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Benvenuti alla clinica Arkham

Rocksteady Studio ed Eidos ci portano in visita all'Arkham Asylum, in compagnia di Batman e dei suoi incubi peggiori

PROVATO di Giorgio Melani   —   31/07/2009

Versione testata: Xbox 360

Sembra una notte come molte altre a Gotham City: cielo plumbeo e smog incorniciano la città del crimine e dei grandi eroi, il luogo dove il bene e il male si affrontano faccia a faccia. Poco distante, su un isolotto oscuro e apparentemente tranquillo, si svolge una scena che pare rappresentare il normale e scontato ristabilirsi dell'ordine: a bordo della Bat-mobile, Batman riporta Joker all'interno del penitenziario di Arkham, l'inquietante inferno goticheggiante dove si cerca di contenere gli individui più pericolosi della città, elementi votati al male assoluto. Arkham è tuttavia anche una polveriera pronta ad esplodere, e questo il Joker lo sa bene: basta un attimo di distrazione e un piano ben congegnato per poter rovesciare la situazione, e trasformare il penitenziario in una roccaforte da dove poter disporre a piacimento dell'aiuto dei suoi diabolici inquilini. Inizia così Batman: Arkham Asylum, con un Uomo Pipistrello subito alle prese con una forza malvagia soverchiante, una collezione di incubi storici del super-eroe che torna a minacciare l'ordine di Gotham così faticosamente conquistato, battaglia dopo battaglia.

Benvenuti alla clinica Arkham

Durante la presentazione interattiva - nella quale si assiste all'internamento di Joker e al precipitare degli eventi - si capisce subito una cosa: come riporta il titolo, è il penitenziario Arkham il vero protagonista, con i suoi folli ospiti a gestire un gioco di forze nel quale Batman si trova in una schiacciante inferiorità numerica. D'altra parte, i corridoi bui e le sale oscure e piene di anfratti sono anche ambienti prediletti per i pipistrelli, e il nostro eroe si troverà, come spesso gli accade, a diventare lui stesso un'ombra inquietante, un cacciatore silenzioso e temibile: un cavaliere oscuro, a tutti gli effetti. Nel giro dei primi minuti di gioco, la storia prende già l'avvio su binari decisamente promettenti: il Joker, con il suo solito umorismo strafottente, riesce a liberarsi con l'aiuto della folle e provocante Harley Quinn, prendendo il controllo di Arkham e facendo sparire il Commissario Gordon. Smantellate in un attimo le difese del penitenziario, Batman si trova ad operare da solo, con l'aiuto a distanza di Oracle (ex-Batgirl) sul fronte tattico e ovviamente con tutto il suo tipico arsenale di "giocattoli".

Un inedito Batman

L'iniziativa di Rocksteady ed Eidos è rimarchevole: invece di appoggiarsi su una licenza di sicuro impatto, limitandosi ad attuare la trasposizione videoludica di un film, di una serie animata o di qualche albo in particolare, gli sviluppatori hanno deciso di intruppare l'autore di comics Paul Dini e creare una sceneggiatura inedita, che affonda ovviamente le radici nella vasta letteratura dedicata all'uomo pipistrello, raccontandone però una storia nuova. Il primo impatto è subito impressionante sia per la qualità della grafica che per la caratterizzazione peculiare data all'aspetto del gioco. Arkham Asylum coglie varie suggestioni ma riesce a mantenere un aspetto unico, anche grazie alla particolare ambientazione scelta che unisce gli elementi gotici tipici dell'immaginario proprio del super-eroe a caratteri tecnologico-futuristici, ad altri totalmente fatiscenti. I personaggi, curati direttamente da WildStorm, sono caratterizzati in maniera magistrale: i nemici in particolare, deturpati dal male e dalla follia, appaiono particolarmente minacciosi, mentre per il protagonista si è scelta una rappresentazione massiccia dal punto di vista del fisico, dimostrazione ulteriore della "durezza" e cattiveria di cui è impregnato il gioco. Batman è un super-eroe atipico, essendo privo di super poteri e basandosi solo sulla forza e sui supporti tecnologici (oltre ovviamente ad un fede incrollabile per la giustizia), pertanto per rendere al meglio il personaggio in un videogioco era necessario che questo non si risolvesse nel solito "brawler" superomistico ma andasse a coprire le varie sfaccettature dell'uomo-pipistrello.

Benvenuti alla clinica Arkham

Arkham Asylum coglie in pieno lo spirito giusto ed è forse il primo titolo in cui Batman è ottimamente rappresentato in ogni suo aspetto: la stessa struttura del gioco è diventata dunque un ibrido tra picchiaduro, stealth action, RPG e gioco d'esplorazione. All'interno di una vasta area di gioco esplorabile più o meno liberamente (non essendo suddivisa in veri e propri livelli ma in zone diverse, tuttavia con alcune sezioni che diventano raggiungibili solo in determinati momenti), ovvero l'isola che ospita Arkham, ci troveremo a cacciare i criminali uno per uno, sia affidandoci ai buoni vecchi pugni e calci che alle numerose strumentazioni in dotazione a Batman. La progressione nel gioco determina l'aumento di esperienza e gli eventuali passaggi di livello, come in un RPG: i punto accumulati possono poi essere spesi nel miglioramento delle capacità del personaggio e del suo equipaggiamento.

