Quest'anno al Tokyo Games Show si faceva notare un'assenza in particolare. Era infatti qualche anno che non ci capitava di mancare l'appuntamento con un nuovo capitolo della serie regolare di Monster Hunter. D'altra parte con Generations oramai nei negozi, anche quelli occidentali, da un pezzo e in attesa di avere annunci ufficiali sul futuro del franchise, era lecito aspettarsi una battuta d'arresto. Tra un Resident Evil 7 e... poco altro, ne abbiamo allora approfittato per passare un'oretta abbondante in coda e metterci infine seduti comodi davanti alla postazione per Nintendo 3DS che ospitava Monster Hunter Stories, spin off annunciato oramai più di un anno or sono che intende sfruttare l'universo tutto mostri e cacciatori realizzato da Capcom, declinandolo però in una chiave più vicina al gioco di ruolo classico giapponese. Noi, lo diciamo subito senza peli sulla lingua, siamo abbastanza scettici nei confronti di un'operazione che ad oggi non ci ha dato nulla di particolare per cui gioire, per quanto non sia nemmeno drammatica, ma è chiaro che, considerando il genere, sarà necessaria una prova approfondita per poter esprimere un giudizio finale.
Monster Hunter Stories si è presentato al TGS 2016 convincendoci solo in parte
Questione di prospettive
L'aspetto più interessante di Monster Hunter Stories è certamente legato al cambio di prospettiva operato. Non più cacciatori di mostri ma allenatori, domatori e fedeli compagni di avventura di quelle stesse creature che per anni abbiamo preso di mira, ucciso e fatto a pezzi nella più seriosa (e probabilmente complessa) serie principale. Dell'impostazione generale del prodotto abbiamo già parlato in occasione della nostra completissima anteprima di alcuni mesi addietro, a cui vi rimandiamo in modo da concentrarci in questa sede unicamente sulla demo del Tokyo Games Show 2016. La piccola porzione di gioco era interamente ambientata tra i ghiacci di un inospitale ambiente polare.
Come nella demo dell'anno passato, potevamo muoverci a piedi oppure in sella del nostro fidato mostriciattolo, schivando oppure affrontando i nemici, sempre visibili a schermo, che ci si paravano davanti. Le battaglie avvengono al di fuori della mappa di gioco, come un classico gioco di ruolo giapponese, e sono rigorosamente a turni: le due particolarità del gioco sono un sistema simile a carta, forbice e sasso che ci dà modo di fare più danni qualora dovessimo scegliere la giusta strategia per il nemico di turno, e poi la possibilità di saltare in groppa al nostro compagno per un certo periodo di tempo (finché non si consuma la barra dei punti vita "di squadra") così da poter eseguire nuove e più devastanti tecniche. Tutte le opzioni di combattimento vengono selezionate tramite i classici menù divise per tipologie di attacco, abilità speciali e oggetti. Onestamente non ci è sembrato che le meccaniche possano nascondere chissà quale profondità, ma qui aspettiamo di essere smentiti da una prova approfondita, e soprattutto non abbiamo trovato il gameplay molto originale o divertente. Forse qualcosa di più moderno e dinamico avrebbe giovato di più all'operazione Monster Hunter Stories, ma qui siamo nel campo delle valutazioni personali. Tanto del successo di questa struttura dipenderà quindi dalla varietà di combinazioni realizzabili dopo aver raccolto le uova di altri mostri, quindi averle fatte schiudere al villaggio e aver aggiunto un nuovo animale al "catalogo" di quelli a nostra disposizione. Al di fuori dei combattimenti, ci siamo trovati davanti a mappe anche belle da vedere, soprattutto grazie a un valido cel shading, ma piuttosto vuote e con pochi elementi: alcuni nemici qua e là e poco altro, oltre agli ingressi ai singoli dungeon. Se già ci fosse stata l'assenza di caricamenti e le mappe fossero state tutte aperte, il risultato sarebbe stato quasi certamente diverso. Visto così Monster Hunter Stories non ci è parso un gioco brutto, piuttosto uno con poco da dire, forse indirizzato a un pubblico più giovane rispetto a quello della fonte di riferimento originale. Il fatto che sia un gioco di ruolo giapponese ci impone di aspettare una prova approfondita così da capire quale profondità avrà la trama e come si svilupperanno le sequenze di gioco avanzate. In ogni caso Capcom sembra crederci e anche Nintendo, che garantisce il supporto agli amiibo, non si vuole lasciare scappare l'opportunità di giocarsi le proprie migliori carte per il ritorno di un brand che, soprattutto in Giappone, ha fatto molto per la diffusione del Nintendo 3DS. Il 28 ottobre, tra poco più di un mese, uscirà nel paese del Sol Levante e allora sapremo intanto se venderà quanto ci si aspetterebbe da un nome così pesante, e poi se sarà valso l'attesa lunga oltre un anno.
CERTEZZE
- L'idea di spendere il brand di Monster Hunter per esperienze diverse dal solito è interessante
- Un enorme bestiario di mostri da cui attingere
- Bei modelli del protagonista e dei mostri...
DUBBI
- ...anche se gli ambienti sono un po' vuoti e ci sono diversi caricamenti
- Il sistema di combattimento non ci sembra quanto di più profondo si sia mai visto