The Ship: Murder Party fu uno dei primi successi su Steam a non essere prodotto da Valve. Parliamo del 2006, ossia di un'epoca in cui il mercato digitale era ancora agli albori e veniva guardato con sospetto anche dagli stessi giocatori PC, che non amavano molto la novità di dover rinunciare alle copie fisiche (come cambiano i tempi). Steam aveva una frazione delle funzioni di oggi, un catalogo molto meno ricco, per usare un eufemismo, ed era legato sopratutto a Counter Strike e ad Half-Life 2. Lo stesso The Ship non nacque come gioco autonomo, ma come mod di Half-Life 2, pubblicata nel 2004, quindi sviluppata in modo più organico in seguito al plauso del pubblico. Nel 2016 la software house Blazing Griffin ha deciso di dare una rinfrescata al progetto, rimasto praticamente abbandonato da allora, vuoi a causa del fallimento di Outerlight, lo sviluppatore originale, vuoi a causa dell'insuccesso della campagna Kickstarter lanciata per realizzare un seguito vero e proprio, che avrebbe dovuto chiamarsi The Ship: Full Steam Ahead. Come il titolo fa intuire, The Ship: Remasted è un rifacimento completo dell'originale, con qualche contenuto aggiuntivo e con il lato grafico completamente, o quasi, rivisto. Il lancio in Accesso Anticipato, avvenuto a febbraio, è passato però un po' in sordina. Cerchiamo quindi di capire se valga o meno la pena di tornare in crociera con Mister X e il suo manipolo di assassini improvvisati.
Abbiamo commesso un bel po' di omicidi in The Ship: Remasted, e ora potete leggerne il resoconto
Sapore di mare
Avviando The Ship: Remasted il senso di deja-vu è impressionante. Giocando un po' si capisce di trovarsi di fronte allo stesso gioco di allora. Il giocatore viene messo nei panni di uno degli ospiti di una grande nave da crociera e deve uccidere la sua vittima designata, meglio definita come preda, cercando contemporaneamente di non farsi ammazzare dal suo cacciatore, impersonato da un altro giocatore.
Detta così sembra facile, ma in realtà il gameplay è complesso, perché i giocatori non conoscono da subito la vera identità di prede e cacciatori e perché gli omicidi vanno compiuti senza farsi vedere dal personale di bordo, pena la galera (letteralmente). Ma cerchiamo di capire come funzionano le dinamiche di gioco. Avviato un match bisogna armarsi rovistando nei cassetti e nella mobilia. Dentro ci si trovano armi da fuoco e armi da corpo a corpo, ma anche vestiti con cui cambiarsi per rendersi meno riconoscibili. Una volta attrezzati per uccidere, si può andare a caccia della preda esplorando la nave, guardandosi contemporaneamente le spalle per non finire morti ammazzati. L'individuazione degli obiettivi non è automatica: prima di essere sicuri di trovarsi di fronte al proprio bersaglio, bisogna interagirci così da scoprirne le generalità. Chi pensasse di poter evitare la caccia standosene in una zona sicura farebbe un errore madornale, dato che Mister X, il sinistro padrone delle navi, vuole divertirsi e farà fuori chiunque non partecipi alla caccia. Ogni volta che si uccide la preda giusta ci viene assegnata una somma di denaro, che varia a seconda dell'arma usata. Ad esempio uccidere con un'arma da fuoco frutta meno che farlo con un arma da corpo a corpo. Allo stesso tempo, usare due volte la stessa arma, di qualsiasi tipo, fa calare il premio. Eliminare un passeggero che non sia la nostra preda o il nostro cacciatore, farà invece perdere soldi, che saranno detratti dalla somma complessiva in nostro possesso. Infine, come già accennato, avere dei testimoni mentre si uccide comporta la prigione dove, oltre a pagare una grossa cifra per la cauzione, si è obbligati a passare del tempo prima di poter tornare in partita.
Bisogni
Insomma, come avrete intuito il gameplay di The Ship: Remasted è molto più articolato di quello di un normale titolo online, perché non è incentrato soltanto sullo sparare agli altri giocatori, ma richiede di conoscere le navi a menadito e di pianificare le mosse da compiere.