I vari aspetti dell'uomo-pipistrello

La struttura ibrida riesce ad amalgamare bene vari elementi di gameplay: c'è innanzitutto la necessità di indagare sugli eventi, potendo sfruttare la modalità detective con la semplice pressione di un tasto. In questo modo, si effettua una scansione dell'ambiente circostante dove risaltano gli indizi e gli oggetti degni di attenzione particolare, analizzabili in maniera del tutto simile allo scanner di Metroid Prime. Esplorando gli ambienti è dunque possibile ricostruire gli eventi, trovare prove e seguire eventuali tracce che possono portarci verso gli obiettivi, oppure vedere passaggi segreti o trovare i numerosi oggetti e bonus nascosti per tutta l'area di Arkham, molti dei quali celati dietro agli indovinelli dell'Enigmista, che di tanto in tanto ci vengono proposti. Gli spostamenti avvengono secondo una dinamica tipicamente stealth: la differenza numerica nei confronti dei nemici ci impone un approccio più ragionato al combattimento, potendo sfruttare lo spostamento in verticale garantito dal celebre rampino e il riparo offerto dall'ombra. In questo modo è possibile sia raggiungere luoghi apparentemente inaccessibili, che osservare con calma gli eventi dall'alto, scegliendo il momento giusto per lanciarsi nel vuoto (è possibile planare aprendo il mantello) e colpire di sorpresa. L'equipaggiamento di Batman si amplia nel corso del gioco: nelle prime ore (quelle testate) comprende il leggendario Batarang per gli attacchi a distanza, il suddetto rampino e un particolare gel esplosivo per creare trappole e aprire varchi, oltre alla strumentazione per la rilevazione degli indizi ma altri elementi vengono aggiunti in seguito. Ovviamente, il nostro eroe non si limita a nascondersi nell'ombra e indagare sui misfatti: quando il nemico arriva a tiro, è l'ora di menare pugni e calci. Il combattimento avviene secondo gli stilemi classici del picchiaduro a scorrimento (per così dire, anche se la definizione ha ormai poco senso), ma con un'attenzione particolare al ritmo: nelle situazioni più critiche, colpire a casaccio non è molto produttivo (o meglio, nella prima parte del gioco abbastanza, ma si spera che le cose migliorino più avanti), dunque è necessario stare attenti ai movimenti degli avversari, per schivare e parare i loro attacchi, e poi contrattaccare al momento giusto. In generale, almeno nelle prime fasi, sono più spettacolari che divertenti, ma non trattandosi dell'elemento principale del gameplay si integrano perfettamente nella complessa struttura di gioco.

Un'immagine imponente

La grafica di Arkham Asylum risalta subito per il suo livello qualitativo: il gioco Rocksteady/Eidos da questo punto di vista è in tutto e per tutto un prodotto dell'Unreal Engine utilizzato ad alti livelli, ma legato ai soliti pro e contro di questo affermatissimo motore grafico di Epic. L'aspetto degli scenari è solido ed estremamente particolareggiato, con texture quasi sempre ottimamente definite. Il problema può essere rappresentato da una certa ridondanza negli effetti di bump mapping e traslucenze varie dall'effetto un po' psichedelico che tendono a ricordare da vicino altri giochi basati sul medesimo motore (primo tra tutti Gears of War). Non è necessariamente un difetto, ma in un gioco così particolare può fare un effetto strano. Si cerca comunque il pelo nell'uovo, visto che c'è veramente poco di cui lamentarsi: gli scenari sono affascinanti e i personaggi, in particolare, riempiono la scena con un aspetto e un carisma veramente fuori dal comune. La figura di spicco è ovviamente Batman: il suo incedere imponente viene scandito da ottime animazioni e incorniciato dallo splendido effetto del mantello ed è una vera gioia poter effettuare i tipici movimenti dell'uomo-pipistrello riprodotti qui in maniera magistrale.

Benvenuti alla clinica Arkham

A parte la camminata sicura, i volteggi e le planate, sono i combattimenti i momenti probabilmente più spettacolari: i furiosi scambi di attacchi, schivate, parate e contrattacchi avvengono con una precisione ed un'attenzione alle collisioni tra i poligoni veramente notevole (qualche problema di compenetrazione è stato rilevato insieme ad altri bug minori, ma dovuti probabilmente alla versione non definitiva del gioco provata). Batman si dimena in mezzo a nugoli di nemici concatenando i movimenti in maniera fluida e sensata, schivando, opponendosi, effettuando prese sfruttando gli attacchi avversari, il tutto esaltato da slow motion ad effetto nei momenti culminanti degli scontri. Un vero spettacolo per gli occhi. Il comparto audio dal canto suo sottolinea la produzione di alto livello che caratterizza il gioco: musiche orchestrali si affiancano ad un ottimo doppiaggio che - almeno in Inglese - si fregia della presenza di Kevin Conroy nel ruolo di Batman e Mark Hamill in quello di Joker.

CERTEZZE

  • Struttura di gioco profonda e variegata
  • Ottima realizzazione della grafica
  • Bella l'atmosfera e buon ritmo narrativo

DUBBI

  • Gli scontri diretti dovrebbero richiedere un po' più di tattica
  • Speriamo che la storia riesca a mantenersi su buoni livelli