Manca appena una settimana all'uscita di Monster Hunter: World, indubbiamente uno dei giochi più attesi del 2018. Nelle ultime settimane siamo tornati spesso sull'argomento: lo abbiamo provato, lo abbiamo giocato, vi abbiamo spiegato quali sono le principali novità e siamo tornati ad analizzare il punto di vista degli sviluppatori nella rubrica Voci dal sottobosco. Nelle prossime settimane arriverà la recensione e proseguiremo la nostra copertura con una serie di approfondimenti sulle meccaniche di gioco, sui mostri e sulle aspettative per il futuro. Intanto, però, volevamo provare qualcosa di diverso. Chi ha giocato ad almeno un Monster Hunter sa quanto possono diventare epici gli scontri coi mostri, soprattutto se si gioca con amici fidati e si comunica a voce. Monster Hunter è una fucina di momenti indimenticabili, perciò abbiamo voluto condividerne uno con voi. Ovviamente lo abbiamo un po' romanzato e magari non tutto è andato esattamente come descritto, ma è questo il bello dell'immaginazione, no? Speriamo che vi divertirete a leggere le prossime righe e che troverete il tempo di raccontare le vostre avventure nei commenti alla fine di questo speciale.
Prima parte
"Signori, la situazione è precipitata".
Waylander aveva sempre avuto un debole per la teatralità. Kin roteò gli occhi.
"Vi ricordo che ci resta un'ultima possibilità. Poi..."
"Sì, be'", fece Rock, controllando la sicura della sua balestra pesante. "Ce la faremo. In qualche modo".
Way, le mani sui fianchi, gli scoccò un'occhiataccia. "Stiamo parlando di un Alatreon..."
"E che sarà mai!", lo interruppe Kin, esasperato.
Rock non disse nulla, ma sapeva che Way aveva ragione e che i suoi rari slanci di ottimismo suonavano poco convincenti. Sì, era un Alatreon. Il drago anziano stava pigramente gironzolando nel cratere sottostante, una tana di rocce roventi e magma ribollente che li avrebbe costretti a fare i conti non solo con le fauci e i poteri sovrannaturali di quel mostro, ma anche con la temperatura elevatissima che rischiava di cuocerli nelle loro armature.
Il problema era un altro, comunque. "Questa armatura è scomoda", disse Rock, flettendo un braccio. "Non sono abituato".
"Lo so", disse Way in tono paziente. "Ma conosci il piano".
"Ecco, a proposito... da quando in qua sei tu quello che dà gli ordini?", intervenne Kin.
"E questo che cosa c'entra, adesso? Se hai un'idea migliore..."
"Piantatela", tagliò corto Rock. "Nessuno dà ordini a nessuno. Il piano di Way sembra buono".
"Non hai mai sparato un colpo in vita tua", osservò Kin.
Aveva ragione anche lui. Rock non aveva mai utilizzato una balestra pesante, ma era l'unico che potesse farlo: lo spadone di Waylander serviva a mozzare la coda di quello stramaledetto drago, il martello di Kin a spaccargli la testa. Il loro obiettivo erano le corna dell'Alatreon: rarissime, pregiate, intrise di energia arcana. La difficoltà consisteva nello staccargliele, visto che il drago teneva la testa sollevata a dieci metri dal suolo. Quando non volava, ovviamente.
E così Waylander aveva avuto un'idea assurda che avrebbe richiesto una balestra pesante, una borsa piena di proiettili soporiferi e una massiccia dose di fortuna.
"Abbiamo già affrontato due draghi anziani", disse Rock, ignorando l'osservazione dell'amico. "E ci siamo portati a casa la loro pellaccia", aggiunse indicando l'enorme martello da guerra di Kin che avevano fabbricato con le scaglie di un Jhen Mohran. "Andiamo a prenderci pure le corna di quell'Alatreon".
