Se a casa vostra siete coloro che tengono i conti e che assegnano le faccende domestiche da svolgere agli altri inquilini, Sheltered non vi coglierà alla sprovvista. Il titolo targato Unicube si presenta infatti come un gestionale all'interno del quale guidare le sorti di un'intera famiglia, con la piccola differenza che rispetto alle futili necessità dell'era moderna, quelle dei suoi protagonisti sono del tipo che un essere umano si trova ad affrontare al tempo dell'apocalisse. Il progetto è passato attraverso Kickstarter nell'estate dell'anno scorso, per raccogliere con successo 30.000 sterline, pari a oltre 41.000 euro: una cifra se vogliamo modesta rispetto ad altre campagne di crowdfunding, che ha comunque permesso al team con base nel Regno Unito di andare avanti col proprio lavoro, fino a potercene mostrare i frutti. Sheltered è infatti disponibile già da qualche tempo in Early Access su Steam, motivo per il quale non andremo a perdere tempo in ulteriori preamboli prima di passare a raccontarvi l'esperienza maturata nel corso delle nostre prime partite.
Sheltered si presenta bene, anche se diversi aspetti sono ancora solo nella mente dei suoi sviluppatori
Otto sotto un tetto
La classica ambientazione post-apocalittica di Sheltered ci viene presentata da una breve introduzione, nella quale i protagonisti del gioco trovano riparo in un rifugio sottoterra, con una formazione inizialmente composta da due adulti e due bambini. In perfetto stile ruolistico, ognuno degli abitanti del sottosuolo è dotato di una serie di caratteristiche personali: oltre a nome e aspetto dei vari personaggi, troviamo anche un set di attributi che comprende forza, intelligenza e altri parametri classici, in grado di dare dei bonus allo svolgimento delle varie attività. I protagonisti sono inoltre dotati di una propria personalità, che per esempio permette loro di sentire meno i morsi della fame o di usare l'ottimismo per affrontare meglio le immancabili difficoltà.
Scelti questi parametri iniziali o lasciata la loro generazione al caso, ha inizio la partita vera e propria: l'inquadratura è quella che ci farà compagnia per gran parte dell'avventura e che mostra una visione d'insieme del rifugio sotterraneo. Una volta dentro, il giocatore trova alcuni elementi base già presenti per garantire un minimo di sopravvivenza al quartetto. Ben presto, però, l'obbligo diventa quello di esplorare le terre devastate che si trovano nei dintorni, spingendosi man mano più lontano per trovare nuovi oggetti e affrontare inedite esperienze. Si dà così il via a un meccanismo di raid per procacciare generi di varia necessità, durante i quali fare i conti con tutte le insidie presentate dall'apocalisse: tra queste troviamo in prima fila le radiazioni, non solo al di fuori dal rifugio ma anche all'interno, dov'è presente un contatore geiger per tenere sotto controllo la contaminazione della casa sottoterra. Questa può infatti aumentare nel caso in cui non non si chiudano in tempo le porte del rifugio o non si effettui una periodica manutenzione ai filtri di aria e acqua, che rendono il posto abitabile. Considerando che la famiglia protagonista non è l'unica sopravvissuta, bisogna anche guardarsi dagli esseri umani che popolano la zona. In realtà, gli altri non costituiscono un pericolo a prescindere, visto che in diversi casi è possibile scambiare oggetti o chiedere loro di unirsi al nostro gruppo, ma in tempi selvaggi non è da escludere la possibilità di trovarsi costretti a combattere. Purtroppo, il combat system è uno degli aspetti attualmente meno avanzati: si evidenzia soprattutto un'interfaccia molto poco amichevole, che rende la strada della violenza un'opzione da tenere per il momento da parte durante il gioco, anche se in caso di bisogno estremo la forza bruta rappresenta l'unica soluzione.
