Ogni cultura religiosa ha il suo Inferno: sia esso un luogo di espiazione transitoria o di pena eterna, non esiste un credo che non divida il bene dal male nell'aldilà. La visione più comune dell'Inferno per noi occidentali è sicuramente quella di derivazione dantesca, che abbiamo esportato in tutto il mondo (quando commetti genocidi da qualche parte i morti li devi mandare, visto che li hai ammazzati da vivi con la scusa che erano cattivi).
Avete presente quel poema che vi fanno studiare a scuola diviso in tre cantiche, di trentatré canti l'una più un canto extra scaricabile gratuitamente come DLC e messo all'inizio degli altri? Sì, quello che non avete mai avuto la premura di leggere, ma che vi farebbe davvero bene perché lo ritrovate praticamente ovunque. Si chiama Divina Commedia e meglio di qualsiasi altra opera dell'ingegno umano ha rappresentato l'aldilà cristiano, aggiungendo il Purgatorio all'Inferno e al Paradiso per fare il 3x2 (come si sa, il Purgatorio è un'invenzione successiva alle altre due, inventato perché le classi dominanti proprio non ce la facevano a non uccidere e a tenere i genitali nei pantaloni, ma volevano comunque una via di fuga dall'eterno tormento, pensando alla Madonna nel momento del trapasso e pagandosi le preghiere di chi era rimasto in vita). In termini più ampi l'Inferno è il luogo in cui parte della nostra natura, quella repressa e più distruttiva per la società, trova la sua punizione. In fondo a crearlo non è stato il diavolo, che se ne stava benissimo a mangiare mele nel Paradiso Terrestre, ma Dio stesso, in preda a raptus per l'eccessiva esposizione ai tormentoni estivi. In fondo il cartello di cantiere appeso fuori dalla porta parla chiaro: "Per me si va nella città dolente, / per me si va nell'etterno dolore, / per me si va tra la perduta gente. / Giustizia mosse il mio alto fattore, / fecemi la divina potestate, / la somma sapienza e 'l primo amore. / Dinanzi a me non fuor cose create / se non etterne, e io etterno duro. / Lasciate ogne speranza voi che entrate."
Andiamo tutti all'Inferno con Agony, survival horror in uscita nel 2017 su PC, Xbox One e PlayStation 4
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Una delle domande che ci si pone spesso sull'argomento è come mai nel mondo dell'arte sia da sempre stato più facile raffigurare il male del bene. In realtà è facile capirlo: a chi interessano quei fighetti del Paradiso? Lì ci vanno quelli che si comportano come ci si deve comportare per essere bravi umani di un determinato luogo, di un preciso periodo storico (abbreviare con contesto storico/sociale ci pareva brutto).
Sono dei tipi noiosi per definizione. Certo, l'essere umano lo sa bene che se le pulsioni infernali prendessero il sopravvento sarebbe il caos; lo capisce ogni volta che ha un'erezione o un eccesso di lubrificazione; nondimeno non può fare altro che rappresentarle, soprattutto nei periodi di pace (quando c'è la guerra è libero di ammazzare, depredare e violentare con scuse varie ed eventuali e quindi non ha bisogno di ammirarsi le interiora in un'opera d'arte). I videogiochi non fanno differenza. Quante volte ci hanno mandati all'Inferno? Sono centinaia i titoli che hanno trattato in qualche modo il tema, spesso anche soltanto in senso allegorico, e non si fa fatica a trovarne anche nel recente passato, DOOM su tutti, ma anche l'ancora inedito Agony, annunciato di recente ma subito finito al centro dell'attenzione. Si tratta di un survival horror in prima persona ambientato appunto all'Inferno, previsto per il secondo quarto del 2017. I primi filmati mostrati, che trovate da qualche parte su questa pagina, mostrano un prodotto attentissimo proprio nella rappresentazione più feroce e spietata del luogo dell'eterno dolore. Madmind, studio di sviluppo formato da gente (per ora nove persone) che ha nel curriculum titoli quali The Division, The Witcher 3, Sniper: Ghost Warrior 2, Alien Rage, Enemy Front, Real Boxing 2, Godfire: Rise of the Prometheus e altri, è stato attentissimo a proporre materiale che evocasse atmosfere in linea con quello che è l'immaginario degli inferi. Dai filmati possiamo ricavare l'immagine di un luogo costruito in verticale, con richiami continui ai cerchi di dantesca memoria, e alla brutalità raccontataci dalle cronache di chi c'è stato (oh, loro ci credevano, perché contraddirli?). Alcuni momenti sono particolarmente feroci, come quello in cui una figura femminile divora un dannato con schizzi di sangue e quant'altro. L'impressione complessiva è davvero ottima, anche se del gioco non si è visto quasi nulla. Siamo in quella fase che non esiteremmo a definire di concettualizzazione dell'esperienza del giocatore, in cui cioè gli si propone l'idea in forma grafica e si sta a vedere come reagisce. A quanto pare la reazione è stata ottima, visti i commenti apparsi su social network e forum.
