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PC Magazine #200

In arrivo la più grande mod per Skyrim di sempre!

RUBRICA di La Redazione   —   04/04/2015

Quando uscirà il prossimo The Elder Scrolls? Difficile da dire, sicuramente manca ancora parecchio tempo. Per ingannare l'attesa dovete assolutamente tenere sott'occhio Enderal: The Shards of Order, ambiziosissima mod che darà gratuitamente accesso a un mondo, storie e personaggi completamente inediti. Per ingannare l'attesa che ci separa da questa uscita, leggete lo speciale pubblicato da PC Gamer con tanto di interviste alle menti dietro al progetto. Se invece siete incuriositi dalle Steam Machine - e non siete spaventati dai tanti dubbi che ancora aleggiano sul progetto - FutureMark ha pubblicato la sua "classifica" redatta a partire da un valore che indica il rapporto tra pezzo e prestazioni. Infine un ottimo approfondimento sul ruolo dei temi della politica all'interno dei videogiochi. Argomento un po' inusuale e anche per questo ancora più interessante.

Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!

PC Magazine #200
COMPONENTECARATTERISTICHEPREZZO
ProcessoreIntel Core i7 4790K € 340.00
Scheda MadreASUS Z97-DELUXE € 240.00
Scheda Video GeForce GTX 980 x 2 € 1050.00
RAM CORSAIR Vengeance 16GB 1600MHz € 120.00
Alimentatore EVGA SuperNOVA 1000 € 140.00
Hard DiskSeagate Barracuda 2 TB + SanDisk Extreme Pro 480 GB € 350.00
Lettore-Masterizzatore Ottico ASUS BC 12B1ST € 80.00
CaseCooler Master Cosmos II € 340.00
CONFIGURAZIONE COMPUTER NINJA € 2660.00
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 Se siete fra coloro che giocavano a coin-op storici come Altered Beast o Splatterhouse, o rimanevano in ammirazione davanti a uno ZX Spectrum neanche fosse un relitto alieno, allora dovete lanciare subito Sinkh's Lair nella finestra del vostro browser. Nonostante la rozza visuale finto isometrica è facile prendere confidenza con i comandi e, mano a mano che si impara a conoscere la mappa, aumenta il tempo di sopravvivenza nel dungeon asfissiante del gioco. Se vi piace morire tanto e brutalmente, ora avete un valido rimedio quando siete in astinenza da Dark Souls.

Sinkh's Lair. Tipico momento di socializzazione.
Sinkh's Lair. Tipico momento di socializzazione.

Abbiamo già parlato l'anno scorso di Upsilon Circuit, forse uno dei titoli più originali degli ultimi anni. L'idea alla base del progetto è un gioco di ruolo cooperativo di azione nel quale, una volta morti, non si può più partecipare all'azione. Al posto nostro sarà estratto invece uno degli spettatori che seguono in quel momento la partita su Twitch. Il bello è che gli spettatori sono anche quelli che decidono quali e quanti nemici lanciare contro i giocatori che stanno seguendo. Se a questo aggiungiamo che Upsilon Circuit non è una mera sequenza di arene ma segue un preciso filo narrativo, si può immaginare quale epica evoluzione può avere mano a mano che nuove partite vengono ospitate settimanalmente sui server di gioco ed eroici personaggi muoiono per lasciare il posto ad altri avventurieri. Inoltre, sapendo che la morte è definitiva e irrevocabile, ogni giocatore dovrebbe essere spinto a dare il massimo, con risultati spettacolari. L'unica perplessità riguarda il sistema di gioco, forse troppo semplificato, ma con una struttura come quella sopra descritta, funzionalità e immediatezza sembrano più importanti di qualunque complesso sistema di abilità. D'altronde la vita è breve, chi ha tempo da perdere con menù e punti esperienza?

