"Nella facilità dell'amore
il miserabile si sente uomo:
fonda la fiducia nella vita, fino
a disprezzare chi ha altra vita.
I figli si gettano all'avventura
sicuri d'essere in un mondo
che di loro, del loro sesso, ha paura.
La loro pietà è nell'essere spietati,
la loro forza nella leggerezza,
la loro speranza nel non avere speranza."
Sesso, consolazione della miseria!, di Pier Paolo Pasolini, La religione del mio tempo, 1961
Doverosa premessa
Visto il successo del primo speciale dedicato ai videogiochi erotici (link), eccoci qui con la seconda parte per continuare da lì dove avevamo lasciato. Anche se la premessa fatta per l'articolo precedente è ancora validissima (andate a rileggerla), vediamo un attimo di chiarire alcuni punti riguardanti la funzione di questi articoli, i loro limiti e ciò che si propongono, così da provare a prevenire le polemiche (pia illusione). Sfruttiamo questo spazio anche per dare una risposta alle molte questioni sollevate nei commenti al precedente episodio. Intanto specifichiamo che, dovendo scrivere uno speciale e non un libro di ottocento pagine, è inevitabile che molto rimanga fuori. Questa cosa la ribadiamo ogni volta che presentiamo un elenco tematico di titoli, ma a quanto pare il concetto fatica a entrare in testa a molti. L'esaustività totale non è di questo mondo e bisogna fare delle scelte, scelte che comportano delle rinunce. Quindi, seppure ci faccia enorme piacere che ci segnaliate altri titoli meritevoli non presenti nel nostro testo, farlo con acredine non risolverà nulla e, soprattutto, non cambierà il fatto che in tutti i casi simili si ripresenterà lo stesso, identico problema di selezione. Fatevene una ragione che così campate meglio.
Altra nota dolente è il sottolineare l'esistenza di una sterminata produzione di videogiochi Hentai in Giappone, come se fosse necessario citarli tutti in un articolo del genere. Anche qui la non inclusione è facile da spiegare (in realtà qualcosa è stata inserita nel precedente articolo e altro sarà inserita in questo). Premesso che i videogiochi Hentai meriterebbero uno speciale a parte, la verità è che in occidente ne arrivano davvero pochi. Di quei pochi, la grande maggioranza non è tradotta in italiano, ma solo in inglese. Di nostro preferiamo parlare di prodotti che abbiano avuto quantomeno uno sbocco sul mercato nostrano, citando la produzione erotica giapponese nei casi in cui c'è stato un contatto il più diretto possibile con l'occidente. D'altro canto, come già detto, se volete uno speciale dedicato solo agli Hentai, basta chiederlo e ci prodigheremo per fornirvelo quanto prima. Terza e ultima annotazione: sappiamo perfettamente che la scena indipendente, soprattutto i flash game, è piena di produzioni a tema erotico.
Rimane il fatto che ci sarebbe davvero impossibile inserirle tutte, o quantomeno fare una selezione soddisfacente. Come nel caso dei titoli Hentai, ci vorrebbe uno speciale a parte (anche qui: chiedete e vi sarà dato a tempo debito). Detto questo vediamo brevemente con quali altri criteri è stata fatta la selezione di titoli di questo speciale. Se l'altra volta avevamo favorito un approccio storico, in questa occasione ci siamo fatti trascinare e affascinare dalle curiosità e siamo andati a cercare videogiochi di nicchia che saranno sconosciuti ai più ma che, a modo loro, meritano di essere ricordati o sono legati ad aneddoti più o meno interessanti. Ad esempio, sapevate che negli anni novanta in Italia sono state prodotte ben due avventure porno con l'attrice Selen? Oppure che esiste un controller a forma di pene? No? E non vivevate bene lo stesso? Per il resto abbiamo scelto di privilegiare titoli più recenti, in modo da permettervi di reperirli il più facilmente possibile (lì dove ancora disponibili). Ad esempio abbiamo parlato di ben due titoli del 2013 che non vi dispiaceranno affatto (anche perché uno è scaricabile gratuitamente). Ma ora basta parole e diamo il via alle danze... con altre parole (e qualche filmato).
