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La recensione del Ryzen 5 2400G e del Ryzen 3 2200G

Abbiamo provato le nuove APU Raven Ridge che grazie a Vega promettono prestazioni in gioco mai viste prima con soluzioni di questo tipo

SPECIALE di Mattia Armani   —   12/02/2018

Le nuove APU Raven Ridge equipaggiate con GPU Vega integrata non puntano a prestazioni paragonabili a quelle dei chip realizzati a quattro mani da Intel e AMD, ma sono comunque pensate per combinare dimensioni contenute con prestazioni in gioco vicine a quelle di una GPU discreta. Il tutto senza rinunciare ai marchi di fabbrica Ryzen e Vega che garantiscono sensori in quantità, overclock per tutte le CPU anche via desktop con il software Ryzen Master, interconnessione Infinity Fabric e Radeon Chill che ottimizza il carico di lavoro della GPU con un gran numero di giochi. Purtroppo le linee PCIe dedicate alla grafica passano da x16 a x8, ma sono sufficienti per qualsiasi soluzione di fascia media e l'architettura Raven Ridge si fa perdonare questo limite portando nel mondo dei processori consumer il supporto ufficiale per le memorie DDR4 a 2933Mhz. Niente male per prodotti pensati per finire in sistemi desktop economici e compatti o comunque legati a form factor peculiari. Non a caso nel kit speditoci da AMD abbiamo trovato una MSI B350I Mini-ITX che ci permette di stringere l'intero sistema in una mano. Certo, l'utilizzo di un dissipatore Wraith Stealth comporta uno spessore uguale a quello dei sistemi desktop di fascia bassa, ma una configurazione di questo tipo consente comunque di impacchettare un PC completo di tutto punto in uno spazio estremamente ridotto.

La recensione del Ryzen 5 2400G e del Ryzen 3 2200G

Gaming a portata di APU

Il modello di punta è il Ryzen 5 2400G, equipaggiato con una GPU Vega da 11 compute unit spinte a 1250MHz e con quattro core suddivisi in 8 thread grazie al multithreading. Il minore, invece, è il Ryzen 3 2200G che si accontenta di quattro semplici core e di una GPU Vega da 8 compute unit spinte a 1100MHz. In entrambi i casi non c'è traccia di memoria video dedicata ma le frequenze sono piuttosto buone, almeno rispetto ai valori a cui ci ha abituato la gamma Ryzen, con la CPU del modello più potente che spazia da 3.6 a 3.9GHz e quella incorporata nel più economico che viaggia tra i 3.5 e i 3.7GHz. Questo senza comportare consumi aggiuntivi, nonostante la GPU integrata, per un TDP di 65 Watt che può essere configurato e ridotto a 46W nell'ottica di soluzioni particolarmente compatte che rientrano senza alcun dubbio nel panorama delle possibilità di chip di questo genere. Non è un caso, lo ripetiamo, che le due APU siano arrivate con una scheda madre MSI B350I Mini-ITX corredata con due banchi da 8GB di memoria G.Skill Flare che abbiamo spinto senza alcun problema alla frequenza di 3200MHz. La piccola motherboard si accontenta di soli due slot per la memoria, di due porte USB 3.1 Gen2 e del supporto per il codec audio ALC887, ma compensa offrendoci WiFi integrato con due antenne e slot PCIe rinforzato in metallo che può alloggiare senza problemi schede imponenti. A noi, però, interessa di più la tecnologia grafica inclusa nel chip che nel caso del Ryzen 5 2400G promette prestazioni vicine una Radeon RX 550. Con una promessa del genere in ballo ci siamo subito lanciati nei test, partendo però dall'ormai canonico benchmark per la CPU Cinebench R15 che ci ha sorpreso con ben 835 punti. Punti che permettono al processore di misurarsi con le soluzioni desktop a quattro core della serie Ryzen 5 standard. Davvero niente male per un chip che combinando grafica e multithreading si accaparra 3336 punti nel test 3DMark Fire Strike e finisce non troppo al di sotto proprio di un sistema budget equipaggiato con una Radeon RX 550. Parliamo di uno scarto di poco superiore al 10% che non suona niente male considerando che parliamo di una GPU integrata.

