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Un classico moderno

Con l'arrivo della versione beta torniamo a parlare di Divinity: Original Sin, atteso prequel del classico Divine Divinity

PROVATO di Mattia Armani   —   10/04/2014

Larian Games gode di una grande stima e questo non solo per la trasparenza, i video pieni di allegria e per la dedizione alla serie di giochi di ruolo che l'ha resa celebre. Sono la qualità dei prodotti e un'elevata inventiva, dimostrata anche nel caso di formule non certo nuove, a fare di questo team europeo uno dei più amati nel panorama PC. Non stupisce, dunque, che Divinity: Original Sin abbia ricevuto un corposo sostegno attraverso Kickstarter, strumento che ha permesso alla software house belga di ritornare a una formula classica, quella che ha dato il via alla serie Divinity, infischiandosene dei trend moderni. Un qualcosa che abbiamo visto crescere dallo stato di semplice demo colma di promesse a una beta che è già capace di mantenerne una gran parte.

Torniamo a parlare di Divinity: Original Sin sull'onda di una beta decisamente ricca di contenuti

L'ora della verità

Implementando quest, dialoghi, nuove aree e qualcosa come sessanta skill, l'update che ha portato Original Sin alla versione beta include, finalmente, quei contenuti che ci permettono di soppesare Divinity: Original Sin come esperienza a tutto tondo e non come semplice base dotata di buon potenziale. Un'esperienza che si rivela essere molto ricca e che, allo stato attuale delle cose, include condizioni climatiche variabili, la possibilità di rompere porte e serrature, incantesimi in quantità, crafting, rilevazione delle trappole, ostacoli distruttibili, combinazioni di oggetti, suppellettili spostabili, passaggi segreti e interazioni elementali come nel caso degli incantesimi acquatici che possono spegnere il fuoco o di quelli elettrici che possono trasformare l'acqua in un'arma. Tutte dinamiche intriganti che si vanno a sommare a un'interfaccia sempre più rifinita, ricca di indicatori visivi e decisamente intuitiva. Un elemento questo, molto importante nel caso di un combattimento a turni complesso come quello di Divinity: Original Sin che include l'utilizzo di svariate skill e non ci pone di fronte a situazioni incasellate.

Un classico moderno

Mentre gli orchi assaltano una zona, per esempio, possiamo tenerci al limitare della battaglia aspettando il momento più proficuo per attaccare senza rischiare troppo. E in tutto questo si inserisce anche un'ottima modalità stealth, simpaticamente condita con un costume da cespuglio, che include tiri di dado automatici in pieno stile gioco di ruolo e, con un gioco cromatico, ci indica anche il cono di visione degli NPC. Inoltre, a partire proprio dalla beta, è stato finalmente implementato l'importantissimo Guard Mode che consente, all'interno di un combattimento, di mettere un personaggio in stato di attesa per farlo agire nel momento più adatto. Niente male davvero per un progetto finanziato attraverso il crowdfunding. Le novità introdotte con la beta includono anche nuove dinamiche esplorative, l'immancabile borseggio, un tutorial per nulla invasivo e diverse novità sul fronte della resa estetica che includono un effetto profondità più rifinito e un'illuminazione ancora più solida e convincente. A tutto questo dobbiamo poi aggiungere alcuni di quei fattori che sono molto importanti per dare profondità a un gioco di questo genere. Elementi come il sistema di reputazione, le piccole ma deliziose side quest, missioni di investigazione, interazione con il mondo di gioco, ampie zone da esplorare, possibilità di parlare con gli animali, NPC e dialoghi in quantità, enigmi di varia natura e, cosa molto importante, esiti multipli a seconda delle azioni compiute in una determinata quest. La trama principale segue un filo conduttore e l'esplorazione non è completamente libera ma il mondo di gioco appare vivo grazie alla varietà, alla vivacità, alla ricchezza delle situazioni e ai summenzionati rapporti di causa ed effetto che portano alcuni personaggi a scomparire e altri a ripresentarsi nel corso dell'avventura con qualcosa di nuovo da raccontarci.

