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La gioia di un pugno in faccia

In un periodo non luminosissimo per i picchiaduro, Tekken 7 sembra sempre più un faro nel buio: abbiamo testato la sua folle modalità storia negli uffici italiani di Namco

PROVATO di Aligi Comandini   —   01/05/2017

Sono anni travagliati per i picchiaduro, e in un simile momento è impossibile non considerare quanto importante sia il nome Tekken per l'intero genere. E notate bene: abbiamo detto "sia" non "sia stato", perché quando si parla del torneo del pugno di ferro non si può parlare al passato. Tekken è pur sempre un nome che - tra altri e bassi - è riuscito a restare all'apice del mercato fin dalla sua nascita, e ancora oggi smuove milioni di fan, quasi incontrastato tra i picchiaduro tridimensionali (c'è chi ci smentirebbe urlando "Soul Calibur", ma la storica serie ha perso notorietà e importanza in modo sensibile dopo gli ultimi capitoli). Quale che sia lo stato in cui versa il genere, dunque, l'uscita di Tekken 7 resta un evento da non sottovalutare, specialmente quando si considerano gli anni di rodaggio - negli arcade il gioco è presente dal 2015 - e l'enfasi su E-Sport e contenuti al lancio, allo scopo di soddisfare appassionati del competitivo e giocatori meno esperti in egual modo. Sulla carta insomma questo potrebbe essere tranquillamente il capitolo definitivo di una saga in cui non mancano i capolavori, ed è anche per questo che non ci siamo certo fatti pregare quando Bandai Namco ci ha invitato nei suoi uffici per testare per la prima volta la modalità storia del titolo. Oggi vi racconteremo la nostra esperienza con i primi, roboanti, otto capitoli (cercando di evitare gli spoiler come la peste), ma se non vi interessa la narrativa del gioco non preoccupatevi... c'è molto altro da dire.

Tekken 7 resta fedele alle sue radici, anche nel suo assurdo e spassoso story mode

La fine dei Mishima?

La campagna principale di Tekken 7 si svolge direttamente dopo gli eventi del sesto capitolo: Jin è disperso in Medio Oriente, la guerra tra la Mishima Zaibatsu e la G-Corporation imperversa, e privata del suo leader la gigantesca mega corporazione nipponica sta perdendo la guerra.

La gioia di un pugno in faccia
La gioia di un pugno in faccia

A intervenire ci pensa il solito Heihachi, che riprende il controllo della Zaibatsu a suon di cazzotti dopo pochissimo, e inizia a mettere in atto un misterioso piano per avere la meglio sulla potenza rivale e il suo diabolico figlio Kazuya. Meglio, per la cronaca, non farsi ingannare dalle introduzioni dei vari capitoli, narrate dal punto di vista di un reporter che ha perso la famiglia a causa delle guerre scatenate da Jin: Tekken 7 è un po' più serioso del solito, ma non ci mette molto a partire per la tangente e ad abbracciare le sue tipiche assurdità, con una serie di eventi imprevedibili e di personaggi demenziali. Chiaro, ci sono momenti più e meno spassosi (di norma se in scena appaiono personaggi come Lee Chaolan o Alisa Bosconovitch c'è poco da star seri) ma ogni singola scena è spaventosamente eccessiva, irrealistica e spettacolare, come da tradizione della serie. Qua si parla di persone che sconfiggono truppe armate a suon di testate e calci, di esorcisti italiani con poteri magici pericolosi almeno quanto il loro gusto in fatto di vestiti, e di rocambolesche fughe da centri di ricerca in compagnia di automi senza testa; il tutto nella primissima ora di gioco! Se però le nostre speranze di vedere una trama ben scritta sono vane, resta impossibile criticare la modalità storia nell'insieme: è completissima, porta il giocatore a controllare svariati personaggi in combattimenti intervallati da scene curate e divertenti, e vanta un livello di sfida più elevato della media, con in più combattimenti "speciali" che rimescolano le carte in tavola. Non aspettatevi infatti un'intelligenza artificiale amorfa in questo gioco, perché i vostri avversari in Tekken 7 si difendono e menano duro fin dalla difficoltà normale, laddove l'unica semplificazione concessa è un sistema di mosse automatizzate attivabile a piacere e utile solo se non si conoscono i personaggi usati in quel momento. Si tratta in parole povere di una campagna single player che per contenuti e varietà se la vede tranquillamente con quelle di NetherRealm, almeno in queste prime battute da noi provate.

La velocità di un pugno

Parlando di variazioni: alcune battaglie nel gioco permettono di usare delle mosse speciali dedicate - che portano ad esempio di utilizzare temporaneamente armi da fuoco - o vedono i protagonisti sfidare soldati multipli in una sorta di mini modalità sopravvivenza, o ancora costringono combattere con certi modificatori. Nulla di particolarmente esotico, certo, ma si tratta di un valore aggiunto in titoli di questo tipo, dove si vede spesso fare il minimo sindacale dalle case di sviluppo quando si tratta di contenuti in singolo.

La gioia di un pugno in faccia
La gioia di un pugno in faccia

Mentre riprendevamo la mano con i comandi, tuttavia, abbiamo notato una cosa legata alla velocità del gioco che ci ha leggermente preoccupato: la modalità storia di Tekken 7 sembra avere qualche piccolo problema di reattività dei comandi. Occhio, non stiamo parlando dell'input lag dei Tekken, di cui si discute da anni - è vero che gli ultimi capitoli risultano più "pesanti" rispetto agli episodi passati ma è cosa nota, e in particolare in Tekken 7 ci sono stati ritocchi al movimento che hanno a tutti gli effetti reso più statiche e tattiche le battaglie - l'elefante nella stanza qua riguarda proprio solo la modalità storia, dove i comandi sembravano avere un leggero ritardo di qualche frame, facilmente percettibile da chi è abituato a giocare ai picchiaduro e fastidioso nelle concitate battaglie del gioco. Ora, senza strumenti per misurare o la possibilità di fare prove dirette non possiamo confermare al 100% le nostre impressioni a riguardo: abbiamo testato sia il versus che il training mode di una build ben più arretrata di quella testata negli uffici di Namco, senza che il problema si manifestasse in alcun modo, quindi se è effettivamente presente (e non ci siamo semplicemente sbagliati a causa di una svista) non apparirà al di fuori della campagna. Se però il ritardo dei comandi da noi percepito si rivelasse reale, potrebbe derivare dalla volontà di rendere la storia il più graficamente bella possibile, a discapito della fluidità assoluta e della risposta dei comandi. Poco male, trattandosi di una modalità che poco ha a che spartire con il competitivo, ma sarà il caso di fare qualche test extra al momento del lancio. Per concludere, il gioco vanta anche una modalità dedicata alla realtà virtuale, che permette di combattere in un'arena tridimensionale dove si può spostare lo sguardo a piacere, e di ammirare i modelli 3D dei combattenti con le varie (e numerosissime) personalizzazioni del giocatore. Difficile dire al momento cos'altro ci riserverà il pacchetto completo (l'offline mode sembra complesso e ricco di cose da fare, tuttavia non abbiamo avuto modo di testarlo), eppure già dalla qualità dei capitoli iniziali della storia, dal roster enorme, e da queste chicche aggiuntive, ci aspettiamo faville da questo Tekken.

CERTEZZE

  • Combat system sempre solidissimo e spettacolare, con qualche lodevole modifica
  • Modalità storia completamente fuori di testa e molto curata
  • Tecnicamente fa proprio bella figura

DUBBI

  • Latenza nei comandi più marcata nella modalità storia?
  • Eddy Gordo