Ora et labora
All'interno del rifugio, le dinamiche girano intorno a un sistema di crafting che consente al giocatore di scegliere quali elementi creare in base alle materie prime a sua disposizione. Inizialmente, nella nostra nuova casa troviamo un piano di lavoro base, da ampliare per ottenere elementi inediti o versioni migliorate di quelli già esistenti. In principio avremo per esempio un semplice secchio da usare per i bisogni fisiologici, ma raccogliendo il materiale necessario diventa poi possibile creare un WC vero e proprio.
Di oggetti da creare per garantirsi la sopravvivenza ce ne sono tanti, da quelli fondamentali come le trappole per catturare animali da mangiare ad altri meno importanti - solo all'apparenza - come uno straccio per mantenere a il rifugio a un decoroso livello d'igiene. Per non parlare della necessità di avere un comodo giaciglio, dove riposarsi seguendo lo scorrere dei giorni tra luce e buio. Dal punto di vista dei bisogni personali, Sheltered ricorda un po' The Sims, rispetto al quale mancano almeno per ora le dinamiche interpersonali tra i vari sopravvissuti, limitate a qualche battuta per effettuare uno scambio di oggetti, dare il via a una rissa o chiedere l'ingresso nel gruppo. Una volta acquisito un nuovo membro, questo diventa a tutti gli effetti controllabile dal giocatore, che ne può quindi sfruttare le abilità a costo di avere un'altra bocca da sfamare sul groppone, oltre all'eventuale necessità di ampliare il rifugio. Tramite lo stesso sistema di crafting, è infatti possibile costruire altre stanze approfittando dei livelli inferiori, aggiungendo quindi letti e altri elementi destinati ad accogliere le persone che entrano a far parte della combriccola.
Cosa manca?
Anche se la versione attuale di Sheltered può vantare un discreto numero di contenuti, l'obiettivo dichiarato dal team di sviluppo è quello di arrivare a un prodotto finale ancora più ricco. Nel dettaglio, i membri di Unicube hanno affermato di voler usare la fase di Early Access soprattutto per avere il supporto della comunità di giocatori, con l'obiettivo di trovare un giusto equilibrio tra divertimento e difficoltà. All'attenzione per il bilanciamento si unirà comunque la presenza di elementi di gioco aggiuntivi, come quest e scenari che dovrebbero dare un senso anche all'end game. I ragazzi britannici hanno inoltre in programma di approfondire alcuni aspetti che adesso si trovano in stato di sviluppo un po' più arretrato rispetto ad altri. Come spesso accade, l'Early Access offre anche l'occasione di ottenere Sheltered a un prezzo inferiore rispetto a quello definitivo.
Buone speranze
Ci sarebbe ancora da parlare a proposito di Sheltered ma, in attesa di capire dove vorranno andare a parare gli sviluppatori in alcuni ambiti, rimandiamo le altre considerazioni alla recensione finale.
Per il momento, non ci congediamo prima di dare uno sguardo al comparto tecnico, caratterizzato in termini estetici da una realizzazione in pixel art piuttosto curata, soprattutto nella fase principale di gestione del rifugio. Il sonoro propone invece pochi effetti di cui non si finisce per avere particolare memoria, spronando quindi il giocatore a scegliere la propria musica per accompagnare a dovere le partite. Segnaliamo anche qualche imperfezione nella gestione dei clic del mouse da parte dell'interfaccia, sulla quale Unicube dovrà lavorare in termini di ottimizzazione. In conclusione, se l'idea di mandare avanti una famiglia in tempi in cui cibo e acqua sono preziosi come l'oro vi stuzzica, Sheltered può rappresentare per voi un valido acquisto sin da subito. Se viceversa dopo aver dato un'occhiata a tutto quanto temete di morire di noia più che di stenti, potete restare a guardare ancora per un po', visto che per il momento diversi aspetti del gioco restano sulla carta: speriamo che Unicube riesca a rifinire e ampliare il prodotto nel migliore dei modi.
Conclusioni
PRO
- La sopravvivenza, in tutti i suoi aspetti
- Sistema di crafting interessante
- Tante idee nella testa...
CONTRO
- ...ma nella pratica alcuni aspetti sono ancora abbozzati
- Tutorial insufficiente
- Interfaccia e controlli da ottimizzare