L'evoluzione del gioco di ruolo classico

La lista delle dinamiche che fanno da spina dorsale a Divinity: Original Sin è davvero impressionante e questa opulenza evidenzia come l'impostazione classica di questo titolo sia solo apparente e non una scelta meramente legata al risparmio. La visuale a tre quarti, questo è ovvio, comporta un discreto risparmio in termini di risorse hardware, ma questo tipo di concept esalta il combattimento a turni, richiama uno specifico genere di gioco di ruolo e facilita il design degli enigmi di natura ambientale. Un discorso analogo, tra l'altro, potremmo farlo per i personaggi, solo due e vincolati ad alcuni limiti ma per questo meglio calati nella dimensione narrativa. Inoltre talenti e abilità, diventati innumerevoli con il passaggio alla beta, garantiscono un'evoluzione superiore, anche grazie alle svariate sinergie, a quella che troviamo in titoli letteralmente affollati di classi e razze.

Un classico moderno

Parliamo, per essere più precisi, di otto diverse specializzazioni e di fattori determinanti come la distanza visiva, l'udito e i tratti caratteriali che sono determinati dalle azioni del giocatore. Una vera manna per gli amanti dei giochi di ruolo classici che possono contare anche su una modalità cooperativa decisamente interessante.

Un classico moderno

Questa è infatti sostenuta da situazioni che consentono ai giocatori di agire in contemporanea e, ciliegina sulla torta, il sistema di dialoghi permette a ogni giocatore di optare per un dialogo sperando che, magari grazie a quei punti spesi proprio nelle abilità oratorie, sia la sua linea di pensiero a prevalere. Nessuna attesa per i gregari dunque, e nessun leader a imporre una dittatura che potrebbe svilire la dimensione narrativa. Quest'ultima, d'altronde, è fondamentale anche se, dobbiamo dirlo, manca ancora un pizzico di nervo a sostenere il fattore coinvolgimento. I dialoghi sono validi, le situazioni varie e molti NPC vantano uno spessore niente male, eppure la mancanza del parlato e delle scene di intermezzo si fa sentire. A sostituire le voci, per ora, troviamo un sistema di animazioni che evidenzia lo stato d'animo dell'interlocutore ma questa scelta dona una vena caricaturale al titolo. Il rischio, è chiaro, è quello di compromettere il tono epico che ci si aspetta da una produzione di questo tipo ma per fortuna la nota umoristica non stona più di tanto grazie a un comparto estetico che mescola adeguatamente ironico e mostruoso, colori sgargianti e sangue. Inoltre anche se il doppiaggio vocale è uno di quegli elementi capaci di magnificare la narrazione di stampo fantasy, possiamo accettare un compromesso di questo tipo in un titolo che pur essendo stato finanziato attraverso Kickstarter ha il respiro di una grande produzione. A compensare le lacune, comunque, troviamo un comparto artistico di primissimo piano contraddistinto da modelli stilizzati ma proporzionati, ombre azzeccate, un ottimo uso dei colori, ambienti dettagliati, texture di prima qualità e ombre dinamiche che esaltano il fogliame di una vegetazione ricca e animata. E il dettaglio, cosa molto importante, resta impeccabile, grazie alla qualità tecnica e artistica delle texture, anche quando avviciniamo la telecamera. Unica pecca, in un quadro ancora parziale ma decisamente positivo, è la rotazione della visuale limitata a un arco decisamente ristretto. Ma la release finale non arriverà prima di qualche settimana ed è probabile che gli sviluppatori ci stupiscano con un nuovo, corposo salto qualitativo. Per questo potrebbe essere consigliabile aspettare di giocare la versione definitiva del titolo anche se ci sentiamo di consigliarne l'acquisto in versione Early Access.

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: 39,99€
Multiplayer.it

Lettori (124)

8.9

Il tuo voto

PRO

  • L'evoluzione del gioco di ruolo con visuale a tre quarti
  • Tecnicamente delizioso

CONTRO

  • La mancanza di dialoghi parlati si fa sentire
  • La rotazione della visuale è inspiegabilmente limitata