I primi dettagli sul gameplay
Insomma, l'idea di scendere all'Inferno nei panni di un protagonista svuotato del suo passato che deve fuggire dalla sua agonia eterna cercando una certa Red Goddess (dea rossa) è piaciuta a molti e ha scatenato il desiderio di saperne di più. Fare un discorso qualitativo, nonostante l'ottima fattura dei filmati di presentazione, è un vero e proprio azzardo in questa fase, ma è indubbio che sono state toccate le giuste corde del pubblico. Per ora sono stati condivisi pochi dettagli su quello che sarà il gameplay vero e proprio.
Come già detto si parla di un survival horror in prima persona, quindi sullo stile di Amnesia di Frictional Games, in cui però si avrà il potere di controllare le altre anime dannate e anche alcuni demoni dalla mente semplice. Solo sfruttando questa capacità si riuscirà a sopravvivere. Come? Ipotizziamo che al controllo della volontà siano legati puzzle o sequenze stealth (non si è visto gameplay in merito). Per fare un riferimento noto, ci viene in mente il vecchio Messiah, ma in verità non sappiamo come sarà implementata questa caratteristica, ossia se garantirà una certa libertà di manovra o se sarà legata a schemi precisi da seguire alla lettera. Il primo filmato di gameplay pubblicato, tratto da una versione preliminare di Agony, mostra il giocatore esplorare ambientazioni decisamente inquietanti (in fondo siamo all'Inferno). Le interazioni sono limitate, ma si possono ammirare alcuni momenti stealth. Il protagonista ha una torcia in mano, spesso l'unica fonte d'illuminazione. L'atmosfera è tesissima. Dopo aver superato una creatura tentacolare che esce dal muro, il giocatore spacca una pila di ossa umane, rischiando di attirare l'attenzione di un demone posto su una piattaforma sopraelevata. Da quello che si capisce, i passi faranno più o meno rumore a seconda della superficie su cui si cammina, anche se non è chiaro quanto questa meccanica influenzerà il gameplay. Dato fuoco a un arbusto con la torcia, il protagonista attira l'attenzione di un demone dalle fattezze femminili. Per salvarsi deve lanciare a terra la torcia e nascondersi nell'ombra, aspettando che la minaccia passi. Andato via il demone e raccolta la torcia, ha proseguito sulla sua strada, raggiungendo una maschera di pietra con sotto un altare, da cui ha raccolto una pozione dalla funzione ignota. Esplorati altri ambienti inquietanti è stato infine raggiunto da un demone e divorato, mettendo fine al gameplay. Da quello che si è capito il protagonista non avrà particolari capacità offensive e come genere vuole sarà alla mercé dei nemici (le prime immagini di gioco pubblicate mostrano diversi demoni, tutti molto classici nella forma, nondimeno dotati di un loro perverso fascino). Insomma, dovrà fare di tutto per non farsi individuare. Ci riuscirà? Lo scopriremo solo nel 2017, quando Agony sarà lanciato su PC, Xbox One e PlayStation 4.
CERTEZZE
- Ambientazione affascinante
- Realizzazione tecnica notevole
DUBBI
- Sarà l'ennesimo clone di Amnesia?