Portare in dote un nome pesantissimo come quello di Call of Duty o Assassin's Creed, nel nostro medium, spesso si traduce in un comodo lasciapassare verso facili guadagni, catalizzati dal marketing estremo e dalla clientela fidelizzata che si accontenta del conservatorismo. Ciò nonostante può rappresentare anche un enorme fardello per gli sviluppatori. Le aspettative degli appassionati, infatti, possono essere facilmente disattese, qualunque difetto viene magnificato dal buco nero della rete e in men che non si dica si finisce tacciati di mediocrità commerciale, pur proponendo prodotti che, oggettivamente, offrono buone doti ludiche.
Lo sanno benissimo Electronic Arts e le software house legate alla celeberrima serie racing Need For Speed che, oltre ad essere la più venduta in assoluto per il genere d'appartenenza, nel corso della sua pluriennale storia ha avuto il coraggio di cambiare spesso pelle e target, esponendosi al fuoco incrociato di chi ne aveva apprezzato un'iterazione piuttosto che un'altra. Questo incedere camaleontico, partito dalla genuina passione per le supercar dei primissimi capitoli e giunto ai "takedown" mutuati da Burnout degli ultimi anni, passando per escursioni nell'universo del tuning (Underground), della simulazione spinta (Shift) e delle storie hollywoodiane (The Run), tuttavia, non ha sempre espresso i risultati sperati, generando ulteriore malcontento in chi si aspettava un'evoluzione del proprio Need for Speed preferito. Tutto questo è culminato nella storica decisione di Electronic Arts di non pubblicare un nuovo capitolo nel 2014, lasciando al team di sviluppo attuale, ovvero gli svedesi Ghost Games, un anno supplementare per tracciare al meglio il nuovo corso della saga, dopo il criticato ma comunque valido Rivals del 2013. L'impegno degli sviluppatori, già autori di Hot Pursuit (2010) e Most Wanted (2012) quando facevano parte di Criterion Games, si è tradotto nell'appena annunciato Need For Speed, un vero e proprio reboot che ha scaldato il cuore di milioni di appassionati grazie alle prime immagini e informazioni diffuse.
Gare notturne, tuning e grafica spettacolare nel reboot di Need For Speed
Uno spoiler per amico
Il filone Underground, lanciato nel 2003 e seguito l'anno successivo da un capitolo ancor più vasto, corposo e per la prima volta legato al concetto di open world, con una città liberamente esplorabile, è figlio di una moda esplosa negli anni '90, che tuttavia, col passare degli anni, ha sicuramente perso buona parte della sua eco mediatica, pur continuando ad appassionare schiere di fedelissimi.
Basti pensare all'evoluzione della serie cinematografica Fast and Furious: il tuning, la musica hip hop e le fascinose auto d'importazione rappresentavano il cuore pulsante dei primissimi capitoli, trasformatisi successivamente in una saga d'azione con al centro auto sempre più esotiche e costose. Un parallelismo con la strada intrapresa da Need For Speed è innegabile ed evidente, sintomo di come i media legati all'intrattenimento rispondano praticamente all'unisono alle leggi di mercato. Ma la passione per il tuning, per le auto abbordabili da modificare con minigonne, spoiler, tubi al neon e appendici improbabili è rimasta inalterata nel cuore di chi ha amato la filosofia "street racing" di Underground, tanto che tra molti utenti si è diffusa la leggenda che questo filone rappresenti la vera origine di Need For Speed. Nulla di più errato, dato che all'esordio, avvenuto sul mitico 3DO di Panasonic nel 1994, The Need For Speed era un inno alle auto da sogno, con una selezione di vetture sì limitata ma "coccolata" alla stregua del roster di un picchiaduro, tra filmati, fotografie e statistiche in grado di far innamorare il giocatore del singolo modello.
