Quando hai a che fare con un franchise importante come Wolfenstein, che di fatto ha inventato il genere dei first person shooter, devi avere le spalle decisamente larghe e non farti intimorire. I ragazzi di MachineGames sembrano corrispondere a tale descrizione, e con questo reboot vogliono rilanciare un brand che negli ultimi anni non aveva brillato, caratterizzando il proprio titolo in modo forte. Al Tokyo Game Show Wolfenstein: The New Order era giocabile sullo showfloor con la stessa demo mostrata a porte chiuse durante la Gamescom di Colonia, però con un'importante differenza: girava su PlayStation 4 anziché su PC.
Il nostro test si basa dunque sulla resa del gioco sulla nuova console Sony e sul feedback ricevuto dal DualShock 4 che, possiamo confermarlo ancora una volta, si pone come un deciso passo in avanti rispetto al controller di PS3; sia in termini di ergonomia, grazie all'impugnatura più ampia e comoda, sia in termini di precisione, grazie ai nuovi stick analogici più corti e concavi. Tutte caratteristiche che in-game si sono fatte sentire, consentendoci di centrare i nemici con un'ottima precisione, utilizzando finalmente i trigger per sparare e utilizzare l'iron sight anziché i dorsali superiori, soluzione a cui ormai i possessori di PlayStation 3 si erano rassegnati. I grilletti del nuovo pad non sono minimamente paragonabili a quelli, eccellenti, del controller di Xbox One, che peraltro vantano una propria vibrazione e garantiscono dunque un feedback extra anche negli sparatutto, tuttavia nel caso di Wolfenstein svolgono il proprio lavoro in modo dignitoso e non limitante.
La demo di Wolfenstein: The New Order girava su PlayStation 4 al TGS 2013. Ecco le nostre impressioni
Benvenuti all'inferno
La demo giocabile sullo showfloor del Tokyo Game Show, piuttosto corposa, ci vede vestire i panni del protagonista di Wolfenstein: The New Order, William "B.J." Blazkowicz, durante le prime fasi della storia. Il soldato si introduce infatti in un castello controllato dai nazisti insieme a una squadra d'assalto, e le sequenze sono fin da subito altamente spettacolari: appesi a un cavo d'acciaio, dobbiamo camminare sulle mura dell'edificio facendo attenzione alle finestre che si aprono, perché si tratta sempre di soldati nemici pronti a spararci contro, il tutto finché un aereo alleato non si schianta contro la parte alta della struttura, generando una tremenda esplosione e la caduta di detriti.
Entrati da una delle finestre, ci troviamo a esplorare corridoi solo all'apparenza vuoti, ma in realtà controllati da sentinelle di ronda che possiamo seguire silenziosamente ed eliminare utilizzando il pugnale, una soluzione che siamo certi sarà ricorrente nel corso della campagna per introdurre qualche meccanica stealth e quindi mischiare le carte in tavola. I fan degli scontri a fuoco, però, non disperino: a un certo punto della demo non è più possibile procedere senza essere visti, e così si tira fuori la mitragliatrice e si comincia a fare incetta di nazisti, apprezzando un gunplay solido e convincente, capace di dare grande soddisfazione e feedback differenti a seconda dell'arma utilizzata. Quando poi troviamo in giro una torretta d'assalto e la sganciamo dal proprio supporto per portarla in giro, chiaramente, l'elemento della spettacolarità e dell'impatto viene amplificato.
Old but gold
Come sottolineato da Umberto Moioli durante il test della versione PC, Wolfenstein: The New Order non verrà certamente ricordato per le grandi novità introdotte nel genere dei first person shooter, bensì piuttosto come un prodotto di qualità, capace di offrire un'esperienza coinvolgente e ben diretta, molto "vecchia scuola", vedi anche la presenza della sola campagna in single player.
Dal punto di vista narrativo è molto interessante la rappresentazione di questi anni '60 alternativi, in cui il mondo è finito nelle mani dei nazisti grazie alla loro supremazia tecnologica, elemento di cui avremo un assaggio durante una delle fasi più elettrizzanti della demo, quando cioè entra in campo il primo mostruoso cyborg corazzato, ovvero il frutto di atroci esperimenti per la creazione di un super soldato che esegua gli ordini senza discutere e con la massima efficienza. Per sconfiggere questo tipo di avversari bisogna infatti colpirli sulla corazza e "spogliarli" man mano per arrivare a trovare l'impatto con la carne viva, meglio se si tratta del volto. Al di là di questo, abbiamo avuto un paio di perplessità. La prima riguarda l'intelligenza artificiale dei nemici, che non ci è sembrata brillare, visto che i nazisti spesso si appostano dietro un muro o una colonna per colpirci ma non si accorgono che magari li abbiamo già raggiunti alle spalle, e in generale difficilmente avanzano. La seconda perplessità, collegata alla prima, ruota attorno al grado di sfida, che nelle intenzioni originali doveva essere piuttosto alto e che invece è stato limato verso il basso, forse anche troppo. Tuttavia è presto per giudicare questi aspetti della produzione targata MachineGames che, ribadiamo, convince per la solidità del gameplay, il fascino dell'ambientazione e un comparto tecnico all'altezza delle aspettative, con sessanta frame al secondo privi di incertezze e un ottimo livello di dettaglio.
CERTEZZE
- Gameplay solido
- Grafica fluida e dettagliata
- Ambientazione interessante
DUBBI
- Intelligenza artificiale da verificare
- Al momento è un po' facilotto