Ironcast si cimenta con il genere puzzle degli abbinamenti a tre, ma sfrutta questa meccanica come elemento ausiliario di un sistema più complesso. Alla base del gioco c'è lo scontro fra due mezzi meccanici disegnati in stile steampunk. Ogni mezzo ha diversi sottosistemi che gestiscono rispettivamente le armi, il movimento e gli scudi. Per funzionare, questi sistemi hanno bisogno di risorse. Inoltre ogni sottosistema ha i suoi punti danno, che una volta esauriti rendono quel meccanismo inutilizzabile. Sebbene possiamo prendere di mira questi sottosistemi in qualunque momento, per vincere la partita dobbiamo distruggere la scocca esterna del mezzo nemico prima che il nostro avversario faccia lo stesso con noi. Se usciamo perdenti dallo scontro, bisogna ricominciare il gioco da zero. Come dicevamo, per eseguire le diverse azione ci vuole il materiale di rifornimento appropriato, ed è qui che entra in gioco l'elemento puzzle. Collegando fra loro le materie prime dello stesso colore otteniamo infatti il rifornimento di cui abbiamo bisogno. Ciò significa che bisogna scegliere attentamente quale sistema attivare ogni turno in base anche alla disponibilità di elementi e alle combinazioni possibili. Al termine di ogni incontro avremo infine punti esperienza da investire in nuovi mezzi o piloti. Insomma, Ironcast è molto più profondo di un tipico puzzle di abbinamento a tre e offre una sfida strategica capace di impegnare a lungo. Se vi interessa, lo trovate su Steam a 12,99 euro.

Ironclad. Puzzle, strategia, grossi cannoni.
Ironclad. Puzzle, strategia, grossi cannoni.

Flawed Ones: Puppeteer è un ispirato gioco di strategia in tempo reale nel quale lo scenario si divide su più livelli, come quei giochi di corse di cavalli che si vedevano una volta nei Luna Park. Un'altra caratteristica intrigante è il colore che assume lo scenario mano a mano che guadagniamo terreno. La nostra porzione appare infatti in bianco e nero, mentre quella del nemico è a colori. Una scelta artistica che si lega alla natura del protagonista, un burattinaio senz'anima che ha scoperto come controllare il fato degli uomini. L'assenza di colore, che caratterizza anche i mini giochi in stile teatro dei burattini che intervallano le battaglie, è un sintomo del fatto che il protagonista non sa ancora chi è veramente. Ma lo scoprirà combattendo. Flawed Ones: Puppeteer è un gioco molto strano, una miscela di idee che potrebbe dare esito a risultati opposti. A fare pendere l'ago della bilancia da un lato o dall'altro potrebbe essere il risultato della raccolta fondi su IndieGoGo o la corsa alla luce verde su Steam. Se va la sentite, questo è perciò il momento buono per dare una mano agli sviluppatori.

di Andrea Rubbini

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Guild Wars 2
Per i giocatori di Guild Wars 2, l'atteggiamento di ArenaNet deve avere davvero dell'incredibile. Dopo due anni a tenere la bocca cucita sulla possibilità di un'espansione - arrivando addirittura a negarne la possibilità, in certi casi - lo sviluppatore sembra non riuscire più a contenersi, e con l'appropinquarsi delle prime fasi di test si sono moltiplicate anche le notizie relative ai nuovi content e agli obiettivi che Heart of Thorns vuole raggiungere in termini di gameplay. Prendiamo una delle ultime bloggate, ad esempio, in cui si è discusso il nuovo level design.

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I devs garantiscono che le nuove mappe saranno molto diverse da quelle che le hanno precedute, e considerando che la geografia di Tyria è una delle più vaste e articolate in termini di MMORPG, è un'affermazione che fa ben sperare. A quanto pare i designer si atterranno strettamente al concetto della giungla, strutturando le zone di Maguuma sia orizzontalmente sia verticalmente. "I giocatori affronteranno i jumping puzzle sugli alberi, saltellando tra i relitti in fiamme delle navi del Pact e aggrappandosi alle liane dei Mordrem, mentre attraversano ponti sospesi e passerelle che collegano il terreno della foresta ai villaggi colorati degli hylek nelle paludi", dicono i devs. Per quanto riguarda le armi leggendarie, invece, ci sono delle novità. Finora sono state l'obiettivo a lungo termine dei giocatori più tenaci, ma il problema delle "precursori" si sente ancora parecchio. Nell'espansione, però, si potranno fabbricare le armi precursori grazie al nuovo sistema Mastery: queste abilità, condivise dai personaggi appartenenti all'account, permetteranno di costruire le armi passo per passo, esplorandone la storia e i retroscena. In questo modo la fabbricazione dell'arma leggendaria dovrebbe diventare non solo più semplice, ma anche più interessante del terrificante grind che è stata finora. Che il lore per ArenaNet sia molto importante ormai lo sappiamo tutti: Guild Wars 2 è un gioco intriso di storia e mitologia, e nonostante si possano mettere in discussione alcuni passaggi della Living Story, bisogna ammettere che il solo fatto che esista è un merito non indifferente. Sul sito ufficiale è stata pubblicata un'ottima sinossi della trama dall'apparizione di Scarlett fino alla conclusione della seconda "stagione", così da permettere a tutti quelli che sono rimasti indietro di scoprire cos'è successo a Tyria giusto in tempo per Heart of Thorns. Tipo Lion's Arch che è saltata per aria e tante altre cose brutte e meno brutte. È una novità che va a braccetto con una delle ultime, importanti decisioni in termini di game design, e cioè quella di ridurre la difficoltà delle ultime missioni della "personal story" in modo che si possano affrontare anche da soli, senza ricorrere all'aiuto degli altri giocatori. Il lead writer Bobby Stein ha riferito che ArenaNet sta ridoppiando alcune battute nelle cinematiche in modo che abbiano senso nel nuovo contesto narrativo. Considerando che rottura di ma... ttoni era quell'ultima missione, hanno tutto il nostro appoggio.