Oltre a quanto già descritto ci sono delle meccaniche aggiuntive importanti che danno profondità all'azione, come quella dei bisogni primari. I personaggi hanno delle esigenze che vanno soddisfatte di tanto in tanto, pena la morte o altre catastrofi. Ad esempio bisogna farli dormire, se non li si vuole vedere crollare per eccessivo affaticamento; oppure bisogna fargli fare la doccia, per evitare di contrarre malattie e di farli assalire dalle mosche. Soddisfare questi bisogni espone però i personaggi a ritorsioni da pare degli altri giocatori, quindi occorre guardarsi bene intorno prima di mettersi a letto o di lavarsi, anche se farsi uccidere nel sonno o sotto lo scrosciare dell'acqua ha un che di poetico e ci fa tornare in mente decine di film gialli classici. Anche queste, comunque, sono tutte caratteristiche già presenti nel titolo originale. Chi lo conosce si troverà a casa, nonostante lo svecchiamento dell'interfaccia e l'aggiunta di qualche contenuto, come un maggior numero di navi. Attualmente si contano cinque mappe giocabili (Andrea Doria, Atalanta, Batavier, Krassin e Huronian), ma in futuro ne saranno aggiunte altre e saranno rifinite quelle già presenti.
Ritorsioni
Il maggiore problema di questa edizione Remasted di The Ship è che somiglia in modo davvero impressionante all'originale, anche dal punto di vista grafico. Siccome sono passati dieci anni dal lancio della prima incarnazione (dodici, se contiamo la mod), ci saremmo aspettati grossi miglioramenti almeno da questo punto di vista, ma così non è stato.
Certo, i modelli di molti oggetti sono stati completamente rifatti e sono stati aggiunti effetti di post-processing e di illuminazione, che ormai sono la norma, ma sinceramente si fatica a scorgere quei miglioramenti che giustificano un'operazione del genere. Le stesse collisioni sono rimaste identiche a quelle del 2006, mentre i modelli umani hanno un sapore, per così dire, antico e sfigurano di fronte a quelli di molti altri titoli indipendenti. Si vede che li hanno presi, ne hanno ritoccato le texture e nulla più. Altro problema di non poco conto è la carenza di giocatori. Attualmente ci sono più utenti attivi in The Ship: Murder Party (è del 2006, ricordiamolo) che nell'edizione Remasted. Anzi, a dirla tutta i server della nuova edizione sono perlopiù deserti. Figuratevi che è stato arduo anche trovare qualcuno per effettuare questa prova! È vero che per ora l'online ha dei grossi limiti (giocando in LAN si possono creare partite per un massimo di 16 giocatori, mentre online solo per 4), ma difficilmente si può consigliare a qualcuno di acquistare The Ship: Remasted in Accesso Anticipato per giocare contro dei bot, questi ultimi nemmeno rifiniti e francamente prevedibili dopo un paio di match. Ecco, forse il problema vero del lavoro di Blazing Griffin è che non è riuscito ad attirare i vecchi giocatori, rimasti legati all'originale, che evidentemente non hanno trovato motivi validi per lasciarlo. Le nuove modalità stesse sono di scarso appeal; chi comprerebbe un gioco simile per avere il solito deathmatch in mezzo ai piedi? Suvvia, non scherziamo. Anzi, il solo fatto che sia stata implementata una modalità simile ci fa capire quanto la ricerca di qualcosa di diverso da proporre si sia scontrata con l'amara realtà di non essere riusciti a trovare niente di davvero valido. In conclusione, quindi, allo stato attuale crediamo che sia giusto sconsigliarvi il gioco, sempre che non possiate giocarlo in LAN con qualcuno. Ne riparleremo quando saranno state implementate tutte le caratteristiche più importanti... sempre che qualcuno inizi a popolare i server.
Conclusioni
PRO
- Le meccaniche di The Ship hanno sempre il loro fascino
CONTRO
- Online solo parzialmente implementato
- Rifacimento grafico non eccezionale
- I server deserti rendono impossibile al gioco esprimere le sue potenzialità