My Ex-Boyfriend the Space Tyrant (PC Windows, 2013)
È giusto iniziare questo speciale con My Ex-Boyfriend the Space Tyrant. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un'avventura grafica con forti tematiche gay. Fin qui niente di eccezionale, non fosse che da quando è apparso su Kickstarter in cerca di finanziamenti è stato perseguitato da frotte di 'machi' che hanno iniziato a fargli una campagna negativa talmente accesa e dai toni così violenti, da averlo fatto diventare un caso ripreso anche da testate importanti come l'Huffington Post americano. Ovunque il gioco sia apparso è stato seguito da un codazzo di critiche omofobiche. In realtà di sesso c'è n'è pochino a condire la storia d'amore del protagonista con un altro uomo e, nonostante la presenza di palestrati in abiti succinti e con le forme inguinali bene in vista, non c'è niente di eccessivo (i toni sono molto pop). Ma come Freud e altri insegnano, l'omosessuale represso ha bisogno di ribadire la propria identità fittizia in ogni occasione, dimostrando più a se stesso che ad altri di essere un vero uomo, e così ecco che il povero Luke Miller, lo sviluppatore, si è beccato minacce e ingiurie di ogni tipo da persone che, non si sa per quale motivo, si sentono messe in discussione dalla semplice esistenza del suo gioco. Il ragazzo ha comunque dimostrato un grande coraggio nel non farsi intimidire e contemporaneamente ha svelato quanto anche il mondo dei videogiochi sia ormai seguito da una grande massa di sottosviluppati mentali, che invece di pensare al proprio divertimento si preoccupano di quello degli altri. E poi ce la prendiamo con i servizi della stampa generalista...
Voyeur (CDi, 1993 – DOS, 1994) e Voyeur 2 (DOS, 1996)
L'epoca dei Full Motion Video, il periodo a cavallo tra la prima e la seconda metà degli anni '90, ha visto l'introduzione di moltissime innovazioni tecnologiche nel mondo dei videogiochi, ma anche il diffondersi di prodotti che definire terrificanti è un eufemismo. I due Voyeur sono dei film interattivi in cui il giocatore è chiamato a investigare sulle vite private di personaggi famosi, per scoprirne i vizi e i segreti più inconfessabili. Nel primo capitolo bisogna tenere d'occhio Reed Hawke, CEO di una potente multinazionale che vuole candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Nel secondo, invece, occorre scoprire se e come la dottoressa Elizabeth Duran sia implicata nella strana morte del dottor Everett Cussler. In entrambi i giochi bisogna affidarsi all'occhio indiscreto di telecamere spia e altri gingilli simili per assistere a scene compromettenti. Non mancano atti sessuali e nudi completi, per la prima volta presentati in FMV in un gioco commerciale. Peccato che entrambi i Voyeur richiedessero davvero pochi interventi da parte del giocatore, che non doveva fare altro che guardare un filmato dietro l'altro cercando di trovare la parte divertente del gioco. Da notare che il primo capitolo fu lanciato inizialmente come esclusiva CDi, per poi godere di una versione DOS (la storia dei videogiochi è piena di console di insuccesso).
BMX XXX (Xbox / PlayStation 2 / GameCube, 2002)
BMX XXX è il classico esempio di videogioco in cui la sessualità è stata introdotta in modo discutibile e con gusto pessimo. Come il titolo fa intuire, si tratta di un simulatore di BMX (molto arcade, in realtà), realizzato dagli stessi sviluppatori di Dave Mirra Freestyle BMX, ossia i Z-Axis. Ora, il gioco in sé non sarebbe affatto male (non un capolavoro, ma nemmeno un titolo ignobile), non fosse che per fargli pubblicità qualcuno abbia deciso di puntare su donnine nude e linguaggio sboccato. Il risultato è un miscuglio ridicolo in cui tutta la bontà delle meccaniche di gioco arrossisce di fronte a feature come la possibilità di creare personaggi femminili in topless e vedere clip di stripper al lavoro, questi ultimi davvero senza senso. Da notare che delle tre versioni uscite, ossia GameCube, Xbox e PlayStation 2 solo le prime due permettevano di accedere a tutti i contenuti a sfondo erotico, mentre quella per la console di Sony fu pesantemente censurata. Oltretutto, nonostante tutta la pubblicità nata intorno ai suoi contenuti espliciti, BMX XXX vendette pochissimo e ottenne una serie di stroncature feroci dalla stampa specializzata. Chissà che lavoro svolge oggi il manager che ha deciso di mettere tette ovunque in un gioco di BMX...