Seconda parte
I tre cacciatori sapevano che, una volta scesi in campo, non ci sarebbe stato modo di tornare indietro. Era letteralmente un viaggio di sola andata.
L'accampamento si affacciava sulla tana vulcanica dell'Alatreon: l'avevano eretto su un promontorio rialzato che le esalazioni incandescenti non potevano raggiungere. L'aria puzzava di zolfo e la fuliggine si raggrumava sulle pietre laviche, ma il posto era relativamente sicuro e offriva un punto di vista ottimale del terreno di scontro.
Una volta scesi, tutto sarebbe cambiato nel giro di pochi istanti.
L'Alatreon non li avrebbe individuati immediatamente, ma Waylander e Kin avrebbero avuto una manciata di secondi per prepararsi allo scontro e aggredire il drago anziano. In questo modo avrebbero attirato la sua attenzione e Rock, nel frattempo, avrebbe trovato una posizione sicura, lontana dal combattimento e da qualche ustionante pozzanghera di magma, per estrarre la balestra pesante e prendere la mira.
Il piano, tutto sommato, era semplice. Rock avrebbe sparato una raffica di proiettili soporiferi contro l'Alatreon, mirando alla testa o al collo. Se tutto fosse andato per il verso giusto, il drago si sarebbe accasciato a terra e a quel punto lui e gli altri due cacciatori avrebbero avuto tutto il tempo di collocare intorno al cranio della creatura gli esplosivi che avevano preparato all'accampamento. Infine, dopo aver raggiunto la distanza di sicurezza, Rock avrebbe sparato un colpo contro una delle botti esplosive per innescare una reazione a catena che forse non avrebbe ucciso il drago ma, con un pizzico di fortuna, gli avrebbe disintegrato le corna.
Poi sarebbe stata solo questione di abbatterlo, raccogliere i cocci e le membra che il drago avrebbe staccato dai loro corpi prima di crollare.
Poteva funzionare.
E ovviamente non funzionò.
Sarebbe meglio dire che non funzionò completamente, perché fino alla parte in cui l'Alatreon avrebbe dovuto addormentarsi ogni cosa andò a gonfie vele. Il sonnifero fece effetto al quinto proiettile e l'Alatreon si accovacciò a terra, in mezzo a due pozze di lava che ribolliva pigramente nonostante il caos.
"Ottimo lavoro!", esclamò Way, conficcando il suo spadone nel terreno molle.
"Ho mancato il terzo colpo", ammise Rock, estraendo l'esplosivo dalla sua borsa. "Temevo che gli altri non sarebbero bastati".
"Devo ammettere che il tuo piano non era poi così assurdo, Way", fece Kin, sfregandosi le mani. "Ecco fatto".
Rock e Way guardarono lui, poi l'esplosivo che aveva collocato a pochi centimetri dal muso rugoso dell'Alatreon, e poi di nuovo Kin.
"E quello che cos'è?", domandò Way, indicando il barilotto.
"L'esplosivo", rispose Kin con espressione perplessa.
"Stai scherzando, vero?"
"Kin, serve una carica molto più potente di quella... quella...", cominciò Rock.
"Scoreggia", concluse Way.
Kin, evidentemente imbarazzato, indietreggiò di qualche passo, sbracciandosi. "Non me l'avete detto!", protestò.
"Perché era implicito!", lo rimbrottò Way.
L'Alatreon sbuffò. I tre cacciatori lo guardarono in cagnesco.
"Dovremo arrangiarci", concluse Rock.
"Mi dispiace", fece Kin, ma Way lo superò senza dire un'altra parola e raggiunse la coda del drago anziano, quindi sollevò l'enorme spadone che aveva fatto fabbricare con le ossa del Caduceus e si preparò a sferrare il colpo.
Rock e Kin, intanto, si erano allontanati di alcune decine di metri. Dalla loro posizione, il primo avrebbe sparato il colpo che avrebbe detonato gli esplosivi e il secondo avrebbe preso la rincorsa e mulinato il suo martello da guerra per colpire l'Alatreon in pieno muso finché era ancora stordito.
