Prima di provare Get Even alla GamesCom di Colonia, non avevamo alcuna idea di quello che ci saremmo trovati davanti.
Due anni fa, lo sviluppatore polacco The Farm 51 attirò l'attenzione sul progetto diffondendo un criptico filmato in cui si suggeriva uno shooter in prima persona dai temi controversi e dal multiplayer innovativo, aspirando a una grafica estremamente fotorealistica attraverso una tecnologia di scansione 3D di ambientazioni reali. "Io non vi anticipo niente. Prendete il pad e giocate", ci viene detto dal director del team, Wojciech Pazdur, in un tono tra l'ironico e lo svogliato. Dopo già pochi minuti, appare chiaro che le cose sono due: o Get Even è stato frainteso fin dall'annuncio o, più probabilmente, si è trasformato nel corso degli ultimi tre anni, assumendo tutt'altra forma ora che il gioco è passato sotto la produzione di Bandai Namco. A guardare l'ultimo trailer di Get Even potrebbero tornare alla mente le atmosfere di Condemned, ma fatta eccezione per qualche sporadica fase shooter, il progetto assomiglia più a una conturbante miscela tra Outlast e Saw.
Get Even ha fatto capolino alla GamesCom 2016, permettendo ai fan di scoprire qualcosa in più sul gioco
Tra realtà e finzione
Così come i suoi sviluppatori alla GamesCom, Get Even comincia senza spiegare niente, mettendo chi gioca nei panni di un tale di nome Cole Black. Non sappiamo chi sia questo Black, se non che è armato, che ha uno smartphone all'avanguardia e che deve infiltrarsi all'interno di una struttura nel tentativo di trovare e salvare una giovane ragazza tenuta in ostaggio. È qui che queste premesse non particolarmente originali prendono una piega inaspettata.
Dopo aver esplorato l'edificio, il protagonista trova la ragazza al centro di una stanza, legata a una sedia, con gli occhi bendati e una bomba a orologeria attaccata al petto. Disperata, ci dice di aver origliato il codice per disinnescare l'ordigno e ci suggerisce una serie di quattro numeri. Dopo averli digitati, però, tutto diventa nero, si sentono rumori confusi e Black si risveglia in un sinistro ospedale psichiatrico, faccia a faccia con Red, un misterioso carceriere che comunica col giocatore attraverso dei filmati registrati. A questo punto il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è si fa molto confuso. Abbiamo visto dei pazienti del manicomio indossare una sorta di visore sul volto, trovato documenti sospetti e ricevuto "regali" inaspettati. Non era per niente chiaro cosa stesse accadendo, e neanche il tempo di ricevere una risposta che la demo è giunta al termine. In alcuni punti bisognava utilizzare la pistola per difendersi dall'aggressione di pazienti fuori controllo, ma la stragrande maggioranza del tempo l'abbiamo passata a esplorare stanze, studiare indizi e utilizzare gli strumenti a propria disposizione per analizzare ogni singolo dettaglio. Ricordate il futuristico smartphone del protagonista? Ebbene, le diverse app installate sul cellulare di Black gli permettono di avere una mappa dinamica del luogo, di mettere in evidenza macchie di sangue e impronte, di attivare una telecamera termica o di eseguire una scansione degli oggetti per analizzare impronte digitali e tracce di DNA (altro che Snapchat). Probabilmente gli sviluppatori non proveranno neanche a giustificare come il protagonista possa essere ancora in possesso di questo miracolo della tecnologia dopo la sua cattura, né come faccia la batteria a durare all'infinito. Quello che è sicuro è che Get Even è riuscito a incuriosirci ancora una volta, seppure in modo diverso rispetto ai tempi del debutto, ma se The Farm 51 riuscirà a proporre un'esperienza originale, coinvolgente e squilibrata è ancora tutto da vedere.
CERTEZZE
- Affascinante atmosfera tra realtà e finzione
- Non il solito pseudo-horror
DUBBI
- Qualità della narrazione tutta da verificare