A Realm Reborn: Final Fantasy XIV
Questa settimana per gli avventurieri di Eorzea è stata mesta e allegra al tempo stesso: tutte le cose belle prima o poi devono finire, e la prima storyline di A Realm Reborn si è finalmente conclusa, spalancando le porte all'espansione Heavensward che uscirà a giugno.

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Square Enix ha infatti pubblicato l'aggiornamento 2.55, che fra le altre cose sblocca le ultime missioni della storia principale, ma non solo. A parte che finalmente è stata cambiata la musica che scatta quando si sale in sella alla Magitek Armor con uno spettacolare arrangiamento del "Terra's Theme" di Final Fantasy VI, l'ultima parte dell'aggiornamento Before the Fall ha rimosso il limite settimanale per gli ultimi turni nel Binding Coil of Bahamut, ha aggiunto gli Encrypted Tomestone come ricompensa settimanale del World of Darkness, per il quale è stato peraltro rimosso anche il limite settimanale dei bottini. Magari la nuova patch non impegnerà per altri tre mesi i giocatori che ormai hanno spolpato l'endgame all'osso, ma il finale della storyline è decisamente scioccante e se siete anche soltanto dei casual player di Final Fantasy XIV vi consigliamo vivamente di completare le missioni che lo sbloccano.

Skyforge
Il Team Allods ha finalmente annunciato l'inizio della open beta del suo nuovo MMORPG... ma senza riferire una data precisa. Si tratta comunque di un momento imprecisato della prossima estate, e la comunicazione è stata accompagnata da un nuovo trailer del gioco. Nel frattempo, comunque, il team di sviluppo si è tenuto in contatto con gli utenti, e specialmente con quelli che hanno partecipato alla seconda fase di closed beta nelle scorse settimane.

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Sul forum ufficiale è stato infatti pubblicato un lungo commento in cui si parla delle varie criticità segnalate dai giocatori, a cominciare dalla lentezza per lo sblocco delle classi secondarie, dell'ottimizzazione dal punto di vista tecnico e del limite settimanale imposto sulla progressione. Ora gli sviluppatori stanno lavorando al bilanciamento delle classi, strizzando un occhio a quelle da combattimento ravvicinato, e alle prime fasi dell'avventura in modo che abbiano un respiro molto più ampio. Si è parlato anche dell'endgame, croce e delizia di ogni MMORPG che si rispetti: a quanto pare in Skyforge si dividerà in guerre tra pantheon, distorsioni e anomalie. Le guerre tra pantheon mescolano PvP e PvE in una lotta sanguinosa tra gilde; le distorsioni sono dei complessi scontri con boss particolari, mentre nelle anomalie bisogna affrontare dei difficili combattimenti di gruppo contro più nemici. Le prossime fasi della beta consentiranno ai giocatori di provare il PvP nell'evento Fury of the Immortals, e i primi 50 giocatori che si distingueranno nella competizione a tempo riceveranno il titolo esclusivo "Champion of the Immortals". In beta. Son soddisfazioni!

di Christian La Via Colli

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Ammettiamolo: noi vecchi cresciuti a pane e 8-16 bit non digeriremo mai la fine fatta da SEGA. Non la digeriremo mai perché abbiamo vissuto un'epoca in cui quel nome suscitava rispetto e attesa spasmodica a ogni annuncio e perché l'abbiamo vista concorrere per il podio virtuale del mercato dei videogiochi contro una Nintendo apparentemente onnipotente, rosicchiandogli quote di mercato e affermandosi con una sua personalità specifica, che molti preferivano a quella della grande N. Così ultimamente ci è venuta voglia di riscoprire un po' di titoli usciti sulle vecchie console SEGA. Quali scegliere? Oltre all'emulazione, esistono modi perfettamente legali per farlo. Soprattutto il Megadrive ha goduto dell'uscita di alcune raccolte che permettono di crearsi velocemente un buon catalogo di titoli di grande valore. Stiamo parlando dei cinque volumi che compongono la SEGA Genesis / Megadrive Classics. Però, invece di puntare ai titoli più famosi come Sonic e seguiti, che oltretutto vanno acquistati singolarmente, abbiamo creato una selezione di titoli che secondo noi meritano un po' di memoria pur essendo finiti nel dimenticatoio collettivo. Diamoci alle danze.