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Non sono però i numeri dei benchmark quelli che ci importano quanto le prestazioni effettive che abbiamo messo alla prova prendendo come riferimento la risoluzione 1080p e partendo con il buon vecchio Diablo III, un titolo che pur datato ha dalla sua schermate zeppe di mostri e di interazioni fisiche adatte per provare un sistema di fascia medio-bassa. Sistema che con le impostazioni grafiche spinte al massimo è riuscito a mantenere una media di 64 fps in una mappa gremita di mostri, meteore ed effetti assortiti. Non male così come non sono male i 70fps di Overwatch rilevati però con impostazioni grafiche medie. Le stesse, effetto più effetto meno, utilizzate con The Witcher 3: Wild Hunt che però è sceso a quota 31 fps, pur mantenendo una resa complessiva ottima. Ma non siamo scesi a compromessi con DOOM scommettendo sul binomio Vega e Vulkan che ci han ripagato con circa 34fps di media, sufficienti per giocare dignitosamente, in qualità Ultra. La stessa qualità che abbiamo mantenuto per il test del Ryzen 3 2200G le cui 8 compute unit non sono riuscite a superare la media di 25 immagini per secondo, ballando tra i 22 e i 31fps a seconda della situazione. Qualche compromesso, comunque, consente di giocare senza enormi problemi anche con questo chip che combina CPU e GPU in un'unico pacchetto da soli 99 dollari. Dollari che permettono di giocare a Diablo III con qualità massima a 54fps di media, a The Witcher 3 a 30fps portando alcune impostazioni su qualità bassa e a Overwatch a circa 62fps, sempre con impostazioni grafiche medie, nelle situazioni più concitate nella mappa Blizzardworld. Tutto questo con temperature decisamente buone. Per il Ryzen 5 2400G si parte da 26 gradi in idle, con una temperatura dell'ambiente di circa 20 gradi, per arrivare a 68 sotto stress. Durante le normali operazioni desktop, navigazione inclusa, la temperatura viaggia tra i 35 e i 45 gradi, per arrivare ai 48 gradi di The Witcher 3: Wild Hunt che consentono alla ventola di restare assolutamente silenziosa. Lo stesso discorso vale per il Ryzen 3 2200G che risulta lievemente più caldo in idle ma non supera quota 42 gradi durante le normali operazioni desktop e si ferma a circa 67 gradi sotto stress. Meno del Ryzen 5 2400G ma la temperatura sale da 48 a 52 gradi con The Witcher 3: Wild Hunt, probabile segno di un maggiore sfruttamento dei core che in questo caso non possono contare sui 4 thread aggiuntivi del modello superiore.