Le prime indicazioni concrete sul fatto che Electronic Arts stesse tornando al setting metropolitano sono giunte la sera del 20 maggio, con la pubblicazione di una prima immagine - teaser inequivocabile: lo scorcio posteriore di una vettura verde pesantemente modificata col chiaro riferimento a Speedhunters, ovvero un sito (affiliato alla community di Need for Speed) condotto da fotografi, piloti e giornalisti appassionatissimi di auto elaborate ed eventi legati al tuning. Ulteriori indizi sono trapelati dai post più o meno velati pubblicati sulla pagina facebook tedesca del gioco, concretizzatisi il giorno successivo con l'annuncio ufficiale da parte del publisher e il rilascio del primo, spettacolare teaser trailer. Come specificato in sede di premessa, siamo innanzi a un vero e proprio reboot e non al paventato Need for Speed: Underground 3. Ciò nonostante, dai trenta adrenalinici secondi di video rilasciati che mostrano una furiosa corsa clandestina notturna, risulta evidente che gli ingredienti scelti da Electronic Arts siano proprio quelli dell'iterazione più bramata. Ma non solo. Nel nuovo Need for Speed, stando alle parole del produttore esecutivo di Ghost Games Marcus Nilsson, confluiranno infatti anche le migliori caratteristiche di Most Wanted, come l'immancabile blacklist, un comparto narrativo avvincente e la presenza della polizia che, da quel che è trapelato, non dovrebbe essere controllabile dai giocatori.
Sogno o son desto
Le premesse, dunque, lasciano davvero ben sperare, ma le aspettative degli appassionati sono già elevatissime e anche in virtù della poliedrica storia della serie sarà difficile accontentare tutti. Noi proveremo a elencare una serie di caratteristiche che vorremmo vedere integrate nel gioco, partendo da alcuni limiti emersi negli ultimi capitoli della saga. Innanzitutto la mappa esplorabile, che dovrebbe offrire un'estensione ben superiore rispetto a quella della pur bellissima Redview County di Rivals: non ci aspettiamo certo l'immensità di The Crew, ma uno scenario metropolitano di ampio respiro paragonabile per numero di strade percorribili a Forza Horizon 2. E' stato già confermato che tutta l'esperienza si svolgerà in notturna, esattamente come nell'originale Underground, dunque è facile ipotizzare che i riflettori saranno completamente puntati su percorsi cittadini illuminati da luci artificiali, accantonando gli scorci naturalistici apprezzati in Rivals, Hot Pursuit e altri capitoli della serie.
Il garage, naturalmente, dovrà essere focalizzato attorno alle vetture che storicamente sono legate alle elaborazioni, quindi piccole e medie, sia sportive che di uso quotidiano, con l'accento posto sui marchi giapponesi ma senza dimenticare determinati modelli europei e americani. Oltre alla cattivissima Porsche 964 RWB, nel teaser trailer e nelle prime immagini rilasciate si vedono una Nissan 180SX, una Subaru BRZ Rocket Bunny, una Nissan Skyline 2000 GT-R e una Ford Mustang RTR, tutte vetture con modifiche estetiche (e non solo) particolarmente approfondite: interessante sarebbe poter partire dal modello base ed evolverlo non solo attraverso una sconfinata selezione di pezzi aftermarket su licenza, ma anche con diversi kit preimpostati presi dai più celebri elaboratori. Sarebbe inoltre gradita l'introduzione di un editor delle livree sulla falsariga di quello profondissimo visto in Forza Motorsport, senza dimenticare una selezione di design famosi per ciascun modello presente. Marcus Nilsson ha sottolineato che il fascino del nuovo Need for Speed ruoterà attorno alla "cultura urbana" dell'auto, dunque è possibile ipotizzare che saranno introdotti eventi di esibizione ove mostrare a tutti le proprie opere d'arte personalizzate, magari con un sistema di votazione e premi da distribuire ciclicamente. Le vetture meno esotiche dovrebbero consentire agli sviluppatori un margine più flessibile nella resa dei danni, perlomeno dal punto di vista estetico, e ci piacerebbe vedere una maggiore incisività rispetto alle semplici scalfitture e ammaccature dei capitoli più recenti. La distruzione totale di un Burnout Paradise, naturalmente, è fuori discussione.