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Comix Zone
Comix Zone è un platform picchiaduro eccezionale, uno dei pochi titoli capaci di rileggere in modo intelligente la forma fumetto nei videogiochi, offrendo livelli divisi in quadri come se fossero le singole vignette delle pagine di un lungo racconto. È anche uno degli ultimi capolavori usciti per la console a 16-bit di Sega, uno di quelli in grado di sfruttarla al massimo dal punto di vista tecnico. Peccato non abbia prodotto seguiti.

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Shinobi III: Return of the Ninja Master
A detta di molti il miglior capitolo della serie Shinobi. Gli elementi caratteristici c'erano tutti: poteri ninja, combattimenti dalla distanza e corpo a corpo, nemici insidiosi e così via, ma erano riletti in un modo così dinamico che riuscivano a offrire sorprese dall'inizio alla fine dell'avventura. Insomma, un'altra grande impresa per Joe Musashi, che doveva vedersela per l'ennesima volta contro la Neo Zeed, in un crescendo di situazioni ottimamente orchestrato.

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Ristar
La galassia di Valdi è in pericolo per colpa del malvagio Greedy. Chi potrà fermarlo se non la stella cadente Ristar? Ci troviamo di fronte a un platform game classico, che ha come peculiarità quella di sfruttare le braccia retrattili di Ristar per arrivare in punti delle mappe altrimenti irraggiungibili con i normali salti. Non è originalissimo, ma è degno di memoria perché riesce a offrire degli spunti di gameplay ancora oggi apprezzabili.

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Bio-Hazard Battle
Dopo la distruzione del pianeta Avaron a causa di una guerra batteriologica, i sopravvissuti hanno rifondato la loro civiltà sulla piattaforma orbitante O.P. Odysseus. Passati centinaia di anni, gli avaronesi sono pronti a tornare sul loro pianeta, ma prima devono scoprire se è ancora abitabile in questo sparatutto classico che permette di selezionare una tra quattro navi, ognuna con i suoi potenziamenti.

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Alien Soldier
Treasure, la software house di Ikaruga, fu molto attiva su Mega Drive. Nella stessa raccolta di Alien Soldier è presente il più famoso Gunstar Heroes, ma noi vi consigliamo questo perché è un mix perfetto tra le meccaniche tipiche della software house nipponica, con armi da selezionare e mescolare per creare un proprio stile di gioco, e una grande spettacolarità grazie agli sprite grossi e ben colorati di nemici e protagonisti.

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Dynamite Headdy
Un altro titolo di Treasure. Questa volta un platform. Riuscirà Dynamite Headdy a non farsi rubare la scena del Treasure Theatre da Trouble Bruin, il suo acerrimo rivale? Cosa si nasconde dietro ai suoi tentativi di eliminarlo? Per scoprirlo bisogna letteralmente indossare una moltitudine di teste e superare i livelli che separano dal gran finale. Come in tutti i giochi di Treasure, anche in questo la sfida è molto elevata.

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Wonderboy in Monster World
Infine, parliamo di Wonderboy in Monster World, capitolo finale di una saga dimenticata dai più ma che fa ancora palpitare il cuore di molti videogiocatori. Le uscite per Mega Drive in particolare erano di altissimo livello e riuscivano a magnificare le migliori caratteristiche degli altri capitoli, ossia segreti a iosa, equipaggiamento da acquistare nei negozi per poter affrontare le sfide più ardue, e difficilissimi scontri con i boss.

di Simone Tagliaferri

Titolo: SEGA Genesis Classics
Sviluppatore: SEGA
Anno di pubblicazione: Vari
Come reperirlo:
Tutte le raccolte sono comodamente acquistabili tramite Steam. Volendo è possibile acquistare anche un singolo gioco alla volta. Perché giocarli oggi: Perché i titoli che vi abbiamo segnalato valgono ancora la spesa.

