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A me gli occhi

Un'avventura italiana a base di alieni che sembrano usciti da un film degli anni sessanta

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   21/10/2014

Albedo: Eyes from Outer Space racconta di un certo John T. Longy, il protagonista, che sta per iniziare il suo turno di notte di guardia alla base segreta Jupiter, laboratorio principale del gruppo Olympus. Purtroppo qualcosa va storto e Longy si ritrova imprigionato in uno scantinato dentro cui sembra essere appena passato un tornado. Ripresi completamente i sensi il nostro eroe per caso si rende conto che c'è qualcosa di grosso e minaccioso che sta provando ad abbattere la porta. Come fare per togliersi da guai?

A me gli occhi

Riempiendolo di botte? Sparandogli? Ma no, basta sfoderare l'anima da Guybrush Threepwood, che tutti ci portiamo dentro, anche se a volte davvero ben nascosta, per costruire una trappola utile a trasformare il mostro in una sfoglia sottile di pasta aliena. La prima sorpresa Albedo ce l'ha riservata nelle prime battute di gioco, quando ci aspettavamo una specie di sparatutto con enigmi e invece ci siamo ritrovati a destreggiarci con un inventario, un topo e un distributore automatico. Di base possiamo affermare che il gameplay della versione Accesso Anticipato ribalta esattamente di centottanta gradi i nostri pregiudizi sul gioco nati dalla visione dei trailer, definendolo più come un'avventura grafica con degli elementi da sparatutto. Il buon Fabrizio Zagaglia, in arte Z4GO, ha confezionato un titolo dalla natura particolare e affascinante, che mescola toni dark a una trama di fondo cui non manca una grossa dose d'ironia, sin dalla sua fonte d'ispirazione: i film di fantascienza degli anni sessanta, quelli con i robottoni squadrati, gli alieni verdi e i dischi voltanti fatti unendo dei piatti di carta. Le creature tentacolari dagli occhi giganteschi contro cui il buon Longy si trova a combattere sembrano uscite direttamente da quell'epoca, così come moltissimi altri elementi dello scenario, nonostante la modernità faccia capolino un po' ovunque. Una menzione a parte merita la schermata dei titoli, con quella strana apparecchiatura da cui selezionare le opzioni di gioco che è già di suo un oggetto degno di culto.

Albedo: Eyes from Outer Space ci catapulta nella fantascienza degli anni sessanta, e ci riesce benissimo

John T. Longy and the Alien Mindbenders

Come accennavamo nel paragrafo precedente, Albedo inizia come un'avventura grafica pura e richiede la risoluzione di alcuni enigmi per proseguire. Non stiamo parlando di puzzle banali come leve da tirare, mobili da spostare o chiavi da trovare, ma di soluzioni che non avrebbero sfigurato in un titolo di Sierra o Lucasfilm. L'interfaccia di gioco riflette la complessità del titolo.

A me gli occhi

Longy può afferrare cose, esaminarle, nel caso metterle nell'inventario, oppure gettarle vie, senza dimenticarsi di usarle con altri oggetti. Per essere più chiari, facciamo un esempio illustrando una catena di puzzle (se non volete anticipazioni, saltate al paragrafo successivo): dopo aver superato alcune stanze, il protagonista si trova intrappolato insieme ad alcuni grossi occhi alieni ancora allo stato larvale. Per poter proseguire deve trovare il modo di riattivare un ascensore. Perlustrando l'area trova un mobiletto con due cassetti, uno chiuso da un lucchetto e l'altro aperto, ma sempre con un lucchetto. Raccolto il lucchetto aperto ed esaminato il cassetto, Longy trova un doppio fondo con dei documenti tenuti insieme da una grappetta. Ciò che gli serve è proprio la grappetta che va piegata e usata per scassinare l'altro lucchetto. Facendolo partirà un mini gioco dedicato in cui bisogna piegare la grappetta cercando di allineare i tamburi del lucchetto. Aperto il secondo lucchetto si può aprire anche il secondo cassetto per non trovarci dentro nulla. Un vicolo cieco? No, i due lucchetti possono essere usati per riparare il montacarichi davanti alla porta dell'ascensore, da cui otterremo un cacciavite con cui svitare le viti di una grata sul muro, dentro il quale si nasconde l'oggetto che ci servirà per avviare l'ascensore, ottenibile risolvendo un altro enigma con uno degli altri oggetti rinvenibili nella stanza. Non vi diciamo di più per non darvi troppe anticipazioni, anche se ormai avrete capito che tipo di enigmi offre Albedo: Eyes from Outer Space. In caso di necessità è possibile premere un tasto per ottenere dei piccoli suggerimenti e per vedere evidenziati gli oggetti interattivi presenti nell'area. Certo, non aspettatevi la soluzione a schermo perché non è proprio questo il caso e comunque bisogna ragionare e sperimentare per capire cosa fare.

