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Campione solitario

NBA 2K17 gareggia ormai senza concorrenza, che cosa ci aspetta in questo nuovo capitolo?

ANTEPRIMA di Dario Rossi   —   30/08/2016

Diciotto anni di trionfi per la serie NBA 2K, uno dei franchise sportivi più longevi di sempre, che è riuscito a ritagliarsi il meritatissimo appellativo di "re" delle simulazioni di basket. L'appuntamento di quest'anno è piuttosto particolare, con NBA Live di EA Sports momentaneamente fuori dall'ambito casalingo (la serie ha trovato una nuova identità nel settore mobile, per adesso), NBA 2K17 è a tutti gli effetti l'unico titolo sul mercato dedicato alla pallacanestro, uno status potenzialmente pericoloso, poiché l'assenza di una vera concorrenza non rappresenta un forte incentivo a migliorarsi a ogni edizione. Scopriremo solo in fase di recensione se Visual Concepts e 2K Sports saranno stati in grado di superarsi, ma per quanto sappiamo sul titolo, la nostra sensazione è che NBA 2K17 riuscirà ancora ad alzare l'asticella qualitativa. Ma andiamo per gradi.

NBA 2K17 sta per arrivare, riuscirà il re del basket a migliorarsi ancora?

Nati per vincere

La serie di coincidenze che ci porteranno all'appuntamento con NBA 2K17 il 16 settembre - manca relativamente poco - non possono essere trascurate; il 2016 coincide con la chiusura della carriera del grande Kobe Bryant e i suoi venti anni nei Los Angeles Lakers. Il fuoriclasse di Filadelfia ha infatti concluso trionfalmente la sua ultima partita il 13 aprile, contro gli Utah Jazz.

Campione solitario

L'uscita dalle scene di Bryant è un evento storico che 2K Sports ha giustamente colto al volo, proponendo una versione speciale "Legend" del gioco, dedicata proprio al grande atleta, che si conquista in questa edizione anche la copertina. Non solo, le recenti Olimpiadi di Rio hanno visto trionfare la squadra statunitense di basket guidata dal mitico "Coach K", all'anagrafe Mike Krzyzewski, figura storicamente legata all'università Duke, ovviamente parlando del basket collegiale. Anche in questo caso 2K Sports è stata molto lungimirante, stringendo un accordo con la USA Basketball Association che vede proprio la presenza di Coach K e la nazionale maschile 2016 nel gioco, a fianco della versione storica "Dream Team" del 1992 (solo con pre order) e della nazionale australiana. Non manca ovviamente la EuroLeague. Da notare che Mike avrà un ruolo importante nel titolo, sarà visibile non solo nelle partite della nazionale, ma anche in un apposito tutorial che spiegherà nel dettaglio le meccaniche di gioco. La sua inclusione desta davvero un grande interesse e siamo curiosi di vedere in che modo andrà a concretizzarsi.

Si può sempre migliorare

Uno degli aspetti che forse può aver rappresentato il tallone d'Achille della precedente, seppur splendida edizione, è quello relativo alla modalità carriera, o My Player, che ha raccolto una serie di critiche per il coinvolgimento di Spike Lee, il famoso regista che si è prodigato per dare un'impronta fortemente cinematografica alla modalità. Non tutti hanno però gradito una storia definita e ritenuta non adatta a tutti i gusti, che oltretutto finiva per risultare alquanto paradossale optando nell'editor per un giocatore bianco.

Campione solitario

Per NBA 2K17 sembra che Visual Concepts sia tornata a una formula più tradizionale, mantenendo però, sembrerebbe, l'esperienza introduttiva all'interno dei college della divisione 1 e la selezione ai Draft, sicuramente una della parti più riuscite dello scorso anno. La strategia per il 2016 sembra però estremamente interessante: il 9 settembre verrà rilasciata una demo gratuita peculiare, chiamata "Il Preludio", che permette di iniziare la modalità carriera e proseguire poi i progressi nel gioco completo. L'idea è ottima, in questo modo non solo viene fornita una versione di prova del gioco dopo anni di assenze su current-gen, ma viene data anche l'occasione di mettere mano su una modalità chiave del prodotto, anche se ovviamente non ci sarà modo di calibrare eventuali feedback. Un particolare ravvisabile nel trailer dedicato riguarda le animazioni del pubblico, che sembrano rispecchiare il tipico entusiasmo che si respira alle università. Siamo curiosi di vedere se accorgimenti simili sono stati trasferiti anche nelle partite NBA, visto che le routine del pubblico cominciano ad accusare gli anni e c'è effettivamente bisogno di qualcosa di nuovo.

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Infrangere le regole

Migliorare un comparto di alto livello come quello raggiunto da Visual Concepts è un compito tutt'altro che semplice, sembrano sempre più ridotti i margini di miglioramento per un sistema affinato per anni, con una intelligenza artificiale sempre più realistica e sofisticata. Gli sviluppatori per quest'anno hanno deciso di dedicarsi al bilanciamento dei giocatori fuori dagli schemi, un compito doveroso considerando l'elevata attinenza alla realtà offerta dal gioco.

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Non dimentichiamo che NBA 2K17 replica sostanzialmente il feeling della lega massima statunitense, e l'attenzione verso la riproduzione digitale di fuoriclasse in grado di infrangere le regole è estrema. Un esempio è rappresentato da Stephen Curry dei Golden State Warriors, una vera spina nel fianco nel precedente episodio, a detta del gameplay director di Visual Concepts, Mike Wang. Lo sviluppatore ha dovuto infatti aggiustare l'abilità di tiro di Curry con un update, in quanto il suo stile poteva inficiare le dinamiche del gioco. Siamo quindi curiosi di vedere gli accorgimenti che verranno implementati in questa nuova iterazione, ma siamo sicuri già da adesso del risultato. Un piccolo particolare che potrebbe essere preso in considerazione è quello dell'indicatore di tiro, attualmente posizionato sotto i piedi dei giocatori.

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Sfruttando la visuale laterale, non è sempre semplicissimo stabilire il punto di elevazione ottimale del tiro, a nostro avviso sarebbe opportuno spostare l'indicatore sopra la testa dei cestisti, esattamente come fatto da NBA Live 16. Aspettiamoci infine una presentazione ulteriormente migliorata: sono già stati preparati ben 50 brani d'accompagnamento, curati da Grimes, Imagine Dragons e Noah Shebib, mentre l'edizione italiana offre addirittura una copertina interamente dedicata al nostro Danilo Gallinari, attivo nel Denver Nuggets, laddove quella standard americana sfoggia Paul George degli Indiana Pacers. Manca davvero poco all'uscita, non ci resta che aspettare per vedere se il re è riuscito nella non facile impresa di superarsi, la nostra sensazione è che siamo in procinto di ricevere uno dei migliori capitoli della storia di questo grande franchise sportivo.

CERTEZZE

  • Da anni il re incontrastato della pallacanestro virtuale
  • Il tributo a Kobe Bryant come punta di diamante di un'offerta molto ricca

DUBBI

  • My Player rivisto da verificare