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Dieci console SEGA che ogni appassionato dovrebbe avere

Alla ricerca delle console perdute! Alcune perle hardware marchiate SEGA a cui dare la caccia...

SPECIALE di Claudio Camboni   —   20/11/2016

Quando produceva console, SEGA è stata una delle case giapponesi più prolifiche di limited edition, perle e rarità hardware. Quelli con qualche anno in più sulle spalle sicuramente hanno imparato ad amare e apprezzare la casa nipponica anche per le pazzesche creazioni di oggetti al limite del feticismo videoludico. Oltre alle edizioni speciali di console importanti, negli anni si sono susseguiti esperimenti, scommesse e piattaforme che hanno avuto una vita così breve e intesa da essere lanciate direttamente nell'olimpo degli oggetti di culto dell'immaginario collettivo. Console che spesso nessuno ha mai visto ma che tutti hanno chiacchierato, oggetti sui quali in pochissimi eletti hanno potuto posare le mani e provare di persona ma che ogni collezionista e appassionato vorrebbe possedere e ammirare nella propria bacheca. Gli anni '80 e '90 sono stati l'epoca delle idee, delle sperimentazioni e di una evoluzione pazzesca e rapidissima, gli stessi produttori come SEGA faticavano a carpire le esigenze di un mercato in costante mutamento e si prodigavano continuamente in tentativi, prove e aggiornamenti hardware dovuti alle innovazioni dell'epoca e intuizioni più o meno geniali.

Dieci pezzi di hardware marchiati SEGA di incredibile fascino e valore

Victor V-Saturn

SEGA usava dare in licenza il proprio hardware per farlo produrre a terze parti con qualche differenza o feature in più. Pratica in realtà abbastanza usuale: lo fecero un po' tutti, anche la "puritana" Nintendo che fece costruire un GameCube da Panasonic. In questa ottica, JVC-Victor produsse il suo Saturn chiamandolo con scarsa fantasia proprio "V-Saturn" e donandogli un look leggermente diverso, scocca grigia e tasti sullo chassis e joypad di colorazione alternativa. Cambiava anche il logo ovviamente, e con questo l'animazione che appariva sullo schermo una volta avviata la macchina. Uscito a fine 1994, il V-Saturn rimase in commercio per ben due anni collezionando addirittura vari bundle (Virtua Fighter Remix, Vatlva e Christmas Nights) e due versioni: RG-JX1 e RG-JX2 basate rispettivamente sul primo modello di SEGA Saturn con tasti rotondi e secondo modello con tasti ovali. Un pezzo che non dovrebbe mancare in ogni collezione dei veri amanti SEGA.

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Sega Multi-Mega

SEGA, intenta a ravvivare l'interesse del grande pubblico per il proprio MegaCD, lanciò nel 1994 il famoso Multi Mega, console ibrida che univa in un unico hardware un Mega Drive e appunto un Mega CD. A causa di un costo eccessivamente alto e il periodo di lancio a ridosso della presentazione della nuova generazione in arrivo con il prepotente SEGA Saturn, il grande pubblico snobbò violentemente il Multi Mega che pur si presentava come un gran bel pezzo di hardware. Nonché, fattore da non sottovalutare, l'unica console a poter diventare un lettore Cd portatile (viva gli anni '90). La caccia su eBay è ovviamente aperta, ma non pensate sia possibile accaparrarvi una di queste console con meno di mezzo stipendio. La pensione della nonna trema.

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This Is Cool Sega Saturn

Torniamo un momento sull'ottimo SEGA Saturn per parlarvi di una edizione veramente da possedere (anche carnalmente, per i fan più esagitati): la "This Is Cool" edition per gli amici chiamata "Skeleton" a causa della sua scocca completamente trasparente, rendeva al grandioso Saturn un look totalmente techno-punk. Questa versione fu prodotta in vari modelli: HST-0020 era praticamente identico al Saturn bianco giapponese (eccezion fatta che per lo chassis e joypad trasparenti), HST-0021 era invece una versione che varcò le soglie nipponiche finendo anche negli Stati Uniti con 50.000 pezzi totali. L'ultima versione, chiamata indovinate un po', HST-0022, altro non era che un bundle contenente l'ultima versione del popolare simulatore di corse di cavalli Derby Stallion. In questo caso le differenze erano altre: oltre alla ovvia presenta di una copia del gioco e alcuni adesivi commemorativi, era stata fatta sparire la scritta frontale "This Is Cool".

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Sega Pico

Non si tratta in questo caso di una console "rara" o costosa da trovare, ma piuttosto di un hardware atipico che molti appassionati di videogiochi potrebbero non conoscere a causa del suo target decisamente diverso. SEGA Pico era destinato ai più piccoli, con un look rotondo e colorato e un parco giochi dedicato a una fascia di età decisamente bassa. Riteniamo che ogni appassionato SEGA dovrebbe avere anche questa console perché testimonia sia la trasversalità del suo pubblico, sia la genialità che all'epoca la contraddistingueva. SEGA Pico era dotato di una penna attraverso la quale si poteva "toccare" una parte dotata di sensori collegati poi alla TV tramite uscita audio/video. In pratica si trattava niente più niente meno che di un Nintendo 3DS con uscita video e senza schermi. Pico montava al suo interno lo stesso hardware di un Mega Drive ma in realtà non fu esattamente la primissima console a integrare un sistema di comando touch: la primissima, sempre costruita da SEGA, era proprio la loro prima macchina chiamata SG-1000 grazie all'utilizzo della periferica SEGA Graphic Board controller.