"Mi dispiace", ripeté Kin all'altro.
"Sì, l'ho capito", replicò Rock. "Ora concentrati. E ricorda: centralo in testa. Con un po' di fortuna, potresti dargli il colpo di grazia".
"Magari!", esclamò Kin, schioccandosi le nocche delle mani.
Rock abbozzò un sorriso, imbracciò la balestra pesante e, dopo aver preso attentamente la mira, sparò un colpo alla botte più grossa che Waylander aveva piazzato proprio accanto alla testa dell'Alatreon addormentato.
L'esplosione divampò nella tana del mostro come un fiore rosso, sbocciando in una pioggia di lingue di fuoco e di pietrisco che ticchettò sul terreno. L'onda d'urto investì i cacciatori in pieno. Waylander riuscì a mantenere l'equilibrio, lo spadone sempre sollevato che puntava alla coda del drago. Kin era scattato non appena gli esplosivi erano detonati: in quel momento stava correndo in direzione dell'Alatreon che ruggiva, roteando il martello da guerra come un forsennato.
Rock si era coperto gli occhi con un braccio, ma quando lo scostò si rese subito conto che qualcosa era andato storto. Il cranio dell'Alatreon era ancora integro, eccezion fatta per una crepa luccicante che scorreva fino alla punta di un corno.
Terza parte
Waylander trattenne il fiato e poi espirò forzatamente, descrivendo un arco col suo spadone. La lama calò sulla coda dell'Alatreon e la recise di netto. Way sapeva che avrebbe dovuto sferrare il colpo nel momento esatto in cui l'Alatreon si svegliava, perché un attimo dopo avrebbe cominciato a scudisciarla a destra e a manca e sarebbe stato impossibile attaccarla. D'altra parte, se l'avesse mozzata mentre era addormentato, lo avrebbe svegliato e non sarebbero riusciti a far scoppiare gli esplosivi intorno al cranio.
Lui era fatto così. Era un perfezionista.
In quel momento, stava desiderando che una volta tanto lo fosse stato anche Kin.
"Sei proprio un idiota!", gli gridò mentre schivava uno stalattite ghiacciato grosso come un Jaggi. L'Alatreon aveva spiccato il volo e generato una tempesta gelida in una caverna vulcanica. Non aveva mai visto una cosa del genere.
"Potresti essere più costruttivo?", lo rimbeccò Kin. "Ci serve un piano B!"
Il drago anziano aveva momentaneamente cambiato bersaglio. Mentre loro schivavano la sua distruttiva pioggia di ghiaccio, l'Alatreon aveva deciso di occuparsi direttamente dell'artigliere che lo aveva addormentato.
Rock non era mai stato un artigliere prima di quel giorno. Solitamente impugnava la spada lunga o i pugnali, così i suoi movimenti erano goffi e non poteva combattere e scappare contemporaneamente. Se ci avesse provato, l'Alatreon lo avrebbe sicuramente colpito. E a quel punto sarebbe stata la fine.
"Schiva tutto!", gli gridò Waylander. "Ho un'idea", disse poi, piegando improvvisamente a destra. Uno stalattite lo mancò per un soffio e per poco non centrò Kin che stava cercando di stargli al passo.
"Che cosa fai?", chiese.
"Guarda". Way indicò la parete rocciosa in fondo alla grotta. "Lo attiriamo lì, ci facciamo caricare e schiviamo all'ultimo momento".
"Vuoi farlo incastrare con le corna nella parete", realizzò Kin con un sorrisetto.
"Il piano B".
"Mi piace".
"Anche a me, ma sbrigatevi", chiamò Rock dall'altro capo della grotta.
Waylander e Kin avevano ormai raggiunto la parete rocciosa e stavano riprendendo fiato. I ruggiti dell'Alatreon erano assordanti: il drago anziano era furioso.
