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Imperator: Rome, perché essere Cesare non basta

Paradox ci riporta nell'antica Roma... e come al solito non sarà un gioco semplice!

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   22/05/2018

Quasi ogni casa di sviluppo nota ha almeno un uomo immagine: uno sviluppatore, un director, un CEO, o anche un community manager talmente amato dalle folle da venir ormai appaiato automaticamente al nome del titolo di cui si occupa quando se ne parla per qualche motivo. Per Paradox quell'uomo è senza ombra di dubbio Johan Andersson, se non altro per il fatto di aver lavorato praticamente a tutti i titoli più importanti della casa (come designer o come producer), e aver quindi ottenuto il sacrosanto diritto di smuovere l'interesse di migliaia di giocatori ad ogni annuncio che lo vede coinvolto. All'ultima Paradox Con l'annuncio era, per l'esattezza, Imperator: Rome, una sorta di seguito spirituale di Europa Universalis: Rome, creato con la volontà di eliminare tutte le mancanze di quel titolo e di offrire il miglior gran strategy in circolazione dedicato al glorioso impero romano. Noi lo abbiamo osservato con grande interesse per una mezzora circa, grazie a una presentazione capeggiata da Andersson stesso. Ecco cosa ci ha svelato.

Un imperatore stanco

Durante la spiegazione, invero, Andersson non era propriamente in forma. Si trattava dell'ultimo show della giornata dedicata alla stampa, e tra un misto di gola secca e sonnolenza l'approccio utilizzato per la spiegazione è stato di quelli pelle e ossa. Più che sufficiente, comunque, per osservare l'enorme mappa del gioco divisa in molteplici territori e con oltre 400 città giocabili, quasi tutte dotate di armate in bella vista. La struttura del gioco sembra piuttosto simile a quella di Europa Universalis: Rome, con tutte le funzionalità che l'espansione Vae Victis metteva in campo; l'esaltazione dei fan deriva perciò principalmente dal periodo storico del titolo, che dovrebbe partire dal 303 avanti Cristo e quindi permettere di seguire pressoché in toto la formazione dell'impero romano, andando anche a modificare eventi epocali in una miriade di modi diversi.

Imperator: Rome, perché essere Cesare non basta

Chiaramente per massimizzare l'impatto di questa premessa le meccaniche del gioco sono la solita masnada che abbiamo imparato ad aspettarci dal genere grand strategy, con un pizzico dei due Victoria gettato nel mix legato alle unità di popolazione. Come in quei titoli, infatti, vengono chiamate POPs, e sono convertibili o possono venir promosse in altre unità: schiavi, uomini liberi, cittadini e membri della tribù (con funzionalità e vantaggi differenti, ovviamente). Ogni dieci POP una città può ottenere un nuovo edificio - le tipologie di edificio sembrano essere quattro - e in base alla popolazione le province possono guadagnare anche dei bonus di produzione poi utilizzabili nell'esportazione di beni. E questo ovviamente è solo l'inizio del sistema, perché in ogni provincia va anche inserito un governatore con caratteristiche variabili le cui abilità risultano estremamente importanti per lo sviluppo della zona, ed è importantissimo gestire un misto di "poteri e risorse" per massimizzare l'efficacia del proprio controllo sul territorio; per l'esattezza quattro poteri - civico, militare, religioso e oratorio - e quattro risorse divise in tesoro, forza lavoro, stabilità e tirannia (con quest'ultima che è una sorta di "indice di cattiveria").

Imperator: Rome, perché essere Cesare non basta

Guerra e statistiche

Niente battaglie campali in questo tsunami di dati, al solito: Rome è uno strategico dove il planning è il fondamento di tutto, e gli scontri non si decidono con i riflessi e il posizionamento, ma con l'arguta composizione della propria armata. Ogni conflitto, in parole povere, si basa su un sistema "sasso, carta, forbice" legato a dodici diversi tipi di unità e semplificato per le battaglie navali (solo perché in quel caso le unità sono meno, come ha spiegato Johan), mentre le principali strategie attive a disposizione del giocatore sono la scelta di un generale - dotato di statistiche simili a quelle dei governatori che influenzano l'armata - di un paio di strategie equipaggiabili che donano vantaggi su certi campi, e lo sfruttamento di abilità specifiche delle truppe (come quella di costruire strade, importante per una sacco di ragioni più che ovvie in un periodo storico simile). Ovviamente anche compiere razzie è possibile per ottenere del facile guadagno, a ulteriore dimostrazione del fatto che dal punto di vista militare le possibilità sono numerose.

Imperator: Rome, perché essere Cesare non basta

Siamo insomma davanti a un titolo che vuole davvero donare al giocatore il controllo totale di quell'era, e che dovrebbe avere le carte in regola per soddisfare qualunque appassionato del genere (persino chi piange il mancato annuncio di Victoria III). Le caratteristiche proprie dei grand strategy ci sono tutte, gli elementi complessi pure, e gli unici dubbi che abbiamo - considerando l'esperienza sia del director che del team coinvolto - sono legati al fatto che la presentazione ha mostrato solo la superficie di un titolo di questa profondità, che ha ancora una miriade di elementi da svelare ed esplorare nel dettaglio. Non abbiamo ad esempio potuto osservare i rami della tecnologia e dell'economia, che in questo gioco sembrano gestiti in modo un po' diverso dal solito, né analizzare a fondo le opzioni diplomatiche o lo spionaggio. C'è sicuramente molta carne al fuoco, e non vediamo l'ora di poterla mordere per bene.

Imperator: Rome è un grand strategy in tutto e per tutto. Spaventosamente complesso e ambientato in un periodo storico a dir poco affascinante per chi ama l'impero romano, il nuovo gioco di Paradox mira a dare agli utenti un totale controllo dello sviluppo (o della distruzione) di quell'era, e di farlo meglio rispetto a qualunque altro gioco simile. Ci riuscirà? Mezz'ora di presentazione non è certo stata sufficiente a capirlo, ma visto chi c'è dietro siamo fiduciosi.

CERTEZZE

  • Spaventosamente complesso e curato
  • Inserito in un periodo storico affascinante per gli amanti dell'impero romano

DUBBI

  • Ancora tante, troppe cose da analizzare nel dettaglio