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Pesce d'aprile!
Al giorno d'oggi il pesce d'aprile online è più una consuetudine che una sorpresa. In quest'occasione tutti si aspettano di vedere l'arrivo di una valanga di scherzi, scemenze e finti annunci. Ma questa ricorrenza ci allieta con trovate piuttosto ironiche e divertenti che talvolta meritano attenzione. Ne raccogliamo alcune in una panoramica che si concentra, com'è ovvio che sia in questa rubrica, sulle trovate legate al mondo dell'hardware. Partiamo dai grandi colossi con Microsoft che per sorprenderci ha sfoggiato il suo lato più nerd. La sorpresa consiste nella presentazione della versione mobile dello storico sistema operativo DOS installato su uno smartphone Nokia equipaggiato con un processore d'annata. A spiegare questa scelta c'è l'ovvio ritorno alle origini, il piacere dell'interfaccia testuale, la riscoperta dell'essenza di un sistema operativo e una chiusura autoironica di un certo livello: "Ci hanno detto che non avremmo dovuto farlo. Lo abbiamo fatto lo stesso".

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La cosa più sorprendente è che DOS su Nokia funziona davvero e c'è anche un bell'hands-on che completa un pesce d'aprile piuttosto raffinato. Più moderna la burla di Sony che ha anche approfittato dell'occasione per promuovere direttamente Project Morpheus con una non propriamente necessaria smentita. Ma la pubblicità di Project Flow è decisamente ben realizzata e incorpora una vigorosa vena critica parlandoci di un visore tridimensionale che permette di nuotare in un videogioco mentre si nuota perdavvero in una piscina. Mappatura dei movimenti perfetta e via tra i flutti sperando che un eventuale gioco non ci chieda mai di nuotare a delfino. Nel frattempo Samsung ha presentato il Galaxy BLADE edge, un telefonino S6 capace di trasformarsi in coltello accessoriato con innumerevoli sensori capaci di aiutarci a migliorare presa e tecnica. L'idea è divertente, e in qualche modo anche allettante, ma lo scherzo del colosso coreano non può competere con la trovata di Motorola. La storica compagnia, adesso parte del gruppo Lenovo, ha tirato fuori una vena ironica feroce con uno spot decisamente raffinato. Il video rivela una campagna per il MotoSelfieStick che è un bastoncino per selfie di alto livello. Parliamo di un oggetto realizzato a mano con amore, con materiali naturali e con la tradizione nel sangue. HTC ha invece pensato ai calzini. I calzini sono sempre con noi e sono un ottimo strumento per ricevere SMS e notifiche in qualsivoglia situazione.

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Ma tra le varie funzioni la più utile è indubbiamente quella che permette a un calzino di trovare il suo compagno, sempre e comunque. Più modesti gli sforzi di Youtube, che ha calcato sul buon vecchio brano Darude Sandstorm, mentre Airbnb si è data ai viaggi nel tempo organizzando vacanze nel passato. Niente in confronto a quanto fatto da Razer che cavalcando la febbre per l'hoverboard, lo skateboard fluttuante di Ritorno al Futuro, ha dato vita al Project McFly. Parliamo di un mouse che levita sfruttando l'intero campo magnetico terrestre e che sfoggia un sensore capace di sfruttare qualsiasi superficie, a qualsiasi distanza, per garantire sessioni di gioco impeccabili. Lo sviluppo, purtroppo, non è stato esente da incidenti ma il video ci dice che alla fine è andato tutto bene. Il più affine in assoluto a queste pagine è con pochi dubbi il pesce d'aprile di Nvidia che ha tirato fuori le Titan Mini. Chi non vorrebbe una Titan due volte più potente, due volte più efficiente e con una scelta di cinque colori dalle tonalità non troppo casualmente simili a quelle dell'iPod? Beh dipende dal prezzo ovviamente. Considerando quanto costa quella vera una versione del genere potrebbe tranquillamente sfoggiare il prezzo di una fuoriserie. Ma lo scherzo tecnologico che ha avuto più richiamo è stato quello del CERN che si è fatto notare in quanto pesce d'aprile realizzato in prima persona dall'organizzazione scientifica più importante d'Europa. A quanto pare i ricercatori di Ginevra avrebbero finalmente dimostrato l'esistenza della forza e sarebbe proprio questa "a dare i suoi poteri a un fisico delle particelle". Infine pur uscendo dal seminato dobbiamo menzionare il pesce d'aprile di Google che tanto pesce d'aprile non è. La versione di Pac Man creata dal colosso delle comunicazioni, infatti, funziona effettivamente con Google Maps. Provare per credere.

di Mattia Armani