Edmund (PC Windows, 2009)
Edmund è un titolo indipendente davvero controverso. Sviluppato per una competizione online in appena un mese, si tratta di un action platform narrativo molto breve e scaricabile gratuitamente (se lo trovate ancora da qualche parte). Tutte le polemiche sono nate dalla scena iniziale, in cui Edmund picchia e violenta una donna alla fermata dell'autobus. Anzi, il giocatore nei panni di Edmund picchia e violenta la donna. È proprio dal coinvolgimento del fruitore in un gesto tanto efferato che è nata una specie di fatwa contro il gioco, in realtà molto più profondo di quanto possa sembrare a una prima occhiata, almeno nelle sue implicazioni successive. Nonostante la storia si sviluppasse lungo diverse diramazioni, andando di fatto a connotare in modi molto diversi il terribile gesto compiuto all'inizio, Edmund fu messo all'indice perché aveva superato la sottile linea di ciò che è tollerato o meno nella messa in scena videoludica, soprattutto riguardo a ciò che si può o non si può chiedere di fare al giocatore. Paradossalmente la polemica fu portata avanti soprattutto dalla stampa specializzata, mentre quella generalista non si affannò molto a raccontare il caso (difficilmente i grandi giornali riescono a cogliere i sommovimenti della scena indipendente). Peccato che le polemiche abbiano impedito di sviluppare un ragionamento più serio e profondo intorno ad alcune delle tematiche del gioco, che avrebbero meritato ben altro trattamento.
Plumbers Don't Wear Ties (3DO, 1994)
Plumbers Don't Wear Ties è ridicolo sin dal titolo. Trattandosi di un'esclusiva per 3DO, non c'era da attendersi molto, ma la realtà fu ben peggiore di qualsiasi aspettativa. Sostanzialmente si tratta di un fotoromanzo interattivo (interattivo per modo di dire) con scene erotiche di fattura così mediocre da essere diventato subito un oggetto di culto (anche perché quante copie ne avranno vendute?). Tra foto di qualità infima, attori che sfigurerebbero davanti alle suppellettili di un film porno e la povertà assoluta delle meccaniche di gioco (bisogna solo scegliere come far evolvere la storia attraverso qualche bivio, roba che si può gestire con il telecomando di un lettore DVD), Plumbers Don't Wear Ties è quanto di peggio il genere erotico abbia da offrire, ma anche un titolo ottimo per farsi qualche risata, da soli o in compagnia. Per giocarci non avete bisogno di un 3DO. Vi basterà avviare il filmato su YouTube e cliccare sulle varie scelte alla fine di ogni sezione (pensate quanto è complicato... sono riusciti a riprodurlo tutto con YouTube). Fidatevi: è così brutto che lo adorerete.
Selen - The Sex Files e Virtual Inseminator (PC Windows, 1997)
Vediamo ora questo duetto di videogiochi erotici made in Italy di padri ignoti (nessuno degli sviluppatori ha voluto firmarli, peccato), che dimostrano come da questo punto di vista non abbiamo mai avuto nulla da imparare dagli altri. Selen - The Sex Files è un'avventura grafica con protagonista la pornostar Selen. Riuscirà la nostra simpatica ragazza a risolvere tutti gli enigmi che la dividono dal gran finale? Diciamo che non impiegherà molto, vista la durata infima della trama e la scarsa quantità di cose da fare. Non contenta di questa apparizione videoludica, Selen tornò anche in Virtual Inseminator, dove però fece soltanto un cameo. Il protagonista di Virtual Inseminator, che già dal titolo dice tutto, è un diavoletto chiamato "Cazz" dalla forma di un... ma con le ali. Chissà cosa direbbe Cesare Lombroso della fisiognomica del buon Cazz. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un'adventure dagli enigmi molto blandi, in cui non mancano telefonate erotiche doppiate da cani (o da cagne, fate voi) e scene di sesso esplicito squallide. Bella l'intro con l'amico demone che disegna la scritta "Inseminator" con il suo liquido seminale. Anche in questo caso vale il consiglio di provare entrambi in compagnia. Vi ammazzerete dalla risate. Peccato soltanto che sia quasi impossibile reperirne una copia originale.