"Come facciamo ad attirarlo?", si interrogò Waylander, scoccando un'occhiata al mostro che si accaniva su Rock. La tempesta si stava placando. Avevano poco tempo: se l'Alatreon avesse impiegato nuovamente i suoi poteri atmosferici, sarebbe stata la fine.
Kin, dal canto suo, si era arrampicato sulla parete rocciosa e stava frugando nella borsa.
"Che diamine stai combinando, adesso?"
Kin gli rivolse un sogghigno. "Mi faccio perdonare", rispose, estraendo un corno giallastro.
Prima che Way potesse dire qualcosa, l'altro l'aveva già suonato. L'Alatreon distolse immediatamente l'attenzione da Rock e si voltò verso di loro. Il mostro non perse tempo e, sbuffando e ruggendo, si lanciò alla carica.
"Scendi da lì!", intimò Way a Kin, posizionandosi il più centralmente possibile davanti alla parete rocciosa.
L'altro non rispose. Stringeva l'impugnatura del suo martello da guerra con una forza tale che le nocche gli erano diventate bianchissime.
Way pensò di ripetersi, ma ormai era troppo tardi. L'Alatreon incombeva su di lui, la testa china, le corna puntate dritte contro i due cacciatori.
Way scartò a destra con un salto all'ultimo istante e l'Alatreon conficcò le corna nella parete rocciosa. Incastrato e inerme, scalciò e scudisciò il moncherino che gli era rimasto al posto della coda con Kin che lo guardava dall'alto in basso.
"Adesso non te la tiri più come prima, eh?", disse prima di saltare giù dal macigno, sferrando al contempo una martellata poderosa che in un sol colpo spezzò le corna del mostro e mise fine alla sua vita.
"Evvai!", esclamò Rock, tappandosi la bocca con entrambe le mani un attimo dopo.
Erano le due e trentacinque del mattino e rischiava seriamente di svegliare tutti a casa. Olivia, la sua gatta, gli scoccò uno sguardo arcigno e si rimise a dormire con l'aria un po' annoiata.
"Era ora", convenne Way. "Spero solo che sia uscito quello stramaledetto Foracielo, perché giuro su Dio che se non c'è neanche questa volta..."
"Prego, eh?", sbuffò Kin. "Io l'ho trovato".
"Io no", li informò Rock. "Ma tanto quell'elmo è orribile".
"Meno male, l'ho trovato anche io", disse Way. "E con questa abbiamo finito".
"Giusto in tempo per la tua partenza", osservò Kin, mentre il messaggio a schermo li avvertiva che avevano completato la missione con successo e che sarebbero tornati al villaggio, dove finalmente Way avrebbe potuto completare la sua armatura Escadora... che a quel punto non sarebbe servita più a niente perché il giorno dopo sarebbe andato in vacanza per fare ritorno solo alla fine dell'estate.
Entro allora, Monster Hunter Tri sarebbe stato soltanto un bel ricordo. Avevano passato più di duecento ore ad ammazzare mostri e a calcolare statistiche e combinazioni. L'Alatreon era stato la loro ultima sfida e l'avevano superata.
Rock era appena tornato dalla cucina con una meritatissima bibita ghiacciata in mano. Non sapeva che a quell'estate, apparentemente così calda, ne sarebbero seguite di ancora più intollerabili negli anni a venire. In piedi davanti allo schermo, poteva sentire le voci dei suoi amici che prorompevano dalle cuffie. Kin e Way stavano battibeccando di nuovo su qualcosa. Sospirando e sorridendo, si rimise a sedere e disse: "Allora, è stato bello e non vorrei rovinare questo attimo di gloria, ma volevo ricordarvi che abbiamo appena finito Monster Hunter Tri. E ora?"
"Senti questa", fece Way. "Hanno appena annunciato Monster Hunter 3 Ultimate".
FINE