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Morte ai tropici

Xaviant abbandona l'ambientazione fantasy di Lichdome: Battleimage e si tuffa in uno spietato Battle Royale

ANTEPRIMA di Andrea Centini   —   08/03/2016

L'acclamato The Hunger Games tratto dal romanzo di Suzanne Collins, il giapponese Battle Royale e The Running Man (1987) col roccioso Arnold Schwarzenegger sono tutti film col medesimo spunto narrativo, sebbene con sfumature differenti: la loro trama ruota attorno a un crudele spettacolo dove i partecipanti sono costretti a uccidersi fra loro in un'atroce lotta per la sopravvivenza.

Morte ai tropici

Il tema, accarezzato in passato dal celebre Smash TV, sta diventando piuttosto popolare anche nel medium videoludico, tanto da promuovere la nascita di un nuovo genere il cui nome è ispirato proprio dalla pellicola di Kinji Fukasaku, anch'essa tradotta da un'opera letteraria. Curiosamente i cosiddetti Battle Royale più apprezzati non sono prodotti a se stanti, ma mod di giochi incentrati sulla sopravvivenza come Rust e soprattutto H1Z1, dove la modalità King of The Kill, prima chiamata semplicemente Battle Royale, sta riscuotendo un grandissimo successo fra i giocatori. Con queste premesse e l'assenza di opere su licenza, ritenute "sconvenienti" anche se richiestissime, soprattutto per The Hunger Games, alcuni team indipendenti stanno progettando titoli plasmati sulla peculiare e brutale esperienza cinematografica. The Culling è indubbiamente uno tra i più interessanti per il team di sviluppo alle spalle, ovvero i talentuosi ragazzi di Xaviant, autori della valida (ma non eccezionale) opera prima Lichdome: Battleimage. Il gioco è appena approdato su Steam in Accesso Anticipato; noi abbiamo avuto l'opportunità di provarlo in anteprima con un fugace test della Closed Alpha, che si è tenuta alcuni giorni addietro.

Xaviant traduce in The Culling la spietata follia di pellicole come The Hunger Games e Battle Royale

A sangue freddo

Avendo ricevuto il codice a ridosso della chiusura dell'Alpha, purtroppo non abbiamo avuto modo di approfondire determinate caratteristiche del gioco, tuttavia il test ci ha permesso di saggiarne le dinamiche di base e soprattutto svelare le intriganti potenzialità. Il titolo, traendo ispirazione dalle pellicole di cui sopra, mette in scena uno spettacolo televisivo dove i sedici partecipanti (adulti, lo sottolineiamo per gli appassionati del film di Gary Ross) debbono massacrarsi l'un l'altro sino all'ultimo sopravvissuto. Lo show è narrato da una voce fuori campo che accompagna le gesta dei concorrenti con tagliente e beffarda ironia, sottolineando soprattutto le uccisioni con riferimenti agli strumenti di morte utilizzati.

