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Uno su mille ce la fa

Vi sentite forti ai videogiochi? Fatevi sotto

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   21/10/2014

I giochi volutamente difficili sono considerati oggi un sotto genere. La serie Souls, Ninja Gaiden, Ikaruga sono solo alcuni dei titoli che non concedono nulla al giocatore. Vuoi superare un ostacolo? Impara le regole, allenati, continua ad allenarti e, se non dovesse bastare, allenati ancora. Primo o poi supererai l'ostacolo. Altrimenti imbocca il viale del fallimento e non farti più vedere, come quelle reclute di Starship Troopers che non avevano i requisiti per diventare soldati. Chi ama le sfide sa di cosa stiamo parlando, e di certo ricorderà il re dei giochi bastardi, quello che si concentra totalmente sulla ricerca dell'esecuzione perfetta, il temuto Super Meat Boy, che fra l'altro ha venduto cifre pazzesche, a dimostrazione del fatto che non tutto il pubblico cerca svaghi a buon mercato. Ma seguendo il filo dei ricordi, senza un ordine precisio, vogliamo citare anche VVVVVV e La Mulana, o l'elegante Dustforce. Insomma, non è certo un mercato fiorente quello di cui stiamo parlando, ma i titoli non mancano, e oggi se ne aggiunge un altro, l'impietoso Fenix Rage, il quale, essendo un platform, deve confrontarsi per forza con il titanico Super Meat Boy. Ebbene. Regge il confronto?

Se per voi quello che conta è partecipare, lasciate stare Fenix Rage: finireste per farvi male

Vite infinite

Glissiamo sulla storia: fate finta che non ci sia, perché quei micro frammenti di narrazione servono solo a dare un pretesto al personaggio per essere al mondo. Lasciate perdere anche il concetto di tutorial. Fenix Rage spiega al giocatore quali sono i comandi nel corso dei primi tre micro livelli, e poi comincia subito a fare forte. Fin dai primi istanti si rimane colpiti dal sistema di gioco, che, nella sua semplicità, è proprio quello che scava un fossato tra Super Meat Boy e Fenix Rage.

Uno su mille ce la fa
Uno su mille ce la fa

In Fenix Rage infatti si possono eseguire infiniti salti e altrettanti scatti, rivoluzionando di fatto un approccio alle piattaforme che si ripete inalterato da decenni. L'estrema mobilità del protagonista, unita alla composizione dei livelli, offre la possibilità di eseguire una sequenza di azioni alla velocità della luce, una dietro l'altra, senza mai posare i piedi per terra, dribblando ostacoli mobili a mezz'aria sino al portale blu che segna l'uscita del livello. Ciò significa che l'esecuzione perfetta di un livello dura raramente più di dieci o quindici secondi. Peccato che fra noi e l'esecuzione perfetta ci sia tutta l'asprezza di un gioco sordo a ogni supplica. Fenix Rage è una trappola cognitiva che sovverte qualunque automatismo occhio/mano possiate avere interiorizzato nella vostra vita di giocatori. Gli sviluppatori sanno che certi oggetti, se si muovono in un certo modo, vi porteranno ad agire per istinto in una data maniera. E state certi che lì, proprio in quel punto in cui non potete fare a meno di saltare, hanno piazzato una trappola mortale. Per fortuna si muore e si riparte in meno di mezzo secondo. Dall'altro lato, però, i livelli non si resettano, a eccezione degli oggetti distruttibili. Per farlo è necessario premere un tasto apposito. Questo obbliga a compiere un passaggio in più quando si cerca di gareggiare contro il tempo, ma parliamo comunque di centesimi di secondo. Un altro elemento di disturbo è la scelta cromatica, con accostamenti infelici che rendono difficile distinguere gli elementi del gioco. In compenso, ed è quello che conta, il sistema di gioco è solido come un blocco di granito. Fenix Rage vanta controlli ultra reattivi, collisioni precise come un laser e livelli costruiti per offrire sfide sempre nuove. Ma preparatevi a soffrire. Pregherete che ci sia un tasto segreto per saltare un livello (non c'è). In compenso ogni mondo azzera o quasi il livello di difficoltà per consentirci di imparare le regole che introduce, o scoprire in che modo ha manipolato quelle già assimilate. Si può quindi prendere fiato, di tanto in tanto. Poi però il gioco riprende a picchiare duro, e sempre un po' più di quanto faceva nella serie precedente di livelli. Quando poi non ne potete più, ecco che arriva un boss a sbarrare la strada. A volte dobbiamo sfuggirgli, altre invece è lui a schivare i nostri attacchi per proteggere i suoi punti deboli. A ogni modo la sfida rimane altissima.

