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Metal Gear Solid 2 compie 20 anni: 5 motivi per rigiocarlo

Analizziamo 5 motivi che rendono Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty un titolo degno di essere ricordato ancora oggi, a vent'anni dalla sua uscita

SPECIALE di Diego Trovarelli   —   13/11/2021

Come qualcuno disse una volta "I parenti non si scelgono". In ogni famiglia numerosa in effetti c'è un fratello un po' eccentrico, uscito da chissà dove, capace di trovate sorprendenti e al contempo di sortite da latte alle ginocchia. Il classico fratello di cui ci si domanda insomma: "ma di chi sarà figlio?".

Curioso, perché gli episodi che costituiscono la serie regolare di Metal Gear Solid sembrano prestarsi molto bene a questo tipo di paragone, senza contare che, neanche a farlo apposta, il legame genetico tra fratelli è uno dei pilastri centrali dell'epopea. Il 13 novembre 2021 ricorrono i vent'anni dall'approdo sul mercato americano di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, il fratello "strano" della combriccola, considerato da buona parte dell'opinione pubblica videoludica un po' come la pecora nera della famiglia. In questo articolo proveremo a individuare però cinque elementi che lo hanno reso speciale e meritevole di essere ricordato ancora oggi, nel bene e nel male.

Siete pronti a infiltrarvi nelle prossime righe?

5. Il cambio di protagonista

La presenza di Raiden come protagonista in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty fu del tutto inaspettata
La presenza di Raiden come protagonista in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty fu del tutto inaspettata

Apriamo bene la bocca ed estraiamo subito il dente avvelenato su cui la nostra lingua batte da anni: Raiden. Sia chiaro, non ce l'abbiamo tanto col personaggio in sé, quanto col trick da "Snake c'è, Snake non c'è" con cui quel furbacchione di un Kojima ci ha letteralmente gabbati.

Durante la diffusione delle informazioni preliminari e dei trailer di Metal Gear Solid 2, il designer nipponico tenne infatti nascosta la presenza del Demone bianco con qualsiasi mezzo, arrivando persino a ometterlo dalle scene in cui poi sarebbe stato assoluto protagonista nella versione completa. Kojima non lasciò nulla al caso e addirittura vietò al doppiatore che avrebbe dato la voce al personaggio, Quinton Flynn, di rilasciare dichiarazioni riguardo i propri progetti e ciò a cui stava lavorando.

Snake, Snake, Snake, Snake dappertutto. Non c'era modo di sospettare che, appena terminato il prologo, di Snake avremmo poi sentito sì e no soltanto l'odore. Quando i giocatori si ritrovarono al comando di un eroe tutto nuovo, Raiden appunto, la sensazione fu una miscela di "Stiamo scherzando?" e "Mah, tanto questa sezione finirà presto", e invece... E invece siamo di fronte a uno degli inganni videoludici più spiazzanti della storia, che ha disorientato, confuso e, se vogliamo, deluso migliaia di appassionati in tutto il mondo.

C'è da dire che il buon Hideo ha sempre avuto il vizietto delle promesse da marinaio: dopotutto è lo stesso che nel trailer del primo Metal Gear Solid mostrò come si poteva far a pezzi l'intera base di Shadow Moses a colpi di esplosivo C4. Tsk, ma quando mai?

4. La colonna sonora

La colonna sonora di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty è un autentico capolavoro
La colonna sonora di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty è un autentico capolavoro

Lo sbarco su Playstation 2 giovò a Metal Gear Solid sotto molti aspetti: la grafica indubbiamente migliore, il gameplay arricchito da maggiori possibilità... L'elemento che più di tutti però beneficiò del passo avanti generazionale fu probabilmente la colonna sonora.

Le partiture musicali del primo capitolo erano già entrate nella leggenda e per celebrare al meglio il connubio tra la saga e il nuovo monolite di Sony, Kojima e la producer Rika Muranaka decisero che era il momento di puntare in alto. Molto in alto. Diciamo pure altissimo.

Si rivolsero infatti nientepopodimeno che ad Hans Zimmer, uno dei più grandi compositori viventi di musica da film. L'autore tedesco, premio Oscar per "Il re leone", rispose però picche all'offerta e il duo giapponese si vide così costretto a "ripiegare" su uno degli artisti appartenenti alla scuderia dello stesso Zimmer: Harry Gregson-Williams.

La soundtrack che il musicista britannico estrasse dal cilindro si rivelò straordinaria, una rielaborazione dei temi composti da TAPPY per il primo Metal Gear Solid che ebbe del miracoloso. Il cocktail di sonorità elettroniche, sinfoniche e corali conferì un senso d'imponenza alla produzione che mai avevamo assaporato prima di allora e contribuì ad aumentare l'aura epica del marchio.

Va be', ti perdoniamo perché ci hai regalato tanta altra bella roba... ma non sai cosa ti sei perso, Hans.