Torniamo a parlare di erotismo videoludico con questo secondo speciale dedicato al tema
Viper V16 e Viper M1 (PC Windows)
La serie di videogiochi hentai dei Viper, che conta moltissimi episodi (dai, divertiamoci a elencarli per dimostrare che Ubisoft non ha inventato nulla: Viper-V6, Viper-V8, Viper-V10, Viper-GTS, Viper-V12, Viper-V16, Viper-BTR, Viper-CTR, Viper-F40, Viper-M1, Viper-Island, Viper-F50, Viper-GTB, Viper Paradise, Viper-GT1, Viper-M5, Viper-RSR, Viper M3-3.2, Viper-V6R e Viper-V8R), narra diverse storie, alcune valide, altre meno. I giochi in sé non sono niente di eccezionale: sono generalmente molto brevi e non hanno caratteristiche degne di rilievo, a parte i disegni davvero pregevoli, anche e soprattutto delle scene di sesso (i Viper sono parecchio porno). E allora perché parlarne? Perché SOGNA, lo sviluppatore, ne ha venduti a carrettate? No, più semplicemente perché due episodi tra quelli elencati sopra, Viper V16 e Viper M1, sono stati tradotti anche in italiano. Si tratta forse del primo tentativo concreto di diffondere anche in Italia la cultura Hentai. Purtroppo il successo dell'operazione è stato relativamente scarso, nonostante la distribuzione nelle edicole, e tutti gli altri episodi non sono mai arrivati ufficialmente a toccare le nostre sponde.
Custom Maid 3D (PC, 2012)
Custom Maid 3D è un titolo Hentai piuttosto blando che si è fatto notare soprattutto per il suo controller. Il gioco in sé guida all'addestramento sessuale di alcune Maid, che devono essere trasformate in brave professioniste del sesso pronte a soddisfare i desideri dei loro clienti. Le protagoniste sono ampiamente personalizzabili e possono essere fatte agire in vario modo (balletti compresi). Nonostante la tematica possa sembrare scabrosa ai più, diciamo subito che non è raro trovarla rappresentata nei giochi Hentai e che, quindi, non è certo inedita (se vi becca qualcuno mentre ci giocate potete sempre dirgli che sono nipoti dell'imperatore giapponese). A essere inedito e a suo modo innovativo è però il controller che ha accompagnato il lancio del gioco in Giappone. Sostanzialmente si tratta di un joystick a forma di salsiccione, chiamato Ju-C Air, dentro cui può essere infilato il pene. Giocando con Custom Maid 3D il controller si occuperà di dare impulsi al videogiocatore, che di suo dovrà solo preoccuparsi di premere i tasti per far compiere alle Maid le azioni desiderate. Sul divertimento o meno nell'utilizzo di una simile periferica lasciamo il giudizio a chiunque l'abbia provata. Di nostro possiamo solo aggiungere che Custom Maid 3D è stato il primo titolo giapponese ad aggiungere il supporto per l'Oculus Rift tramite patch, anticipando di fatto Wicked Paradise come il primo titolo pornografico disponibile per l'innovativo visore di Oculus VR.
Love Hotel (PC Windows, 2013)
Chiudiamo questo speciale con un titolo recentissimo, che potete scaricare gratuitamente al sito ufficiale degli sviluppatori o su Desura. Love Hotel è una piccola produzione che affronta in modo intelligente e consapevole le difficoltà insite nella gestione di un Hotel per coppiette. Il giocatore è chiamato a soddisfare le esigenze dei clienti, anche le più strane, cercando di farne aumentare il numero in modo da fargli spendere più soldi. Nonostante il tema di fondo si presti alla leggerezza e nonostante la grafica in pixel art, Love Hotel ha scelto di approcciarsi al sesso da un punto di vista inedito nel mondo dei videogiochi, ossia quello affaristico. Più la nostra ricchezza cresce, più è facile capire la mole di soldi che muove l'industria nata intorno alle pulsioni sessuali umane. Nella sua minutezza e con tutti i suoi limiti, questo piccolo gestionale freeware riesce a rappresentare efficacemente un settore economico regolato da leggi simili a quelle di tutti gli altri. Oltretutto, Love Hotel è anche piacevole da giocare e almeno una volta è bello arrivare a costruire un vero e proprio grattacielo pieno di gente che si scambia fluidi e che per farlo paga liquidi sonanti.