Bloober Team è uno studio indipendente polacco, fondato nel 2008 da Peter Babieno e Peter Bielatowicz e specializzato in prodotti horror/thriller indirizzati soprattutto al pubblico hardcore. Nel 2014 ha esordito sul mercato con Basement Crawl, una sorta di Bomberman in salsa horror sviluppato per PlayStation 4, che tuttavia non ha incontrato il favore della critica. Tra i loro progetti in corso d'opera si annovera anche Scopophobia, horror in prima persona nel quale si impersoneranno alternativamente un bambino e il basilisco che gli sta dando la caccia. E poi c'è Layers of Fear, avventura horror in soggettiva che è attualmente disponibile in Early Access su Steam. Il prezzo richiesto per poter fruire questa prima parte del gioco è di 9.99 euro, ma tale cifra verrà presto incrementata con la progressiva implementazione di ulteriori contenuti. Al momento il progetto è completo al 75% e gli sviluppatori hanno specificato che la scelta di ricorrere all'Early Access è molto importante, permettendo di entrare in contatto col pubblico e ricevere opinioni costruttive. Tale periodo dovrebbe durare dai tre ai quattro mesi, tempo indispensabile per raccogliere un quantitativo sufficiente di idee da parte della community e implementarle nell'edizione definitiva. Sono inoltre stati eliminati tutti quei riferimenti che potevano dare troppe anticipazioni ai giocatori, con il duplice scopo di evitare fastidiosi spoiler ma anche di stimolare il confronto e la formulazione di ipotesi, cercando insomma di ottenere preziosi feedback anche dal punto di vista narrativo.
Layers of Fear trasmette sensazioni stranianti, allucinate e distorte
Follia d’artista
Layers of Fear viene definito un horror psichedelico, nel quale si vestono i panni di un pittore che ha perso il senno e scoprirà terribili segreti celati dietro il velo della sua follia. Un fattore interessante riguarda le fonti d'ispirazione: ne avevamo già parlato scrivendo le nostre prime impressioni su Allison Road e di nuovo si torna a discutere di un videogioco evidentemente ispirato da P.T., l'ormai celebre teaser demo del defunto Silent Hills. Ma non è tutto, infatti Bloober ha scelto di arricchire le suggestioni della propria opera con gli stilemi della pittura classica, introducendo inoltre forti richiami dell'atmosfera che si viveva negli ambienti domestici del XIX secolo. Nel corso dell'esperienza si assisterà a visioni, eventi assurdi e inquietanti, le paure che attanagliano l'artista emergeranno in modo sempre più opprimente e contribuiranno al completamento del capolavoro pittorico che sta cercando di realizzare da una vita intera.
Durante la porzione di gioco che abbiamo potuto provare vengono sfruttati molto i suoni, accostati a distorsioni inquietanti dell'immagine, come se ci si trovasse nel bel mezzo di un'allucinazione. La musica d'apertura è interessante e crea una certa dissonanza dovuta a tonalità emozionali ma tranquille, slegate dal contesto terrificante che si instaurerà di lì a poco. In apertura una citazione di Oscar Wilde lascia intendere che la pittura sarà protagonista indiscussa: "Every portrait that is painted with feeling is a portrait of the artist not of the sitter" (Ogni ritratto dipinto con sentimento, è il ritratto dell'artista e non del soggetto). E infatti il protagonista rivela quasi subito che il solo pensiero di non aver firmato il più bel pezzo d'arte mai creato lo sta letteralmente uccidendo. Inizia a farsi strada una tensione ossessiva che poi si manifesta in tutta la sua prorompente energia verso la fine della demo. Le dinamiche d'interazione sono quelle caratteristiche delle avventure punta e clicca, si entra nella prima stanza e si raccoglie un ritaglio di giornale, dove viene riportato che l'autore nel suo fulgido passato è stato talvolta paragonato a geni come Caravaggio o Van Eyck. Alcune parti del testo sono però cancellate a penna, segno che alcuni ricordi devono fare molto, ma molto male nella sua mente. L'atmosfera claustrofobica emerge presto e si porta dietro contaminazioni costanti di P.T., innanzitutto il fatto che gli eventi siano destinati a svolgersi per intero all'interno di una singola abitazione. L'esplorazione dell'edificio avrà dei risvolti psicologici molto accentuati: anche in questo caso ci si chiude tante porte alle spalle e quando le si riapre la stanza dalla quale si è appena passati apparirà diversa. Molte porte sono chiuse a chiave ma, interagendo in vari modi con gli oggetti, possono essere sbloccate per far sì che l'avventura prosegua la sua spirale di follia. Il silenzio dà la sensazione di essere osservati, anche se tutto appare immobile e ovattato. I suoni che si alternato diventano sempre più tetri e aprono il campo alle domande, mentre la tensione cresce in modo atavico, fino a trasformarsi in paura vera.