Biscottino amaro

Dimenticando il fastidioso accostamento di colori, Fenix Rage ha una grafica gradevole, in netto contrasto con l'inflessibilità del suo sistema di gioco. Anche le musiche entrano subito in testa e lì rimangono piacevolmente senza venire a noia.

Uno su mille ce la fa

L'elemento ricorrente nei livelli di Fenix Rage sono i blob gelatinosi dal tocco mortale, ma c'è anche molto altro: teletrasporti che ci rimbalzano da un punto all'altro del livello, cubi di ghiaccio che si distruggono solo dopo avere preso fuoco scivolando sulla lava, teste di coccodrillo volanti e macchine della morte che sparano colpi letali a ripetizione sono solo alcuni esempi. Ci sono perfino portali di uscita che scompaiono sotto il nostro naso quando stiamo per raggiungerli. Nuove meccaniche entrano in gioco da un mondo all'altro mentre concetti già esplorati si modificano. Ma se davvero siete in cerca di una sfida superiore (come se quella di base non fosse sufficiente) allora dovete confrontarvi con i contenuti extra e cercare di raccogliere tutti i biscotti. Per quanto riguarda i biscottini, ce n'è uno in ogni livello e, se volete, potete tentare di raccoglierlo prima di raggiungere l'uscita. Se ne raccogliete abbastanza, riceverete una ricetta per sfornarli. Oltre a questo colpo di genio ci sono le sfide arcade, che offrono un sistema di gioco un po' diverso da quello principale, alle quali si accede finendo un numero sufficiente di livelli con una prestazione eccellente (in bocca al lupo). E se ancora non vi basta, provate a raccogliere i cubi rossi prima che il conto alla rovescia su di loro si azzeri, così da poter accedere a una versione dello stesso livello spogliata di ogni dettaglio. Ci sono infine modalità di gioco alternative per chi vuole continuare a migliorarsi, probabilmente per potere condividere il video della propria partita su YouTube. Fenix Rage non è un gioco per tutti, e qualche piccolo difetto gli preclude la vetta, ma con un sistema di gioco preciso come un bisturi e un'infinità di stimoli pensati per chi vuole mettersi alla prova con una sfida estrema, farà la felicità di tutti i giocatori che sentono la mancanza di Super Meat Boy. Se siete fra loro, fatevi sotto.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore 1.2 GHz o superiore
  • 512 GB RAM
  • Scheda video con almeno 32 MB di memoria video
  • DirectX 9.0 c
  • Sistema operativo Windows XP / Vista / 7 / 8
  • (Non pensate neppure di giocarci senza un joypad)

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 11,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (2)
6.0
Il tuo voto

Fenix Rage prende le distanze da Super Meat Boy introducendo meccaniche inedite che gli permettono di crearsi una propria identità. Un'altra particolarità del gioco è il modo in cui stimola il giocatore a seguire l'istinto solo per attirarlo in trappola. Preparatevi quindi a dominare i vostri impulsi, o a sostituirli con un nuovo modello mentale. Sarà dura, a volte quasi impossibile, ma i controlli impeccabili e il sistema di gioco preciso come un laser vi aiuteranno a provare un bel po' di soddisfazioni. E quando vi sentirete pronti, ci sono tonnellate di extra da sbloccare. Ma ricordate: qui di casual c'è solo la direzione che seguirà il vostro joypad quando lo lancerete contro la parete.

PRO

  • Sistema di gioco inedito per un platform
  • Controlli di una precisione impeccabile
  • Tantissimi livelli, tantissimi extra, tantissime sfide
  • Progressione intelligente della difficoltà

CONTRO

  • L'infelice abbinamento dei colori è spesso d'intralcio
  • Stilisticamente poco ispirato
  • Gli ostacoli non si resettano automaticamente dopo ogni morte