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Il buon pastore

Messo Worms in pausa, Team 17 ci propone la sua sanguinolenta idea di Lemmings

PROVATO di Christian Colli   —   09/05/2014

Creato nel 1991 per Amiga da DMA Design e Psygnosis, Lemmings ha generato negli anni svariati sequel e spin-off, ma mai nulla di così eclatante da bissare il successo dell'originale. L'idea era semplicissima: c'erano questi esserini, ispirati ai roditori artici omonimi, che dovevano andare dal punto A al punto B di una serie di mappe sempre più intricate, e il giocatore doveva aiutarli impedendo che facessero una gran brutta fine.

Il buon pastore

Dipartita che, all'epoca, veniva suggerita soltanto attraverso una manciata di pixel colorati senza essere particolarmente esplicita. Come dicevamo, molte software house hanno tentato di imitare quel concept così semplice e accattivante, ma poche sono riuscite a comprenderlo pienamente forse perché, nel tentativo di aggiungere qualcosa di loro, hanno finito per snaturarne la suddetta semplicità. I ragazzi di Team 17, gli autori di Worms che dalla loro proprietà intellettuale più famosa si sono presi una piccola pausa, hanno cercato di dire la loro sul caso Lemmings con un titolo da poco pubblicato in Early Access su Steam.

I ragazzi di Team 17 si divertono a torturare delle povere pecorelle in questo clone di Lemmings

In principio erano lemmini

Il fatto che Flockers sia una versione Early Access comporta, come di consueto, un prezzo ridotto e un prodotto non ancora completo al cento percento. Team 17 ha però proposto una quantità di contenuti più che discreta, a cominciare dai venticinque livelli iniziali e da un editor che permetterà ai giocatori di condividere i livelli da loro creati tramite Workshop.

Il buon pastore

Il concept di base è semplicissimo e ricalca alla perfezione quello di Lemmings: un gregge di pecorelle appare all'inizio di una mappa e avanza automaticamente nella stessa direzione finché non incontra un ostacolo, facendo a quel punto dietro front. La mappa è disseminata di trappole, ostacoli e meccanismi mortali, e il giocatore deve fare in modo che le pecorelle raggiungano la salvezza impiegando vari "poteri" e abilità. Si gioca tutto col mouse: di default è possibile selezionare una pecorella alla volta ma premendo il tasto destro del mouse è possibile espandere l'area di influenza, rappresentata da un grosso cerchio, e assegnare a più pecorelle contemporaneamente lo stesso compito o potere.

Il buon pastore

Questi "strumenti" sono sparpagliati per la mappa in un ordine che, almeno inizialmente, porterà le pecorelle a sbloccarli automaticamente sul loro tragitto fatale. I primi livelli fungono da tutorial, naturalmente, relegando a dei cartelloni sul fondale della mappa una specie di spiegazione visiva - invero piuttosto oscura - di come si dovrebbe risolvere il rompicapo imminente. All'inizio è tutto piuttosto basilare; un power up mette alle pecorelle una specie di mantello da Superman per farle saltare gli spazi vuoti, un altro trasforma la pecorella in un ostacolo che le altre non possono superare venendo costrette a fare marcia indietro, un altro ancora fa in modo che le pecorelle formino una scalinata di due, tre o più gradini che permetta alle altre di raggiungere una piattaforma sopraelevata. Il giocatore deve selezionare le abilità giuste al momento giusto, tenendo conto del limite di utilizzo, e fare in modo che le pecorelle devino dal loro percorso per raggiungere una destinazione diversa, dove magari le attende la conclusione del livello o un meccanismo di teletrasporto che le sposterà da un punto all'altro della mappa.

Come pecore al macello

Se la meccanica di base può apparire semplicissima, com'è giusto che sia, non temete: nel giro di due o tre mappe il level design diventerà abbastanza sadico da costringervi a riavviare lo stage più e più volte. Di base basta mettere in salvo anche soltanto una pecorella, ma a quel punto riceveremmo una valutazione bassissima e per ottenere il massimo - tre stelle - bisognerà raggiungere il punto di destinazione con più pecorelle possibile nel minor tempo possibile.

Il buon pastore

È tutt'altro che una passeggiata, anche perché sembra proprio difficile riuscire a farle sopravvivere tutte e la maggior parte dei puzzle non è esattamente intuitiva, senza contare che il giocatore ha poco tempo per agire dato che le pecorelle si muovono per conto loro. È possibile mettere in pausa l'azione per ragionare in santa pace o, per contro, accelerarla per ridurre i tempi morti nel caso si stia magari rigiocando un livello in cui si sappia già cosa fare. Il problema più che altro sta proprio nella mancanza di chiarezza generale: ovviamente la soluzione agli enigmi non può essere telefonata al giocatore, ma in certi casi ci è apparsa quasi frustrante, a causa anche di una mancanza di precisione nell'utilizzo dei vari poteri. Gli scalini, per esempio, devono essere formati in punti molto, molto precisi perché le pecorelle possano superare un certo ostacolo, e basta sbagliare di un millimetro per causare una strage. I teletrasporti, poi, spostano quasi istantaneamente le pecore da un punto all'altro dello schermo, e l'interfaccia non suggerisce con chiarezza dove siano riapparse, costringendoci a zoomare e a cercarle perdendo secondi preziosissimi se non si mette subito in pausa.

Il buon pastore

I risultati dei nostri errori sono catastroficamente macabri: è lì che entra in gioco tutto lo humour nero di Team 17, con i greggi di pecorelle che finiscono tritati o spappolati, esplodendo letteralmente in brandelli di carne e sangue. Lo stesso accadeva in Lemmings e Worms, certo, ma le fattezze antropomorfe e fantasiose di quei roditori e invertebrati attutivano un po' l'impatto visivo. In Flockers, invece, la morte truculenta delle pecorelle ci ha messo un po' a disagio. Lo stile cartoonesco in qualche modo riduce l'effetto gore, ma siamo convinti che i più impressionabili potrebbero storcere il naso di fronte a queste scene. Si tratta, comunque, dell'ultimo dei problemi di Flockers: i ragazzi di Team 17 dovranno lavorare sull'interfaccia e sul bilanciamento generale del level design e noi possiamo solo sperare che il feedback dei giocatori contribuisca a rendere il prodotto più completo e soddisfacente di quello che è adesso. I presupposti per un vero e proprio erede di Lemmings ci sono tutti.

CERTEZZE

  • È Lemmings, nel 2014 e secondo Team 17
  • Puzzle ingegnosi
  • L'editor ne aumenterà la longevità

DUBBI

  • Level design altalenante
  • Interfaccia da migliorare
  • Un po' troppo truculento per i più impressionabili