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A volte ritornano... - Picchiaduro a scorrimento

Ecco quali picchiaduro a scorrimento vorremmo rigiocare il più presto possibile

RUBRICA di Christian Colli   —   29/10/2015

Quello dei picchiaduro a scorrimento è uno dei generi meno rappresentati nel panorama videoludico attuale: praticamente segregati nella nicchia delle produzioni indie o low budget, sembra che i beat'em up non riescano più ad attirare l'attenzione dei videogiocatori o a rappresentare un investimento sicuro per i produttori. Eppure, sono tra i videogiochi più antichi e divertenti che ci siano, specialmente insieme a uno o più amici, e hanno fatto la storia di compagnie come Capcom e Konami, gettando le basi per i picchiaduro a incontri più famosi. L'ultima volta che abbiamo giocato a un bel picchiaduro a scorrimento 2D è stato con Scott Pilgrim Vs. the World, buon tie-in dell'omonimo film e fumetto, e ogni cartone che suonavamo ci faceva ripensare a cabinati che hanno fatto la storia. Come mai nessuno scommette più sui picchiaduro a scorrimento? Una sola parola: poligoni. Lo sviluppo tecnologico e la ricerca dell'inquadratura più dinamica, della ripresa più spettacolare e del dettaglio più stupefacente hanno ammazzato la semplicità di una strada fatta di pixel, di qualche brutto ceffo riciclato e di quei pochi pulsanti necessari a pestarlo di santa ragione. Non è un caso se i picchiaduro che ricorderemo sono quasi tutti bidimensionali... e speriamo che tali restino: se assumessero la terza dimensione, smetterebbero di essere i giochi che ricordiamo, e l'online servirebbe a poco se non potessimo dare il cinque al nostro compagno di scazzottate dopo aver superato qualche tostissimo boss di fine livello!

Il genere dei picchiaduro a scorrimento sta morendo: cinque remake o remastered potrebbero salvarlo!

Captain Commando

L'ultima volta che abbiamo visto Captain Commando è stato in Project X Zone, uno strategico per Nintendo DS di qualche anno fa che vedrà uscire un sequel tra poco. Ancora prima, avevamo controllato Captain Commando nel 1998: era uno dei combattenti selezionabili nel crossover Marvel Vs. Capcom 2. La sua prima apparizione, però, risale al 1991, quando Capcom pubblicò l'omonimo picchiaduro arcade in cui bisognava pestare decine di criminali cibernetici nella Metro City del 2026. Il giocatore poteva scegliere, oltre al protagonista, anche altri tre bizzarri eroi: il ninja Ginzu, la mummia Mack e Baby Head, un precoce neonato alla guida di un mech. Come potete intuire, le premesse per sprofondare nella follia c'erano tutte, e i livelli erano coloratissimi e ricchi di insidie. I giocatori potevano persino disarcionare i nemici e pilotare i loro mech (ce n'erano tre tipi diversi) oltre a raccogliere varie armi da taglio e da fuoco. Captain Commando non era certo un picchiaduro originalissimo: il sistema di controllo era esattamente quello di Final Fight e i giocatori potevano attaccare, saltare o usare una supermossa che consumava una parte della loro energia vitale. Il gioco è stato riproposto nel 2006 nella compilation Capcom Classics Collection Volume 2 per PlayStation 2 e Xbox 360, ma Capcom non ha mai dimostrato nessuna intenzione di rivitalizzarlo. Certo, ci piacerebbe vederlo resuscitare in alta risoluzione, e per non snaturarne la fumettosità sarebbe ideale il motore grafico utilizzato per il recente Strider firmato da Double Helix Games. Se magari si aggiungesse al cast qualche altro personaggio - magari un cammeo di un altro gioco della Capcom, tanto per restare in tema - saremmo di fronte al revival perfetto!

Cadillacs and Dinosaurs

Un altro, indimenticabile picchiaduro a scorrimento firmato Capcom. Il gioco, uscito nel 1993, ha una storia piuttosto originale: in realtà è il tie-in di un fumetto americano intitolato Xenozoic Tales, ma riscosse un successo tale da figliare una sfortunata serie animata con lo stesso titolo e un sequel per Mega CD e PC che, però, è un mediocre sparatutto su binari. Il picchiaduro, invece, è esilarante nella sua semplicità, e sostenuto da una grafica fumettosa che rende particolarmente piacevole ogni partita, a cominciare dalle onomatopee (tipo SMACK!) che appaiono quando si colpiscono nemici. L'ambientazione è post-apocalittica e ricorda il mondo di Ken il Guerriero, solo con i dinosauri e i teppisti che li tengono al guinzaglio, creature mutanti e pure i robot. I protagonisti giocabili sono Jack, Hannah, Mustapha e Mess: ciascuno di loro è specializzato in un certo stile di combattimento, può raccogliere armi contundenti e da fuoco di vario tipo e usare un paio di mosse speciali a testa, da solo o in combo con un compagno. Alcuni dinosauri neutrali si possono sfruttare per attaccare i nemici, ma la maggior parte va picchiata impunemente insieme a loro, specialmente i boss di fine livello. In alcuni stage, inoltre, si può guidare la Cadillac del titolo e far fuori i cattivi con stile. Pur non essendo uno dei picchiaduro a scorrimento più originali della Capcom, Cadillacs & Dinosaurs funzionava a meraviglia nonostante i tanti elementi discordanti che lo costituivano: oggi, forse, sembrerebbe un gioco un po' troppo, be', "tamarro", ma adattando il character design di quei quattro eroi tanto generici potrebbe venir fuori un titolo adatto alle nuove generazioni. Del resto, a chi non piacciono i dinosauri?