Morte ai tropici
Morte ai tropici

Il gioco al massacro, pensato per essere vissuto fondamentalmente in multigiocatore, si tiene in una remota isola tropicale, e oltre al classico uno contro tutti prevede una modalità secondaria con team a coppie. I giocatori vengono liberati dalle gabbie al termine di un countdown e hanno venti minuti di tempo (la durata di un episodio del macabro show) per avere la meglio sugli altri sventurati. L'isola, di dimensioni generose ma non immensa, è caratterizzata da un'arena centrale dove gli ultimi sopravvissuti al massacro sono costretti a trasferirsi, a causa di una nube tossica che dopo un tot di minuti viene sprigionata per ridurre le dimensioni del campo di battaglia e favorire lo scontro diretto. The Culling offre un duplice tutorial che introduce alle dinamiche di base e a quelle avanzate, con particolare accento posto sul funzionamento del crafting, una delle chiavi dell'esperienza ludica. Il giocatore infatti può combinare materiali e oggetti di vario genere per creare rapidamente armi e altro equipaggiamento, senza preoccuparsi di ricette troppo ingegnose. Due rocce, ad esempio, si fondono in un coltello; un coltello e un pezzo di legno danno vita a una lancia; una lancia e un altro pezzo di legno creano un arco e così via, con una pletora di soluzioni tutte da scoprire che comprendono anche trappole, bende per curarsi e persino bocche da fuoco. Il tutorial, anch'esso accompagnato dalla sagace voce del narratore, permette di farsi le ossa col combattimento corpo a corpo e a distanza: benché l'hit box e la fisica degli impatti risultino ancora piuttosto grezzi, anche alla luce di animazioni basilari, dobbiamo sottolineare che si va oltre la semplice pressione forsennata dei tasti, dato che entra in gioco anche una barra della stamina. Col tasto sinistro del mouse si colpisce, col destro si para mentre col tasto Q della tastiera si spinge l'avversario, una mossa utilissima che può persino portare al disarmo. Dal nostro test ci è parso un certo disequilibrio fra le varie armi disponibili, ma ne valuteremo più a fondo le dinamiche quando potremo testare la beta in Accesso Anticipato. Tra le meccaniche più interessanti vi è l'introduzione di una valuta chiamata F.U.N.C., necessaria sia per eseguire il crafting ma anche per aprire le casse di oggetti, farsi lanciare scorte aeree e ricaricare la salute nelle apposite stazioni. Esse sono accompagnate da contenitori per il riciclaggio ove investire i materiali di cui non si ha bisogno, in cambio naturalmente di crediti. Gli slot dell'inventario sono molto limitati e possono essere espansi (di poco) raccogliendo il preziosissimo zaino; ciò spinge a valutare attentamente la propria strategia durante la partita, impreziosita anche dalla presenza di decine di perk impostabili nel menù del personaggio.

Equilibri ecologici

L'aspetto più intrigante della produzione americana risiede proprio nella sopravvivenza, legata all'urgenza di equipaggiarsi per difendersi dagli avversari e disporre di un vantaggio strategico in attacco: più scorrono i minuti e maggiore è il rischio di incontrare qualcuno meglio armato.

Morte ai tropici

La fortuna sembra giocare un ruolo importante, dato che lo spawn può fare la differenza: sull'isola vi sono infatti alcune strutture esplorabili ove recuperare materiali e oggetti di livello superiore. L'assalto diretto può essere consigliabile in determinate situazioni, ma giocare d'astuzia, vista la presenza di un'unica vita, è sicuramente l'opzione più saggia nella maggior parte dei casi. Del resto la differenza tra prede e predatori in The Culling è molto sottile e gli equilibri sul campo di battaglia cambiano di continuo. Dal punto di vista tecnico il titolo fa sfoggio dell'Unreal Engine 4 che regala all'isola tropicale una discreta solidità, benché risulti un poco anonima e asettica dal punto di vista del level design. Al momento della nostra prova erano visibili diversi spazi vuoti con una evidente mancanza di dettagli; si spera comunque che essa verrà accompagnata da altre arene prima del lancio, dato che per quanto la mappa possa essere grande e ricca, potersi confrontare in altri scenari, magari arricchiti con soluzioni "Levolution" sulla falsariga di quelle di Battlefield, aiuterebbe sicuramente a spezzare la monotonia. Nel complesso si tratta di un'opera promettente che necessita di essere ampliata e smussata negli spigoli che abbiamo evidenziato. Torneremo presto a saggiarne le dinamiche con un approfondito test della Beta.

CERTEZZE

  • Buone idee di base
  • Sistema di crafting semplice ma ben studiato e ricco
  • L'approccio alla sopravvivenza
  • Tantissimi perk

DUBBI

  • Hitbox e combattimento corpo a corpo
  • Equilibrio delle armi e importanza dello spawn
  • Contenuti da arricchire