Estragone: Siamo contenti. (Silenzio.) E che facciamo, ora che siamo contenti?
Vladimiro: Aspettiamo Godot.
Estragone: Già, è vero.
Nintendo ha appena annunciato un supporto continuo e insperato all'ultimo debordante Mario Kart, a un costo aleggiante tra il gratuito e gli otto spicci; il 29 maggio arriverà la giovane promessa Splatoon, a giugno il tenero Yoshi, a settembre Mario Maker, Monolith Soft entro la fine dell'anno ci diletterà coi suoi robottoni e le sue proterve pianure. Un anno che dovrebbe ospitare anche il ritorno di una nota volpe astrofila, assieme al suo papà tanto umano e tanto leggendario ma che giochi, direttamente con le proprie manine, non ne plasma da quasi due decenni. E poi c'è l'E3, a giugno, dove probabilmente vedremo a cosa sta lavorando Retro Studios da vari mesi: siamo contenti. E che facciamo, ora che siamo contenti? Aspettiamo Zelda, come sempre. Perché né Mario Kart alla velocità del suono, né i bellici calamari sguscianti, né tanto meno le nipponiche lande e costruzioni monolitiche potranno mai farci scordare che, nella notte tra il 27 e il 28 marzo, Eiji Aonuma ha forzato i nostri schermi, violato i nostri dispositivi smart e, inchinandosi e guardandoci negli occhi, ci ha pugnalato dritti al petto (era un venerdì sera, tra parentesi). The Legend of Zelda non uscirà entro il 2015; o meglio, citando direttamente Aonuma, "farlo uscire nel 2015 non è più una nostra priorità". Non fosse bastata cotanta mazzata, ormai squartati e con un frammento di noi già rivolto all'E3, assetati di una pur piccola zampillante goccia zeldiana, abbiamo letto il vecchio Eiji scrivere su Miiverse che Zelda, a Los Angeles, proprio non ci sarà.
"Un gioco rimandato può diventare bello, un gioco brutto è brutto per sempre". Bello e puntuale mai, eh?
I precedenti
Se questo è il primo The Legend of Zelda che state attendendo, be', vi immaginiamo ancora stesi a terra, storditi. Al contrario molti di noi purtroppo si aspettavano - o quantomeno temevano - un evento simile. Perché la gravidanza di queste opere è andata via via espandendosi, raggiungendo gli attuali quarantotto/sessanta mesi: una cifra alta, ma con la quale da appassionati riusciremmo a convivere. E invece no: ogni volta Aonuma e compagni ci lasciano illudere - e forse ci credono loro stessi - che servirà meno tempo, che Zelda tornerà prima di un lustro. Un mantra ripetuto fino all'appropinquarsi del solito, prevedibile imprevisto, che ad ogni ciclo si concretizza in nuove forme.
Ocarina of Time ha codificato gli action RPG poligonali, ma prima di manifestarsi al mondo è stato rimandato per più di un anno, cambiando piattaforma (era previsto per Nintendo 64 DD) e supporto. Majora's Mask è l'unico ad essere nato e cresciuto sotto perentori vincoli temporali, e infatti rappresenta una delle eccezioni al teorema del ritardo perenne; nonostante questo, emergono lampanti i motivi che hanno garantito il rispetto delle scadenze, riciclo del game engine precedente in primis. The Wind Waker ha subito un ritardo di pochi mesi, un'inezia, non fosse poi divenuto un drammatico precedente: superata la sbornia da grafica celestiale, quasi tutti infatti si sono accorti che, con qualche mese in più di sviluppo e una fase finale più corposa, sarebbe stato un serio candidato a gioco del decennio (basti pensare che, da varie parti, questa candidatura è giunta comunque). A inizio 2010 Iwata ha dichiarato col sangue davanti agli azionisti che Skyward Sword sarebbe uscito entro la fine dell'anno, e infatti è arrivato nel novembre 2011 (dodici mesi dopo). Abbiamo tenuto per ultimo il caso più eclatante nonché più simile all'attuale, Twilight Princess. Un progetto che è stato presentato in pompa magna all'E3 2004, portato a Los Angeles in forma giocabile l'anno successivo e annunciato su GameCube per il novembre del 2005; a fine agosto, ovvero a tre mesi dall'ipotetica pubblicazione, è stato sorprendentemente (davvero!) dirottato all'anno successivo, "per farne un gioco migliore". Sì, un gioco migliore che sarebbe giunto anche su Wii.
E adesso?
In questa sede, da saggi gufi zeldiani, non vi daremo soluzioni corrive: piuttosto vi metteremo in guardia da chi ve le propone. Perché, mai come questa volta, tutto è possibile. Escluderemmo, almeno in parte, la possibilità che il progetto venga dirottato interamente su NX, la prossima console Nintendo; innanzitutto di questa macchina (o meglio, piattaforma) non sappiamo niente. Non ne conosciamo specifiche tecniche, forma o dimensioni, non ci è stato detto se sarà fissa o portatile: un caso ben diverso dal Revolution che, per quanto nebuloso, era comunque un prospetto ancorato al concetto di home console. Ma, fosse anche stata con certezza NX una console casalinga, avremmo comunque scartato la possibilità di uscita esclusiva: a tutti gli effetti si tratta dell'ipotesi meno probabile. Perché il gioco è in sviluppo da anni su Wii U, perché Nintendo - con l'eccezione del Virtual Boy - ha sempre supportato qualsiasi piattaforma fino alla fine dei suoi giorni, perché l'opera è stata promessa agli utenti di questa console e, ci giureremmo, quest'opera quegli utenti avranno.
Chiarito ciò, è difficile spingersi oltre. Perché nessuna home console Nintendo era mai andata così male, nemmeno il GameCube, i cui 22 milioni rappresentano ormai un miraggio. Non è impossibile quindi che il successore di Wii U arrivi prima del previsto, a fine 2016, e che il prossimo The Legend of Zelda nasca con un parto gemellare à la Twilight Princess: il che renderebbe Wii U l'unica home console Nintendo (finora) priva di un titolo della serie in esclusiva, un fatto abbastanza grave per gli acquirenti della prima ora. In quest'ottica sarà rivelatore il prossimo E3 (2015): perché, esattamente come nel 2006, sappiamo bene che l'ombra di uno Zelda può "coprire" tranquillamente l'ultimo anno di vita di una piattaforma Nintendo. Non venissero annunciati altri grossi progetti in arrivo su Wii U dopo marzo 2016, se Retro Studios ed EAD Tokyo fossero già al lavoro sui prossimi hardware quindi, l'ipotesi del parto gemellare sarebbe tutt'altro che da scartare. Al contrario, venissero mostrati Metroid e Mario 3D su Wii U, potremmo stare sicuri della perdurante esclusività del prossimo Zelda. E con altrettanta sicurezza ci dilunghiamo in un'ultima riflessione: Aonuma, coltellata a parte, ci ha detto molto. Forse troppo. Delle frasi che, conscio della sacralità dell'argomento trattato, rappresentano un audace azzardo. Perché Eiji, potete risentirlo voi stessi una volta ammortizzata la pugnalata, ha promesso (testualmente) lo Zelda definitivo: un'opera destinata a oltrepassare le sue stesse aspettative.
Vladimiro: "Allora andiamo?"
Estragone: "Andiamo".
Non si muovono.
E, mentre attendiamo, auguriamoci che le aspettative di Aonuma siano paragonabili alle nostre.