprattutto all'apporto di SWERY, tuttavia ci sono tanti elementi che andranno verificati a lavori conclusi e che, per il momento, non ci convincono più di tanto. Il ricorso ai quick time event è infatti continuo, e perché tale soluzione venga ben digerita dai giocatori bisognerà che venga accompagnata da un collante di grande spessore e qualità, come del resto accade per i titoli di Quantic Dream. Poi magari sarà stata una semplice sensazione, ma non ci pare che la rilevazione di movimento del nuovo Kinect in questo caso sia stata sempre puntuale e soprattutto rapida, perché è chiaro che qualsiasi cosa al di sotto della corrispondenza in tempo reale dei gesti renderebbe l'azione macchinosa e frammentaria. La grafica in cel shading è bella da vedere ma anche qui non sembra sfruttare appieno la potenza della console, con anche qualche incertezza nel frame rate che però siamo sicuri verrà eliminata da qui all'uscita, mentre il doppiaggio in inglese per il momento è pessimo. Rimaniamo in attesa della data, del prezzo e di qualche dettaglio in più.
CERTEZZE
- Molto "giapponese"
- Stile e ambientazione accattivanti
- Controlli basati sui gesti...
DUBBI
- ... ma bisognerà verificarne la precisione
- Doppiaggio in inglese al momento pessimo