Lingua e durata
L'esperienza Early Access di Layers of Fear dura all'incirca un'ora e mezza e allo stato attuale sia il doppiaggio che i sottotitoli sono esclusivamente in lingua inglese. È altrettanto vero che le linee di dialogo sono davvero esigue, pertanto anche chi abbia poca familiarità non avrà grossi problemi. Nonostante i dettagli sulla trama siano stati volutamente ridotti ai minimi termini, nel corso del giocato è possibile farsi una prima idea sui motivi che hanno condotto il pittore a perdere il lume della ragione.
Presenze o allucinazioni?
Il repentino cambio delle immagini visibili davanti agli occhi del giocatore è quasi abusato, pochi fotogrammi accompagnati da suoni improvvisi e distorti riescono molto bene nell'intento di spaventare e creare inquietudine. Tutto muta senza soluzione di continuità, è sufficiente volgere lo sguardo in un'altra direzione per non trovare più la porta varcata in precedenza e scoprire poco dopo un corridoio che, fino a qualche istante prima, non esisteva affatto. Un'altra tecnica piuttosto classica è quella che prevede la visualizzazione di oggetti, fissi o in movimento, i quali vengono collocati alle spalle o comunque al di fuori del campo visivo e provocano salti sulla sedia molto riusciti. Se è vero che l'atmosfera sembra funzionare a meraviglia, l'interazione ci è però sembrata ridotta ai minimi termini, anche più di quanto non abbia dato modo di pensare il già citato Allison Road (sebbene in quel caso si trattasse di prime impressioni, non di un provato). A parte l'apertura di porte, ante, cassetti e l'osservazione di sparuti oggetti rinvenibili nelle stanze - soprattutto chiavi per sbloccare altre porte - non ci sono state altre attività degne di nota, eccezion fatta per un enigma solo abbozzato. Diversamente da P.T., larga parte di questa esperienza preliminare non mostra alcun loop: le camere mutano in continuazione ed è come se la casa del pittore fosse viva, cambiasse aspetto di continuo, labirintica e oscura proprio come la psiche del suo proprietario. Solo verso la fine inizia a nascere qualche routine dei medesimi ambienti, ma in forma piuttosto limitata. È come se il protagonista potesse percepire piani dimensionali differenti e vederli rimbalzare con alternanze frenetiche e inquietanti davanti ai propri occhi.
Il risveglio nella medesima camera, dopo ogni picco tensivo, lascia presagire anche una componente onirica e allucinogena, fatta di eccessi psichedelici e di richiami pittorici che si ripetono in varie forme senza soluzione di continuità. Si fa persino largo un'atmosfera Rapturiana quando capita di incontrare alcuni grammofoni, che si attivano autonomamente o possono essere accesi di proposito. Fin dal principio la luce è costantemente soffusa, si passa molto spesso dal vedere poco al non vedere quasi nulla. Dalla metà in poi iniziano ad apparire presenze inquietanti, collocate al di fuori del campo visivo del giocatore e svelate all'improvviso, con la medesima tecnica frammentata che abbiamo descritto anche per gli imprevisti cambi nella disposizione degli oggetti e delle pareti. Si avvertono i brusii che popolano la testa malata del pittore e, ad ogni nuovo segmento completato, si fa ritorno nella stanza dove troneggia il quadro, pronto per essere valorizzato da nuovi quanto inquietanti dettagli cromatici. Nella parte conclusiva dell'esperienza l'oscurità regna, il sangue sgorga dalle porte chiuse, in un baleno le pareti cambiano minacciosamente il loro aspetto. Ci sono dipinti infantili disseminati sui muri e sul soffitto, disordine e caos in ogni direzione in cui si decida di muovere lo sguardo. In un raro momento di quiete, dopo essere entrati in quella che sembra essere la camera della figlia, un carillon conduce in giostra, un girotondo in progressione, che inizia dolce e pulito per poi degenerare senza che si possa in qualche modo arrestarne l'orrore. Scritte sui muri, il movimento innaturale dei giocattoli sul pavimento, l'oscurità che prende piede e infine due occhi sbarrati nel buio, l'incubo si fa pressante, poi tutto torna come prima, breve pausa verso un nuovo twist di terrore. Non mancano nemmeno cambi di piano e accade così di ritrovarsi a camminare sul soffitto, come se la fisica si fosse improvvisamente capovolta. In altre circostanze invece sembra che la forza di gravità sia venuta meno e tutti gli oggetti intraprendano una parabola fluttuante, come se l'ambiente si fosse all'improvviso convertito e una buia quanto inospitale casa ottocentesca fosse stata scagliata nelle vuote profondità dello Spazio.
Conclusioni
PRO
- Riuscirà a inquietare anche i giocatori meno impressionabili
- Buon uso di musica e suoni
CONTRO
- Andrà verificato il livello d'interazione della versione definitiva
- Potrebbero esserci pochi enigmi