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SG-1000

Il cosiddetto Sega Computer Videogame SG-1000, ovvero la primissima console targata Sega, è oggi uno degli oggetti di culto più apprezzati da collezionisti e appassionati. Molto difficile trovarne un esemplare in ottime condizioni, ancor meno con scatola e istruzioni. Anche i giochi mantengono un mercato di nicchia che ne fa lievitare i costi in modo abnorme al giorno d'oggi, più di trent'anni dal lancio. Si trattava di una console a cartucce (ovviamente) che fu distribuita solo in Giappone e quindi con un numero di pezzi che non prese mai "il volo", ma fu utile a gettare le basi e un know-how per il lancio di un certo SEGA Master System, console ben più fortunata. Si trattava di un prodotto ibrido console/computer, dato che era predisposta per la stampante, una tastiera e porta parallela. Nonostante una distribuzione a singhiozzo uscirono comunque giochi degni di essere ricordati: Galaga, Lode Runner, Pitfall, Q-Bert, Wonderboy e Space Invaders su tutti. La mossa che probabilmente fece naufragare il progetto fu quella, sciagurata e sicuramente poco lungimirante, di lanciare SG-1000 il 15 Marzo del 1983. Vi dice qualcosa questa data? Esatto, lo stesso giorno di lancio di un'altra consolina poco famosa: il Nintendo Entertainment System.

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Sega Nomad

Oggetto del desiderio di tanti appassionati SEGA e console dalla tiratura limitatissima, non ebbe un successo commerciale incredibile, fattore che ne limitò molto la distribuzione fuori dagli USA e dal Sud America, paesi di lancio del portatile. Portatile per modo di dire visto che questo gran pezzo di hardware altro non era che un Mega Drive portatile, decisamente grosso e pesante, ma potentissimo per l'epoca. La forma un po' storta e particolare ne fece in breve tempo anche un oggetto di culto, bramato da tanti e posseduto da pochissimi. L'idea per lo sviluppo di Nomad arrivò dopo il lancio di un'altra console SEGA: il famigerato MegaJet, portatile in uso esclusivamente sui voli aerei della linea nazionale JAL Japan Airlines. Successivamente SEGA pensò a una versione commercializzabile al pubblico, ed effettivamente uscì in edizione limitata presso alcuni grandi magazzini. Nomad fu solo la continuazione di quel progetto, tanto affascinante quanto fallimentare.

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White Sega Game Gear

Anche il "piccolo" portatile di SEGA, il mitico Game Gear, possedeva una discreta quantità di edizioni limitate e rarità: dall'alto dei suoi 11 milioni di pezzi venduti, considerabili un successo all'ombra del concorrente scomodo di Nintendo Game Boy, in Giappone iniziarono a uscire una serie di varianti colorate veramente apprezzabili dal punto di vista estetico e soprattutto collezionistico. Oltre alle limited rosse marchiate Magic Knight Rayearth o Coca Cola, l'edizione Virtua Fighter Mini e blu, azzurre e gialle, fu in particolar modo il Game Gear White Edition ad attrarre le fantasie erotiche di milioni di appassionati. Ne furono prodotti meno di 10.000 pezzi immediatamente venduti, fattore che ha reso questo pezzo d'hardware uno dei più costosi e difficilmente reperibili in rete. La White Edition aveva la particolarità, oltre all'ovvio colore bianco della scocca impreziosita da tasti verde acqua, di contenere all'interno della confezione un TV Tuner anch'esso bianco. L'accessorio, innovativo per l'epoca, serviva ovviamente per collegarsi alle frequenze televisive e guardare i propri programmi preferiti dallo schermo di quel piccolo portatile.

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S.T.A.R.S. Dreamcast

Per celebrare l'uscita del quarto episodio della fortunata e amatissima saga di Resident Evil, SEGA e Capcom hanno lavorato insieme per creare due versioni limitate di Dreamcast. La prima, chiamata Code Veronica Limited Box, fu prodotta in appena 1800 esemplari e vantava una meravigliosa livrea rossa trasparente, una targhetta commemorativa per l'uscita e una copia di quello che in europa veniva chiamato Dreamkey, software per collegarsi a internet tramite modem e accedere al portale SEGA. La seconda versione, decisamente più rara e ricercata, era caratterizzata da un colore blu scuro trasparente un bel logo S.T.A.R.S. sul fronte dello chassis. Sul retro della console invece si poteva notare una targhetta numerata in serie che indicava il numero di produzione. Ogni vero appassionato di SEGA, di Dreamcast ma anche di Resident Evil non dovrebbe lasciarsi scappare una vera perla come questa edizione speciale interamente dedicata al brand Capcom: la caccia su eBay sarà però difficile, lunga e soprattutto dispendiosa!

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SEGA Pluto

Siamo all'apoteosi del feticismo estremo. La console da collezione per eccellenza del mondo SEGA ma non solo, una chimera videoludica che rasenta la leggenda, la cui esistenza è legata unitamente a racconti, rumor, foto trafugate online e le parole dei pochissimi che l'hanno avvistata. Qualcuno la possiede, non si sa come abbia potuto averla, perché il SEGA Pluto non è mai stato in commercio. Si tratta di un prototipo di console mai entrato in produzione le cui foto sono apparse svariati anni fa su alcuni forum specializzati dopo che un utente ne aveva segnalato l'esistenza. Non ha un valore perché non esiste nemmeno nel mercato più nero del collezionismo, insomma, il suo prezzo è inestimabile. Un ex dipendente SEGA è stato il primo a rivelarlo, specificando che si tratta in buona sostanza di un Saturn modificato per andare online, ovvero con un modem NetLink integrato, e con uno chassis completamente diverso. Il secondo utente che ha svelato di possederne una copia è un ragazzo che (pare) ne trovo una copia in un mercatino delle pulci, pagandolo la bellezza di un dollaro. Occhi aperti quindi, quando la domenica pomeriggio passeggiate con la vostra fidanzata in qualche mercatino!

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