3. Attualità dei temi trattati

Con Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, Hideo Kojima ha saputo precorrere i tempi come solo i geni sanno fare
Con Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, Hideo Kojima ha saputo precorrere i tempi come solo i geni sanno fare

Vent'anni. Quattro lustri. Due decenni. Eppure il secondo episodio Solid del filone Metal Gear oggi sembra più attuale che mai, con il suo calderone di contenuti che solo la fantasia di Kojima poteva anticipare.

Il suo talento visionario gli permise infatti di inserire nell'anima della narrazione argomenti che allora, nel 2001, agli albori dell'Internet per tutti, erano ancora fuori fuoco, questioni viste come lontane nel tempo o addirittura esagerate agli occhi di molti. Ma, si sa, un genio è un genio non a caso, e col senno di poi il papà di Snake dimostrò che il futuro era già lì, specie per quello che riguardava alcuni fattori spinosi della società.

La trama di Metal Gear Solid 2 è intrisa di riferimenti politici, economici e sociali di estrema modernità e di un'importanza che soltanto dopo anni siamo stati in grado di comprendere appieno. Le teorie del complotto; la presenza massiccia di intelligenze artificiali nella nostra vita; l'eterna lotta tra la libertà personale e la sicurezza collettiva; il controllo e la manipolazione delle informazioni come vero potere. Sono temi che vi dicono qualcosa?

Dacci i numeri del Superenalotto Hideo, che poi facciamo a metà.

2. La boss fight contro Fatman

La battaglia contro Fatman è uno dei momenti più bizzarri non solo di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty ma dell'intera saga
La battaglia contro Fatman è uno dei momenti più bizzarri non solo di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty ma dell'intera saga

Siamo pronti a scommetterci: c'è stato un momento in Metal Gear Solid 2 in cui parecchi di voi hanno messo il gioco in pausa, fissato un punto del muro con sguardo perso per poi abbandonarsi allo sconforto come nemmeno Artax nella Palude della Tristezza ne "La storia infinita".

Quel momento dev'essere stato senza dubbio la battaglia contro Fatman, di certo uno dei punti più grotteschi di tutta la produzione kojimiana.

"Psycho Mantis, Sniper Wolf, Vulcan Raven... vi prego tornate, possiamo spiegarvi!", se anche voi avete partorito questo pensiero nel bel mezzo del combattimento contro il folle dinamitardo dei Sons of Liberty, vi capiamo eccome. Il design del bombarolo con qualche chilo di troppo, dal nome ispirato all'ordigno atomico sganciato su Nagasaki, saltò infatti subito all'occhio per essere tutt'altro che memorabile. O meglio, lo fu, ma per i motivi sbagliati.

Congelare gli esplosivi mentre Fatman scivolava leggiadro sui suoi pattini manco fosse Carolina Kostner, era di un'amarezza disarmante, uno smacco alla maestosità delle boss fight del capostipite e di quelle ancora di là da venire con i Metal Gear successivi.

Potremo scordare dove abbiamo parcheggiato l'auto, cosa comprare al supermercato, il pin del Bancomat, il nome dei nostri figli... ma dimenticare il tragicomico scontro con Fatman no, quello sarà davvero impossibile.

1. Il discorso finale

Le parole di Snake alla fine di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty sono pregne di significato
Le parole di Snake alla fine di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty sono pregne di significato

Laddove il primo Metal Gear Solid faceva della trasmissione dei geni uno degli elementi fondanti della sua narrazione, il sequel sembrò compiere un ulteriore step per ciò che concerne l'eredità da lasciare ai posteri.

Sotto la coltre di un gameplay raffinato, la saga ha infatti sempre avuto l'elegante tendenza a volerci insegnare qualcosa, piazzandoci di fronte a impliciti quesiti marzulliani capaci di dar vita a una riflessione. In questo senso, le parole di Solid Snake, pronunciate da David Hayter proprio sulla campanella del filmato finale, hanno il potere di farci portare a casa un elisir interessante, che non si concentra sulla scienza o sulla natura, bensì sulle esperienze di ciascuno di noi.

In una confessione a dirla tutta forse un po' "spiegona", il nostro eroe esalta l'importanza della storia, del passato, di tutto ciò che un essere umano costruisce durante la sua esistenza e che finisce per essere poi tramandato. I prodigi dell'era digitale, secondo Snake e quindi secondo il Kojima del 2001, potrebbero dare inoltre una grossa mano per quanto riguarda la sopravvivenza di tutti quei valori non scritti nel nostro DNA, come l'arte o le sensazioni soggettive.

Che in fondo, se ci soffermiamo un attimo a pensarci, è proprio quello per cui viviamo.

Voi cosa ne dite? Quali sono gli altri buoni o cattivi motivi per ricordare Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty oggi, a una vita dalla sua pubblicazione?