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Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…

Riusciremo mai a cavalcare nuovamente per le verdi praterie di Rockstar, o verremo trasportati in uno scenario completamente differente?

RUBRICA di Massimo Reina   —   22/04/2015

Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.

Duelli all'ultimo sangue, saloon affollati da ballerine e da gente poco raccomandabile, lunghe cavalcate attraverso praterie o aridi canyon; e ancora, furiose sparatorie lungo strade impolverate, assalti alle diligenze, animali selvaggi da prendere al lazo: nonostante qualche bug, Red Dead Redemption è stato un capolavoro nel suo genere, e sono in tanti i videogiocatori che sognano prima o poi di poter tornare a vivere un'esperienza simile in un nuovo episodio della serie, magari ridisegnato tenendo in considerazione le potenzialità hardware delle nuove piattaforme da gioco e dei computer. Rockstar Games fino a questo momento non ha mai rivelato nulla in proposito, anche se ha più volte sottolineato come l'intero staff dia una grande importanza a questo franchise, nonostante "come per altre serie, da Bully a L.A. Noire, non c'è fretta di farne un sequel." Insomma, le speranze di vedere a breve qualcosa sono solo legate a dei rumor messi in rete da presunti insider. Noi in attesa di annunci ufficiali su un eventuale Red Dead Redemption 2 abbiamo provato a immaginarlo, e a fantasticare su cosa vorremmo vedere in esso, partendo dal presupposto che come struttura non auspichiamo rivoluzioni rispetto al predecessore, ma solo una normale evoluzione.

Il Vecchio West o ambientazioni più moderne? Sequel o prequel? Come vorremmo in Red Dead Redemption 2?

Il selvaggio West

Sono passati oramai diversi anni da quando Red Dead Redemption arrivò sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo suscitando l'entusiasmo di pubblico e addetti ai lavori. Bollato all'epoca da alcuni come un Grand Theft Auto ambientato nel Far West, il titolo sviluppato da Rockstar San Diego proponeva in realtà una struttura che condivideva molto con l'opera creata da Rockstar North, ma anche diverse caratteristiche peculiari che ne delineavano l'identità, oltre a un multiplayer che per certi versi rappresentava all'epoca un nuovo step evolutivo per il genere.

Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…

E poi, ovviamente, c'erano la trama, le ambientazioni evocative e un protagonista fortemente carismatico, tutti elementi capaci insieme di riproporre in un videogioco il duro e affascinante mondo del selvaggio West. Ebbene, noi per prima cosa vorremmo che un eventuale Red Dead Redemption 2 mantenesse inalterati questi elementi, e proponesse quindi atmosfere, scenari e tematiche non dissimili da quelle del predecessore.

Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…

Anzi, nell'eventualità in cui fosse possibile scegliere tra un'ambientazione storica successiva ai fatti narrati in Red Dead Redemption, che vedrebbe protagonista Jack Marston e porterebbe verso scenari vicini al periodo della prima Guerra Mondiale, oppure una antecedente, con un nuovo cast di personaggi e in un'altra area fittizia del nord America, noi propenderemmo proprio per questa seconda possibilità. E come elemento che fungesse da trait d'ùnion tra primo e secondo gioco, in caso di difficoltà per gli autori nel trovarne uno storico, ne avremmo in mente uno particolare, di cui però parleremo più avanti in questo articolo. L'importante è che un eventuale nuovo protagonista abbia lo stesso fascino e carisma di John Marston. Ad ogni modo, ambientando il titolo in un periodo storico più vecchio dell'originale si avrebbe l'opportunità di includere nell'universo del gioco le famose "giacche blu", vale a dire i soldati di tanti film di John Wayne, assieme ai trapper, ai pionieri in cerca di fortuna, agli scout e a coloro che rappresentano probabilmente una delle figure più importanti e affascinanti della storia dell'epoca, gli indiani americani. Collocare infatti la storia a partire per esempio dal 1860, magari nelle Grandi Pianure, consentirebbe a Rockstar di inserire i propri personaggi nel periodo delle guerre indiane, della guerra civile americana e della nascita della linea ferroviaria nazionale, ma anche di coinvolgerli nelle storie reali (o ispirate a esse) di personaggi storici quali Cavallo Pazzo, il Generale Custer, Buffalo Bill e Toro Seduto, giusto per citarne alcuni, con tutte le implicazioni del caso anche a livello di gameplay.

Missioni alternative con gli indiani

Muoversi a piedi furtivamente lungo gli argini di un fiume per cercare di sorprendere un daino in una fase di caccia e sentire tutto intorno degli strani richiami che potrebbero rivelare la presenza di pellerossa nei paraggi, oppure cavalcare lungo una pista polverosa circondata da cactus e da alti spuntoni di roccia all'inseguimento di un bandito, e vedere improvvisamente in lontananza dei segnali di fumo che non lascerebbero presagire nulla di buono, offrirebbero un'ulteriore grado di sfida al giocatore, che dovrebbe stare quindi doppiamente all'erta.

Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…
Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…

La presenza dei nativi americani potrebbe inoltre servire agli sviluppatori per introdurre una nuova serie di eventi casuali, di missioni secondarie facoltative e di varianti agli schemi di quelli invece già introdotti nell'originale Red Dead Redemption. Per esempio oltre a salvare una diligenza assaltata dai banditi o scortare una donna in difficoltà a cui si è ribaltato il carro in prossimità di qualche città, nelle zone più selvagge si potrebbe aiutare una colonna di coloni a sfuggire a una banda di nativi, respingendo i loro attacchi a colpi di fucile fino alla meta, oppure, in casi estremi, resistere a un loro assedio dietro a un'improvvisata barricata costituita dai carri stessi dei viaggiatori disposti in cerchio, il tempo necessario all'arrivo della cavalleria, come nella più tipica tradizione cinematografica. Una variante a nostro modo interessante di quest'ultima situazione potrebbe riguardare i fortini o gli avamposti militari più piccoli, con un minigioco nel quale difenderli dagli attacchi saltuari di indiani e bande di delinquenti, per impedirgli di saccheggiare magazzini e armerie. Alle sfide "cittadine" come quello dei dadi, delle carte o delle freccette, potrebbero esserne invece aggiunte altre più da frontiera: gare di tirassegno con i tomahawk, battute di caccia dove utilizzare solo arco e frecce, giochi col pallone (ce ne erano alcuni molto diffusi proprio fra i nativi americani), gare podistiche e corse coi cavalli. Lo "spirito" dei nativi americani non mancherebbe di influenzare anche lo stile e i bonus degli abiti sbloccabili per il protagonista di Red Dead Redemption 2. In tal senso non ci dispiacerebbe una condizione di gioco che, in base alla risoluzione di certe quest secondarie, ci desse la possibilità di guadagnare la fiducia dei vari capi indiani e di ottenere da loro in cambio qualcosa che fungesse da lascia passare nei territori controllati dalle rispettive tribù o migliorare i parametri del protagonista. Per esempio una simbolica cintura di Wampum, da indossare per essere lasciato in pace, oppure un oggetto in grado di migliorare alcune abilità in combattimento in cui gli indiani d'America erano maestri, come nel caso dei corpo a corpo o degli attacchi a sorpresa. Nel primo caso si tramenerebbe di una sorta di versione alternativa degli abiti del primo Red Dead Redemption, come per esempio il vestito dei Gemelli Bollard o quello da ribelle di Reyes, mentre nel secondo un evoluzione di oggetti come il rosario Obscuridad del Santo Andres che la suora italiana del convento di Las Hermanas dava al giocatore quando l'onore raggiungeva il massimo valore, per ridurre le probabilità che questi potesse essere colpito dai proiettili nemici del 25%.

Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…

L’uomo in nero

Assoldare alleati per costituire una banda di giustizieri o, al contrario, di banditi, oppure assumere persone per lavorare in qualche emporio o ranch acquistato e gestito dal videogiocatore, potrebbe aggiungere ulteriore pepe al gameplay, così come legare il sistema di fama, onore e taglia non più solo alle azioni compiute durante l'avventura ma anche alle scelte fatte dall'utente durante degli appositi dialoghi. Non chiediamo qualcosa di complesso alla Mass Effect, ma solo un paio di opzioni nei colloqui attraverso le quali il giocatore potrebbe influenzare in positivo o negativo la percezione che gli altri hanno di lui, la possibilità di ottenere poi benefit o meno da un determinato personaggio e così via.

Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…
Red Dead Redemption 2 – Cosa vorremmo in…

Qualche riga sopra avevamo accennato alla possibilità di utilizzare un elemento particolare per connettere, almeno idealmente se non fosse possibile fallo a livello di trama, i due episodi di Red Dead Redemption. In realtà tale connessione sarebbe quasi un gioco, niente di serio. Nell'avventura che vedeva protagonista John Marston c'era un enigmatico straniero in abito scuro che l'ex bandito incrociava in alcuni dei momenti cruciali del gioco, e che sembrava sapere tutto della sua vita. L'aura di mistero che aleggiava su questo individuo, la cui vera identità tra l'altro non è stata mai rivelata dagli stessi sviluppatori, ha dato vita fra i fan a una serie di teorie fra le più disparate, da quella che lo identificava nel diavolo o in Dio, a quelle che lo volevano come una personificazione del destino, della morte o dell'animo combattuto dello stesso John. Ebbene, noi immaginandolo come una figura di questo tipo lo rivedremmo volentieri in Red Dead Redemption 2. Passando alla parte tecnica, vorremmo ovviamente che venisse migliorata la grafica, e siamo certi in questo senso che gli sviluppatori punterebbero nel caso su un più performante engine per restituirci un mondo più grande da esplorare, ma anche bello da vedere e credibile sotto ogni punto di vista. Anche da quello delle performance, con l'eliminazione in partenza di tutti quei glitch riscontrati nell'avventura di John Marston, dalle creature antropomorfe alle strane situazioni che accadevano a Tumbleweed, e che hanno generato tuta una serie di miti e leggende sulla "reale" infestazione della cittadina abbandonata, fino ai carri che decollavano verso l'infinito e oltre. Per quanto concerne l'audio, chissà poi che finalmente non si possa avere un doppiaggio in italiano, per consentirci di calarci meglio nella storia senza stare a leggere troppo i sottotitoli, a patto ovviamente che l'interpretazione dei personaggi da parte delle voci nostrane sia di primo livello, e non fatto coi piedi. Per il resto, come sempre, di cose che si potrebbero fare per rendere bello un gioco ce ne sarebbero tante, almeno secondo quelli che sono i gusti di ognuno: noi da questo punto di vista abbiamo detto la nostra, a voi il compito di aggiungere le vostre idee. Nel frattempo, per rinfrescarvi la memoria, potete rileggervi la nostra recensione di Red Dead Redemption.