Dall'incredibile trailer in computer grafica realizzato per l'annuncio di Dead Island ad oggi, la serie di strada ne ha fatta tantissima. Ha venduto milioni di copie, si è guadagna il diritto ad un seguito ufficiale attualmente in sviluppo e da pochi giorni ha mostrato al mondo anche un progetto parallelo, Escape Dead Island, sviluppato dagli svedesi di Fatshark. In linea di massima la prospettiva di uno spin off sviluppato per console di vecchia generazione, quindi PlayStation 3 e Xbox 360, oltre che per PC, non è delle più eccitanti e solleva qualche riserva sulle ambizioni di questo titolo. Ma è altrettanto plausibile che l'idea di un capitolo di congiunzione tra i due principali, focalizzato sul racconto delle ragioni per cui il virus che ha trasformato la popolazione di un arcipelago in zombie è stato diffuso, avrà sollevato la curiosità dei moltissimi fan. Di recente siamo stato invitati nella sede milanese del publisher Koch Media per mettere le mani su una versione preliminare del prodotto, ricavandone impressioni contrastanti.
Dead Island tenta la via della terza persona per uno spin-off che ha ancora tanto lavoro da fare
Il seme della follia
Il protagonista di Escape Dead Island è Cliff Calo, figlio ribelle di un magnate delle telecomunicazioni che giunge sul luogo degli eventi del primo episodio per realizzare un documentario che sveli al mondo la verità dietro la terribile epidemia zombie. Le cose - come sempre - non andranno come previsto e presto si ritroverà a dover combattere per la propria sopravvivenza e per raggiungere l'isolotto di Narapela, dove si trova il centro di ricerca da cui si suppone tutto sia partito.
Siamo stati buttati nel bel mezzo dell'avventura senza essere ragguagliati sugli eventi occorsi dall'inizio e fino a quel punto, quindi è difficile unire i punti della narrazione, però la volontà di creare un'esperienza che investa molto sulla trama sembra essere sostenuta dai numerosi dialoghi tra Cliff e diversi personaggi con cui è in comunicazione, tra cui una misteriosa ragazza che spesso ne indirizza i movimenti. Per qualche oscura ragione il giovane soffre anche di allucinazioni, spunto che ha permesso a Fatshark di creare brevi livelli che si distaccano dalla normale rappresentazione dell'isola tropicale in favore di bizzarre visioni, ambienti decostruiti e panorami impossibili. Fatta eccezione per queste digressioni, Escape Dead Island si sostiene su una struttura piuttosto semplice, divisa in capitoli e con l'isola sì aperta all'esplorazione, ma composta da percorsi estremamente lineari. Ci sono elementi in comune con l'originale, come la possibilità di scattare fotografie, ma qui la visuale in terza persona ha suggerito un sistema di gioco più vicino ad un action duro e puro, al punto che ad esempio per ora non sembra esserci molto da raccogliere a parte le classiche munizione, gli zombie non rilasciano loot per terra e non abbiamo visto alcuna opzione per il crafting. Tutti aspetti che potranno essere inseriti in un secondo momento, ma che per ora non si sono manifestati. Con una formula così esile Escape Dead Island sarà un invito a giocare per l'utenza più vasta possibile; allo stesso tempo dovrà puntare molto sul sistema di combattimento per non risultare banale...
Fagli male
Nonostante il sistema di controllo sia chiaramente pensato per il controller, non abbiamo avuto grossi problemi a padroneggiarlo con mouse e tastiera.
Le armi corpo a corpo si brandiscono con un click del mouse cercando di usarle con il giusto tempismo, mentre quelle da fuoco hanno la doppia possibilità di sparare senza prendere la mira oppure avvicinando la visuale dietro la spalla del protagonista. Tutto come da copione verrebbe da dire, anche se la fortissima sensazione di déjà vu che Escape Dead Island spesso regala viene in parte mitigata da una buona varietà di nemici differenti. Ai normali zombie ciondolanti verso di noi, nei venti minuti scarsi di demo si sono aggiunte varianti sputa veleno, altre dotate di artigli capaci di roteare su loro stessi e quelli che con un balzo riuscivano a colmare grandi distanze. Ci saranno dei boss, ma l'unica a cui saremmo giunti, della quale non vi diciamo nulla per evitare grossi spoiler, non era implementata in maniera completa e quindi è praticamente impossibile da giudicare. L'esplorazione non sembra essere una priorità, come detto, visto che i livelli sono lineari e la presenza del rampino per arrampicarsi non viene valorizza come avrebbe potuto a causa della scelta di relegarla ad un numero limitatissimo di precisi punti dello scenario.
In compenso le ambientazioni potrebbero essere piuttosto varie dato che alle prevedibili spiagge tropicali e foreste lussureggianti, si alternano complessi industriali, grotte e villaggi. La componente visiva, caratterizzata da un coloratissimo cel shading, è di qualità altalenante: alcuni panorami suggestivi in esterna sono gradevoli alla vista ma la generale povertà degli interni e le animazioni non certo esaltanti dei nemici sono un fardello piuttosto pesante, anche per un titolo destinato ai sistemi di precedente generazione. Fatshark ha un curriculum che quando si parla di giochi in terza persona cita esclusivamente titoli multiplayer, una mancanza di esperienza che rischia di essere pesante quando invece bisogna realizzare il level design per un'avventura da giocare in solitaria. Bisogna dire che il codice era ancora preliminare, quindi da qui all'uscita, il prossimo autunno, è possibile che vengano apportati miglioramenti anche significativi. Per ora sembra che Escape Dead Island sia stato pensato ad uso e consumo degli appassionati disposti a passare sopra qualche difetto di troppo pur di conoscere risvolti ancora misteriosi della serie, mentre servirà un bel po' di lavoro per far sì che possa diventare appetibile anche per chi è semplicemente in cerca di un action a base di zombie fatto bene.
CERTEZZE
- Dettagli inediti sulla trama di Dead Island
- Veloce e accessibile...
DUBBI
- ...sperando non manchi la profondità
- Sembra mancare di grandi ambizioni
- Tecnicamente così così