Ninja Baseball Bat Man

Sviluppato da Irem Corporation nel 1993, Ninja Baseball Bat Man è un picchiaduro che non conosce praticamente nessuno ma che ancora oggi resta tra i più folli, originali e divertenti di tutto il genere. Solo il titolo lascia intuire la sua straordinarietà. I giocatori possono scegliere tra quattro eroi che, in Occidente, furono battezzati giocando con i nomi di famose star del baseball: Captain Jose, Twinbats Ryno, Beanball Roger e Stick Straw. Cioè, il boss finale si chiama King Babe, fate vobis. Lo scopo di ogni stage? Recuperare i preziosi manufatti trafugati dalla sala dei campioni del baseball, ovviamente a suon di pugni, calci, mazzate e shuriken. Le foto non rendono giustizia alle splendide animazioni che, all'epoca, erano davvero all'avanguardia: peccato solo che, essendo stato mal distribuito, non ebbe il successo che avrebbe dovuto meritare. Persino il gameplay era piuttosto avveniristico, per il genere di appartenenza e l'anno in cui era uscito: oltre a disporre di varie combo e mosse speciali, i personaggi avevano accesso ad attacchi ancora più potenti quando l'indicatore della salute sul punto di esaurirsi prendeva a lampeggiare di rosso. Coloratissimo e folle come solo un gioco di stampo nipponico può essere, Ninja Baseball Bat Man puntava su assurdità come le cheerleader che attaccavano i nemici a mo' di smart bomb e i rigeneratori vitali a forma di patatine fritte, hamburger e scodelle di ramen. Beninteso, questo è un gioco che sicuramente non vedremo mai più, ma sognare non costa nulla e chissà che qualcuno non ne recuperi il concept per dargli un seguito senza snaturarne la follia.

Captain America and the Avengers

L'anno prossimo uscirà in tutte le sale Captain America: Civil War, terzo lungometraggio cinematografico dedicato al famoso supereroe della Marvel Comics, e sarebbe il momento ideale per ricordarsi di questo picchiaduro a scorrimento del 1991 targato Data East. In realtà, di speciale il gameplay non aveva quasi nulla: i giocatori potevano selezionare Capitan America, Iron Man, la Visione e Occhio di Falco, e i livelli si susseguivano a scorrimento orizzontale e verticale tra decine di nemici e vari boss. Ogni eroe disponeva di attacchi speciali e mosse peculiari che lo rendevano particolarmente adatto a ogni stile di gioco: il Capitano, per esempio, poteva picchiare i nemici da vicino e scagliare il suo scudo da lontano, essendo il personaggio più bilanciato del quartetto. Allora, come mai è stato tanto apprezzato? Be', perché all'epoca era il trionfo del fanservice: nel gioco apparivano quasi tutti i Vendicatori, in un modo o nell'altro, anche soltanto in qualità di comparse, mentre i boss e i nemici erano quelli dei fumetti, dal Mandarino al Teschio Rosso passando per Crossbones, il Sinistro Mietitore e tanti altri. Considerando che gli Avenger, all'epoca, erano praticamente gli stessi che appariranno nel nuovo film, non ci aspettiamo che qualcuno rimasterizzi o converta il vecchio Captain America and the Avengers, ma che si ispiri alla sua struttura per ricavare da Civil War un tie-in decente piuttosto che la solita ciofeca senza arte né parte.

Gekido

La nostra ultima scelta non risale a venticinque anni fa e non è bidimensionale: è una piccola gemma uscita per PlayStation nel 2000 e sviluppata nientepopodimeno che da uno studio italiano, il Naps Team, e merita menzione solo per questo. Non era un picchiaduro perfetto, Gekido, ma faceva il compitino ed era davvero molto divertente, nonché decisamente spettacolare per la console su cui girava. Nei panni di Travis, Michelle, Ushi o Tetsuo il giocatore doveva attraversare i vari livelli a scorrimento multidirezionale, affrontando orde di nemici e boss di fine livello per salvare la piccola Angela dalle grinfie del malvagio Kintaro. Ogni personaggio disponeva di varie combo, attacchi speciali e supermosse, e poteva interagire con l'ambiente per raccogliere casse e altre oggetti da scagliare contro i nemici. Alcuni stage richiedevano un minimo di azione platform, e ogni scontro era una lotta contro il tempo. La cosa bella di Gekido erano comunque le varie modalità di gioco e i tantissimi contenuti sbloccabili, a cominciare dagli altri combattenti che si potevano controllare sia nella campagna sia nell'arena dedicata al multigiocatore competitivo. Era un bel pacchetto, insomma, e anche graficamente tutto sommato non era male, grazie anche al character design firmato addirittura da Joe Madureira, lo stesso fumettista che ha dato vita alla saga di Darksiders. Probabilmente si è trattato di uno degli ultimi esperimenti nel campo dei picchiaduro a scorrimento, tant'è che poi è uscito un buon sequel per Game Boy Advance (ne era previsto un altro ancora che, però, non vide mai la luce) prima che il franchise sprofondasse nell'ombra. Non sarebbe male riportarlo in auge, magari su next-gen, no?