Informazioni sull'Accesso Anticipato

La versione Accesso Anticipato di Albedo: Eyes from Outer Space non è, ovviamente, ancora completa, anche se offre parecchi contenuti e, a differenza di altri titoli che hanno usufruito del servizio di Valve, è in uno stato decisamente avanzato di sviluppo. Comunque, chi fosse interessato all'acquisto sappia che un aggiornamento con nuove aree dovrebbe arrivare entro la fine di ottobre, mentre il gioco dovrebbe diventare completo nei primi mesi del 2015, anche se, come ci ha confidato lo sviluppatore, si tratta di una stima un po' ottimistica.

Come dicevamo, Albedo ha anche un'anima più action, che nella prima parte si manifesta nel pestaggio a mani nude o con armi improvvisate, tipo un cacciavite o una chiave inglese, di alcuni alieni più piccoli, per poi sbocciare nelle fasi avanzate in cui si arriva a impugnare un fucile a pompa per affrontare degli alieni cresciuti e decisamente pericolosi.

A me gli occhi

Di base, però, l'anima adventure non scivola mai via, almeno per la fetta di gioco che abbiamo potuto provare (vedi box per le informazioni sull'accesso anticipato). L'interfaccia, comunque, ben si adatta ad entrambe le situazioni, con le armi che si attivano come normali oggetti quando le si raccoglie, pur avendo animazioni dedicate al combattimento. Quello che ci è piaciuto molto è che le sezioni action sono ben integrate nel gameplay, senza stacchi netti rispetto alla risoluzione degli enigmi, in modo da dare una continuità al tutto che non si perde mai. Dal punto di vista visivo Albedo è un titolo che in un certo senso stupisce, non solo per lo stile adottato, sempre coerente nella rappresentazione dei vari elementi, sui quali spicca l'accorto uso delle luci, con dei neri molto profondi che contribuiscono in modo determinante alla gestazione dell'atmosfera. L'unico dubbio riguarda alcune animazioni, non tanto per la loro qualità, quanto per la loro, come dire, rapidità. Spieghiamo: combattendo corpo a corpo si nota subito che Longy può colpire a una velocità davvero impressionante, portando raffiche di colpi che farebbero invidia al successore della divina scuola di Hokuto. Purtroppo ha anche la brutta tendenza a perdersi per strada qualche fotogramma. Lo stesso non capita quando si usano armi da fuoco, che invece funzionano in modo tradizionale. Si tratta ovviamente di un problema da poco, che non va a influire negativamente sul gameplay e che probabilmente sarà risolto in una versione successiva di Albedo. Ci sembra comunque giusto segnalarvelo come ci sembra giusto consigliarvi di tenere in considerazione questa bella avventura italiana, che potrebbe rivelarsi una grossa sorpresa per la scena indipendente nostrana e internazionale.

CERTEZZE

  • Enigmi ben congegnati
  • Fantascienza anni sessanta
  • Il mix tra FPS e avventura grafica sembra riuscito
  • Visivamente notevole

DUBBI

  • Qualche animazione da rivedere
  • Alcune imprecisioni nell'interfaccia