Quando c'è di mezzo CD Projekt è sempre un piacere partecipare a una presentazione o un evento e anche in questa GamesCom edizione 2016 non ci siamo ovviamente tirati indietro quando ci è stata offerta l'opportunità di tornare a spassarcela con Gwent: The Witcher Card Game. Pur essendo ben consapevoli che ci saremmo ritrovati davanti alla stessa identica presentazione dell'E3 di Los Angeles, incontro che in quell'occasione ci aveva permesso di conoscere il gioco, l'ipotesi di poter passare una ventina di minuti, pad alla mano, con il gioco di carte dei creatori di The Witcher 3: Wild Hunt, era comunque stuzzicante. E infatti la realtà non ha smentito le nostre speranze.
Tutta la prima parte dell'incontro era ancora una volta dedicata alla presentazione del progetto, perfettamente identica a quanto già ascoltato in passato e su cui abbiamo focalizzato gran parte del precedente articolo, ma una situazione decisamente più rilassata e a tratti familiare ci ha permesso di scambiare qualche chiacchiera con lo sviluppatore e anche di mettere le mani sul PC che ospitava la build di prova per smacchinare con alcuni menu di gioco. Abbiamo così scoperto che accanto al single player e al multiplayer, la schermata iniziale offre un rapido accesso alla funzione di costruzione del deck, al tutorial, alla collezione personale e allo shop dedicato agli acquisti premium. Ma la parte più interessante era quella superiore dello schermo dove faceva capolino un interessante "not logged in" accompagnato da un piccolo spazietto con un avatar mancante che ci ha immediatamente fatto pensare a una qualche forma di gestione dell'account con annessa registrazione che CD Projekt metterà probabilmente in piedi in occasione del lancio di questo nuovo progetto. E la presenza di tre piccole iconcine laterali a questi indicatori hanno aggiunto ulteriore mistero al tutto: che lo sviluppatore sia intenzionato a offrire anche un sistema di quest e attività da svolgere quotidianamente? Che addirittura venga richiesto il collegamento costante online per accedere a tutta una serie di funzioni avanzate? Tutti interrogativi che probabilmente vedremo risolti nell'arco di un paio di mesi, in occasione del rilascio della prima beta pubblica. Un altro elemento che ci era sfuggito a suo tempo durante la presentazione è la precisa scelta della software house di tenere completamente separati i deck delle campagne single player dai mazzi utilizzati nel multiplayer. Il motivo è piuttosto semplice e interessante ed esula dai classici problemi di bilanciamento che è piuttosto facile incontrare nei card game. Le carte raccolte nel single player sono parte integrante della storia raccontata. Devono affiancarsi ad essa, giustificarla e spesso far sì che le conseguenze delle nostre scelte abbiano ripercussioni anche sul valore del nostro deck. Ad esempio potrebbe capitare che un personaggio incontrato per strada e che si è unito a Geralt, facendoci guadagnare la sua carta, decida a un certo punto di abbandonarci magari a causa di alcune nostre decisioni o semplicemente perché le strade si dividono e a quel punto è giusto che anche il mazzo perda quella carta. Questo tipo di meccanica sarà parte integrante di ogni campagna e questo può anche lasciare intendere che non tutte le carte del singolo giocatore saranno concretamente presenti nel multiplayer e viceversa.
Gwent: The Witcher Card Game continua a divertirci nella sua semplice profondità
Una sfida tira l’altra
È stato piacevole anche tornare a osservare il tutorial narrato che ci ha dimostrato ancora una volta come il concetto delle scelte e delle loro conseguenze sia parte integrante di Gwent: The Witcher Card Game esattamente come era una componente fondamentale dei capitoli tradizionali di The Witcher. Più che il continuo mutamento del nostro deck, ci è apparsa interessante la decisione dello sviluppatore di considerare anche le scelte più conservative del giocatore: se sceglieremo di visitare un determinato punto di interesse o indagare una traccia di magia, non potremo più tornare sui nostri passi annullando le schermate narrative che si susseguono una dopo l'altra e anche scegliere di non fare nulla o di allontanarsi da ciò che ha suscitato la nostra curiosità, potrebbe avere conseguenze anche peggiori dell'intervento diretto.
Una volta entrati in partita possiamo aggiungere ben poco rispetto a quanto detto in precedenza: il gioco è davvero il potenziamento sotto ogni punto di vista del mini-gioco incontrato in The Witcher 3: Wild Hunt. La meccanica di base è la stessa, l'obiettivo di bluffare per disorientare l'avversario rimane una parte integrante del gameplay ma da un punto di vista grafico, artistico e visivo siamo completamente su un altro pianeta. Stupiscono in particolare le carte premium: sono davvero splendide e le quattro che siamo riusciti a intravedere non permettevano soltanto di essere osservate nella loro tridimensionalità ma spesso le loro illustrazioni erano vive e in movimento. Siamo assolutamente convinti che sarà proprio questo potenziamento grafico a rappresentare il cuore degli acquisti in game che CD Projekt proporrà ai giocatori così da non dover minimamente rischiare che si parli di pay-to-win. Sempre quattro erano i mazzi disponibili nel testing: Skellige con la sua meccanica legata alla resurrezione e gestione avanzata del cimitero, Reami del Nord zeppo di enormi armi d'assedio, Scoia'tael con i suoi combattenti agili in grado di spostarsi di fila tra un turno e l'altro e i Mostri, particolarmente potenti e capaci di sfruttare a loro favore i malus legati al maltempo. Questa volta siamo riusciti ad avere delucidazioni sull'assenza della fazione di Nilfgaard e abbiamo appreso che per la software house questo impero è in assoluto il più difficile da bilanciare ed è attualmente al vaglio dei designer per essere riproposto in una versione più in linea con gli aspetti positivi e negativi degli altri deck. Chissà se lo vedremo all'interno dell'attesissima beta che sarà finalmente distribuita, dopo l'annuncio di qualche giorno fa sul suo ritardo di circa un mese, il 25 ottobre su PC e Xbox One e qualche settimana dopo anche su PlayStation 4.
CERTEZZE
- Non è la versione HD di un mini-gioco ma un prodotto zeppo di contenuti
- Il tabellone è davvero bello da vedere e arricchito con effetti e animazioni splendide
- La meccanica del Gwent rappresenta un interessante elemento di distinzione dagli altri card game
DUBBI
- Siamo veramente curiosi di giocare almeno un estratto di una campagna single player
- Il bilanciamento delle fazioni è ancora tutto da verificare