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Un gioco come si deve

La realtà virtuale incontra Dark Souls in Chronos di Gunfire Games

PROVATO di Umberto Moioli   —   15/03/2016

Diciamo subito una cosa: la realtà virtuale, per come l'abbiamo vista e provata durante il primo giorno di Game Developers Conference 2016, ancora non è riuscita a convincerci. Sia chiaro, il movimento e l'industria videoludica tutta sono proiettati in quella direzione, anche perché oramai i miliardi di dollari sono stati spesi e crederci è quasi d'obbligo, però è davvero complesso trovare una motivazione, una sola ragione che possa convincere un utente, per quanto appassionato, a spendere certe cifre per portarsi a casa i vari Oculus Rift e VIVE. Prodotti che, proclami a parte, staranno a lungo unicamente a casa degli ultra fanatici di tecnologia e dovranno trovare altri sbocchi per potersi imporre al grande pubblico, creare un nuovo tipo di intrattenimento (virtuale) che non sia necessariamente legato alle modalità di fruizione e business che solitamente associamo al mondo dei videogiochi. Premettiamo tutto questo per dire che di cose davvero sorprendenti ne abbiamo viste poche. Una di esse, però, senza averci lasciato a bocca aperta, ci ha quantomeno stuzzicato: parliamo di Chronos, gioco di ruolo d'azione sviluppato da Gunfire Games per Oculus Rift che abbiamo provato per una mezz'ora in compagnia di un membro del team di sviluppo.

Chronos è attualmente uno dei titoli più interessanti realizzati per sfruttare la realtà virtuale

Mondi allo sfascio

In Chronos, il mondo in cui vive il protagonista nostro alter ego ha raggiunto il capolinea: una catastrofe e un'invasione di pericolose creature provenienti da chissà dove hanno ridotto l'umanità sull'orlo dell'estinzione e solo noi, come da copione, possiamo provare a mettere le cose a posto. Una scusa come un'altra per chiederci di scegliere quale sesso e classe vogliamo per il nostro eroe, quindi buttarci nel bel mezzo dell'azione.

Un gioco come si deve

I controlli sono piuttosto intuitivi e possono essere assimilati a quello di tanti altri action RPG: con un tasto si attacca e si eseguono combo più o meno rapide a seconda dell'arma impugnata, con un altro ci si para, premendo rapidamente un pulsante e inclinando la levetta direzionale si rotola verso quella direzione mentre tenendo premuta la medesima combinazione ci si mette a correre. Nulla di nuovo, anzi molti troveranno lo schema piuttosto semplicistico se comparato ad altre esperienze più tecniche. Ciononostante Gunfire Games ha scelto non solo di aggiungere un po' di profondità con uno strato ruolistico sottile ma efficace - combattendo si guadagna esperienza, si raccolgono armi e nuove abilità, con il passare del tempo si invecchia e si sbloccano speciali tratti - ma anche di creare un sistema di combattimento che fa un po' il verso a quello dei vari Dark Souls e affini, rappresentandone una versione all'acqua di rose. Ogni nemico ha dei pattern precisi da imparare, il nostro si muove, attacca e schiva con animazioni piuttosto lunghe che richiedono una certa attenzione e spesso ci si ritrova all'improvviso in inferiorità numerica, si muore e si è costretti a riprovare facendo tesoro di quanto imparato. Morendo si è costretti a ricominciare dall'ultimo punto di salvataggio raggiunto e occorre affrontare nuovamente gli avversari di quell'area, ma in compenso si mantengo esperienza, oggetti ed eventuali passaggi all'interno del livello sbloccati. È vero, non c'è nulla di inedito, però questo è il filo conduttore di quasi tutti i prodotti testati in questi giorni: ogni volta che la demo termina si ha la sensazione di aver provato qualcosa di non eccezionale a livello videoludico, che punta tutta sull'unicità della soluzione tecnica. Almeno qui il gioco sembra esserci.

Realtà virtuale umile

Per Chronos il team di sviluppo ha scelto una strada all'apparenza meno ambiziosa di altre ma, nella pratica, anche più intelligente. Anziché puntare tutto sulla libertà di movimento della telecamera che avrebbe reso complessissimo giocare un gioco di ruolo d'azione che comunque richiede una certa abilità, qui l'inquadratura è fissa e cambia mano a mano che si passa da un'ambiente all'altro, un po' come avviene in tante avventure grafiche o in classici come Resident Evil.

Un gioco come si deve

Ci si può sempre guardare attorno, seguire il personaggio con lo sguardo e osservare i dettagli circostanti, magari in cerca di indizi per risolvere gli enigmi ambientali, però si ruota sempre attorno al perno posizionato con cura dagli sviluppatori. In questo modo le cose saranno forse un po' meno coinvolgenti, ma si riesce a stare con il visore in testa a lungo, senza affaticarsi troppo. Visivamente ci sono alcune fonti d'ispirazione molto importanti, ICO è quella più immediata che può essere percepita semplicemente osservando qualche screenshot e video, per un risultato che è altalenante: non male lo stile e le ambientazioni, per quanto siano a tratti un po' spoglie, mentre i nemici sono dotati di modelli poligonali tutto fuorché impressionanti che avrebbero meritato animazioni più precise. Comunque non è un brutto vedere e la profondità della realtà virtuale dona quel tocco extra che non può, almeno sulle prime, non lasciare sorpresi. Piuttosto è lecito chiedersi se il prezzo di cinquanta euro, anche a fronte di una dozzina di ore di gioco promesse, non sia un po' eccessivo. Un rischio che comunque chi ha prenotato Oculus Rift, piattaforma per cui Chronos arriverà in esclusiva, è di certo disposto e preparato a correre, almeno nel primo periodo di vita della piattaforma. Certo restano tutti i nostri dubbi, manca un vero punto a favore che possa fare la differenza tra un gioco discreto e una killer application, però se dovessimo scegliere su cosa puntare per i primi giorni in compagnia del nostro nuovo visore avremmo pochi dubbi: il titolo di Gunfire Games è uno di quello da inserire nella propria ludoteca.

CERTEZZE

  • Sembra avere una discreta profondità
  • Buone soluzioni tecniche
  • Visivamente suggestivo

DUBBI

  • Tolta la realtà virtuale resta un gioco che farebbe ben poco clamore
  • Bisogna valutare se ci sono abbastanza idee per reggere una dozzina di ore