Per quanto concerne il gameplay, un solido arcade con qualche sfumatura simulativa più approfondita rispetto a Rivals e all'ultimo Most Wanted, almeno nella distribuzione dei pesi e nella risposta degli pneumatici, sarebbe sicuramente apprezzato, senza tuttavia sconfinare nel campo dei capitoli Shift curati da Slightly Mad Studios. Il modello di guida deve essere infatti appagante, adrenalinico e consentire manovre estreme, pur non eccedendo nelle licenze poetiche; la risposta alle modifiche attuate dal giocatore dovrà essere sensibile, inoltre ci si augura la completa compatibilità con i volanti in circolazione, dato che gli ultimi Need For Speed erano praticamente ingiocabili con queste periferiche. Un'altra caratteristica che vorremmo vedere implementata sono le visuali interne, con una riproduzione certosina dei cruscotti e l'utilizzo di shader di qualità per la resa dei materiali. Del resto si tratta di un titolo esclusivo per PC e console di nuova generazione, e ci si aspetta un sensibile passo avanti sul fronte tecnologico, soprattutto dopo l'anno sabbatico preso dagli sviluppatori. Un dettaglio importante, per il quale nutriamo qualche dubbio, è il frame rate a 60 immagini per secondo anziché a 30. Qualora su console fosse un obiettivo non perseguibile per questioni di marketing, che privilegiano storicamente l'impatto grafico, perlomeno che non venga riproposto l'inaccettabile lock a 30 su PC adottato per Rivals.
Per quanto concerne il comparto online, immaginiamo che la strada intrapresa con l'Autolog prima e l'Alldrive poi verrà ulteriormente perfezionata nel nuovo Need For Speed, con una totale fusione tra single player e multiplayer. Il numero di giocatori connessi contemporaneamente dovrà essere superiore ai sei (davvero pochini) di Rivals, inoltre sarà necessario migliorare la routine di migrazione dell'host in caso di caduta, che nel primo titolo Ghost Games generava non pochi grattacapi. Il produttore esecutivo del gioco ha inoltre assicurato che il sistema per organizzare partite tra amici e partecipare ai vari eventi online sarà sostanzialmente semplificato rispetto a quello di Rivals, considerando la poca usabilità di quest'ultimo. Tra gli altri aspetti da rivedere ci sarebbe anche il sistema per accumulare punti esperienza e crediti, reso frustrante in Rivals a causa della polizia troppo pressante e della necessità di arrivare sani e salvi al rifugio per mettere al sicuro il bottino, ma è probabile che da questo punto di vista ci saranno cambiamenti radicali. Chiudiamo la nostra lista dei desideri con un cenno sul comparto tecnico: la grafica mostrata nel teaser trailer e nelle prime immagini è infatti impressionante, e sebbene essa venga promossa come "rappresentativa del gioco", sarà necessario attendere il 15 giugno, data della presentazione effettiva in seno alla conferenza EA all'E3, per avere un'idea migliore delle sue potenzialità. Il Frostbite 3 è comunque un motore potente, e Rivals, su PC e al massimo del dettaglio, è ancora oggi un titolo tecnicamente superbo, dunque ipotizzare un sensibile passo avanti anche in tal senso è lecito. Se il titolo sarà accompagnato da un buon numero di contenuti e da un comparto narrativo intrigante, non è prematuro immaginare che possa ambire ad essere uno dei migliori capitoli della saga.
CERTEZZE
- Lo spirito del filone Underground
- Garage orientato al tuning
- Collaborazione con Speedhunters
- Tecnicamente appare impressionante...
DUBBI
- ...ma è meglio attendere un gameplay
- Numero di contenuti e modello di guida