Annunciato allo scorso E3 da il presidente Iwata durante il Nintendo Direct che ha sostituito la classica conferenza losangelina, Donkey Kong Country: Tropical Freeze non ha fatto esattamente strappare i capelli all'utenza Wii U assetata di nuovi giochi; vuoi per l'aspetto fortemente conservatore e fedelissimo a quanto realizzato a fine 2010 su Wii, vuoi soprattutto per la delusione legata alle aspettative sicuramente più ambiziose legate al ritorno sulle scene di Retro Studios, sta di fatto che la nuova avventura dello scimmione di Kyoto è arrivata fino in prossimità dell'uscita sul mercato decisamente sotto i radar. In attesa di potervi raccontare per filo e per segno le qualità del gioco in questione in occasione della scadenza dell'embargo sulla recensione, a metà febbraio, ecco quindi le nostre impressioni preliminari dopo qualche ora passata a fianco della banda di primati più famosa del mondo.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze ripropone meccaniche collaudate alzando il livello di difficoltà
Ma che freddo fa
Previsto inizialmente per novembre, Donkey Kong Country: Tropical Freeze è stato poi strategicamente riposizionato a fine inverno sia per colmare l'altrimenti ennesimo periodo privo di uscite, sia per allontanarsi dal ben più importante Super Mario 3D World. Pur essendo entrambi appartenenti al genere platform, la strada intrapresa da Retro Studios è però rimasta legata al gameplay 2D che aveva tanto composto tanto il debutto della serie su Super Nintendo quanto il ritorno in grande stile su Wii.
E laddove la straordinaria mole di contenuti dell'ultima avventura dell'idraulico garantiva di poter offrire qualcosa a veterani e meno esperti, al contrario Tropical Freeze è chiaramente indirizzato a chi è cresciuto a pane e platform, e non ha paura di prendere qualche schiaffone in faccia per opera di un level design che non ha nessun timore a mostrarsi nella sua crudele e impegnativa complessità. Se già a partire dal primo mondo si inizia a comprendere la pasta di cui è fatta la produzione Nintendo, a partire dal secondo si devono necessariamente dosare alla perfezione le proprie azioni, perché le vite a disposizione possono calare a ritmi vertiginosi in pochissimo tempo. Pur avendo già sostenuto con Donkey Kong County Return che il target principale fossero proprio quei giocatori con maggior confidenza ed esperienza col genere, è piuttosto chiaro come con questo seguito Retro Studios abbia scelto di premere più a fondo l'acceleratore in quella direzione. Se l'equilibrio tra sfida e frustrazione sarà però stato raggiunto in pieno, lo potremo dire soltanto in sede di recensione. Siamo in grado comunque di confermare, come già fatto con le precedenti prove del gioco, che Donkey Kong Country: Tropical Freeze somiglia moltissimo al suo predecessore: animazioni, sistema di controllo, abilità a disposizione e svolgimento dei livelli sono in larga parte identici, offrendo una sensazione di deja vu inevitabile fin dai primi istanti. Detto questo, sia chiaro che le novità non mancano: tra quelle che vale la pena di menzionare c'è senza dubbio il Kong POW, una sorta di "smart bomb" da caricare raccogliendo banane e che consente di trasformare immediatamente ogni nemico presente su schermo in un oggetto da raccogliere.
Una specie di "via di fuga" dalle situazioni più complesse quindi, anche se la sua amalgama all'interno del flusso naturale del gameplay ci ha lasciato qualche dubbio da risolvere nei prossimi giorni di test. E ovviamente non si possono dimenticare gli amici destinati a supportare lo scimmione, in grado di garantire una estensione dell'energia a disposizione (da due a quattro cuori) e soprattutto la facoltà di disporre di abilità speciali estremamente utili. Diddy Kong permette di aumentare il tempo di sospensione in aria durante i salti, Dixie Kong roteando la treccia dà modo di raggiungere altezze superiori, mentre il vecchio Cranky col suo bastone da passeggio può far rimbalzare sul terreno consentendo anche di passare indenni sopra a spuntoni e simili. Anche sott'acqua ogni compagno porta con sé in dote una capacità unica, da sfruttare ampiamente nelle frequenti ed estese sezioni subacquee. Abbiamo detto del level design particolarmente impegnativo, e discorso analogo si può fare per i boss distribuiti alla fine di ogni mondo; si tratta di sfide davvero lontane dai canoni classici dei platform Nintendo e della formula "3 colpi per morire". Al contrario, fin dal primo incontro ci si trova di fronte a combattimenti complicati, lunghi, con pattern di attacco numerosi che richiedono il massimo impegno e concentrazione al giocatore. Dove Donkey Kong Country: Tropical Freeze risulta quindi ostico e selettivo nel gameplay, al contrario appare apprezzabile e piacevole dal punto di vista tecnico. Mantenendo immutato lo stile estetico dell'episodio Wii, Retro Studios ha infatti sfruttato le maggiori capacità del nuovo hardware Nintendo garantendo scenari più complessi, dettagliati e colorati, ovviamente esaltati dall'alta definizione e dal frame rate perfettamente stabile a 60 frame al secondo. Notevole anche la varietà di ambientazioni, che per ognuna delle isole presenti offre un setting completamente diverso. Di altissima qualità invece appare l'accompagnamento sonoro, con brani superbi composti dal veterano della serie ed ex Rare David Wise, che mancava dalle scene videoludiche più importanti addirittura da Star Fox Adventures per Gamecube. Un appunto, infine, sul totale inutilizzo dello schermo del GamePad, destinato a restare spento se si sceglie di visualizzare il gioco sulla TV; una scelta abbastanza strana, soprattutto considerando la natura first party del prodotto.
CERTEZZE
- Gameplay valido e collaudato
- Evidente miglioramento tecnico
- Impegnativo
DUBBI
- Forse troppo impegnativo?
- Utilizzo del GamePad ridotto all'osso