La recensione del Ryzen 5 2400G e del Ryzen 3 2200G

Overclock e conclusioni

I primi due modelli della serie Ryzen 2000G sono chiaramente pensati per eSport e giochi non particolarmente impegnativi dal punto di vista tecnologico, ma ci hanno sorpreso riuscendo a cavarsela dignitosamente anche con titoli non proprio leggeri. Certo, siamo ancora lontani da una configurazione desktop equipaggiata con una qualsivoglia scheda budget da 4GB, ma parliamo di soluzioni economiche che montano un'architettura grafica di ultima generazione, superano di parecchie lunghezze le soluzioni integrate Intel e godono comunque di tutti i vantaggi, e purtroppo anche degli svantaggi come la vulnerabilità a Spectre, delle CPU Ryzen più costose. Uno di questi è l'overclock che può essere effettuato passando dal bios della MSI B350I, non molto generosa in quanto a indicazioni ma comunque dotata di un'interfaccia decisamente intuitiva, oppure sfruttando il software Ryzen Master che di tanto in tanto fa ancora qualche capriccio, ma permette di ritoccare i parametri di GPU e CPU direttamente dal desktop, senza la necessità di riavviare per applicare le modifiche. Per il Ryzen 5 2400G ci siamo accontentati di 3850MHz, restando al di sotto del boost massimo, con l'intento di valutare le temperature con tutti i 4 core mantenuti alla stessa frequenza. Come risultato abbiamo guadagnato 25 punti in Cinebench R15 arrivando a quota 860 che si traducono in 10474 punti contro i 9799 registrati con la frequenza stock nel test dedicato alla fisica del benchmark 3DMark Sky Diver. Parallelamente, inoltre, abbiamo regalato 100MHz in più alla GPU che è arrivata 1350MHz toccando quota 13591 punti nel test 3DMark Sky Driver contro i 12728 registrati con la frequenza standard. Tutto questo di fronte a temperature piuttosto buone, con 75 gradi sotto pesante stress e sempre meno di 50 durante qualsiasi operazione desktop. Una quota che abbiamo superato arrivando con The Witcher 3, più veloce di un paio di frame per secondo che ci hanno portato tra i 33 e i 34 in qualità media, ma non di molto, con 52 gradi che suggeriscono margini piuttosto abbondanti per chi desideri alzare ulteriormente le frequenze. Noi lo abbiamo fatto con il Ryzen 3 2200G, almeno rispetto al clock base, spingendo i 4 core della CPU dai 3700MHz di picco massimo a 3800MHz fisso.

La recensione del Ryzen 5 2400G e del Ryzen 3 2200G

Parallelamente, come per il 2400G, abbiamo alzato il clock della GPU di 100MHz, passando da 1100 a 1200MHz. Purtroppo per quanto riguarda la CPU il guadagno prestazionale, almeno con Cinebench R15 che è passato da 590 a 601 punti, ci ha lasciato interdetti. Certo, nel caso del Ryzen 3 2200G non ci sono i quattro thread aggiuntivi da spingere, ma con il processore più modesto abbiamo superato le frequenze stock e ci saremmo aspettati alcuni punti in più. Punti che per fortuna si sono manifestati nel test dedicato alla fisica del benchmark 3DMark Sky Diver, con 8289 punti contro 8077, e che sono diventati parecchi nel caso della GPU che è arrivata a 10845 punti, contro i 10165 registrati con la frequenza base, nel test grafico del medesimo benchmark. Tutto questo si è tradotto, una volta lanciato The Witcher 3, in circa 31fps, ovviamente con le stesse impostazioni utilizzate per il test a frequenza standard. A cambiare è stata inevitabilmente la temperatura ma anche in questo caso non è suonato nessun campanello d'allarme. Parliamo di circa 60 gradi che evidenziano gli ottimi margini di overclock delle nuove APU AMD, sia per quanto riguarda il processore sia per quanto riguarda la GPU. Certo, non è possibile pretendere miracoli da prodotti che sono comunque pensati per configurazioni budget, ma siamo di fronte alle prime APU in assoluto che consentono di giocare in 1080p senza grossi problemi, con il Ryzen 5 2400G che riesce a cavarsela adeguatamente con un titolo di certo non leggero come The Witcher 3: Wild Hunt. Va detto che il modello di punta costa sensibilmente più di quello economico, con un salto da 99 a 169 dollari, ma grazie agli otto thread garantisce anche maggiore potenza computazionale, la stessa delle soluzioni desktop standard Ryzen 5 da quattro core, e di conseguenza una reattività decisamente superiore in multitasking. Tutto quello che serve, insomma, per mettere insieme un PC compatto e silenzioso capace di cavarsela in ogni ambito.

La recensione del Ryzen 5 2400G e del Ryzen 3 2200G

Conclusioni

PRO

  • Un balzo in avanti importante per le GPU integrate
  • CPU paragonabile alle controparti standard da desktop
  • Buoni margini di overclock anche per la GPU

CONTRO

  • La GPU non dispone di memoria dedicata
  • Otto linee PCIe come le APU precedenti
  • I processori Intel con GPU Vega M integrata promettono prestazioni decisamente superiori