Ambientato in un futuro non troppo remoto, in cui il nostro pianeta ha subito l'improvviso attacco di enormi e potentissime creature chiamate Aragami, God Eater Burst si presenta come un action survival molto simile nella gameplay a Monster Hunter. Il personaggio che controlliamo, customizzabile durante le prime fasi di gioco esattamente come nella popolare serie Capcom, è un God Eater, ovvero un guerriero dotato di particolari abilità che ha deciso di affrontare e abbattere gli Aragami per liberare la Terra dalla loro minaccia.
Per riuscire in una missione così difficile, il God Eater utilizza un'arma molto speciale, che può essere utilizzata come una spada ma che alla bisogna cambia la propria forma come se si trattasse di una vera e propria creatura vivente, dotata peraltro di enormi fauci che possono letteralmente azzannare il nemico. Le proprietà mutaforma della nostra arma si rivelano utili non solo durante la fase offensiva dell'azione, ma anche durante la fase difensiva: la spada si "apre" come se avesse delle piccole ali, diventando in pratica uno scudo. Non esiste un solo God Eater sul pianeta, bensì un gruppo piuttosto nutrito (proprio come i Monster Hunter, del resto) che in genere organizza le proprie spedizioni in team formati da quattro elementi.
Mangiato pesante?
La demo che abbiamo giocato durante il TGS 2010, all'interno dello stand organizzato da Namco Bandai esclusivamente per questo titolo, ci vede appunto impegnati in una missione insieme ad altri tre personaggi controllati dall'IA. All'interno di uno scenario urbano, il nostro team è impegnato a scovare e sconfiggere un enorme mostro, seguendone gli spostamenti sulla mappa. Lo scontro è violento e spettacolare, con un grande uso di combo e mosse generate dalla pressione prolungata dei pulsanti della PSP. L'attacco pesante, ad esempio, se caricato ci permette di trasformare la nostra spada in una creatura che azzanna il nemico, procurandogli danni consistenti. Sono presenti le classiche manovre di evasione ed è anche possibile cambiare forma alla spada perché diventi una sorta di scudo in caso di necessità, scongiurando l'eventualità di un'azione basata più che altro su tattiche del tipo "mordi e fuggi". A un certo punto dello scontro, l'Aragami è fuggito via e con i nostri compagni ci siamo messi a inseguirlo, quindi al termine di un secondo combattimento l'abbiamo finalmente eliminato: missione completata.
Purtroppo le sequenze giocabili che abbiamo provato non ci dicono molto della struttura che fa da contorno alle missioni, e che alla fine dei conti costituisce la parte fondamentale del prodotto sviluppato da Namco Bandai. Si dovrà infatti verificare per bene il sistema di livellaggio dei personaggi, la possibilità di raccogliere o creare oggetti, nonché la componente economica che per forza di cose dovrà darci l'opportunità, fra una spedizione e l'altra, di acquisire nuovo equipaggiamento. L'edizione "liscia" di God Eater è uscita in Giappone a febbraio, ma non ha varcato i confini del paese: questa versione "migliorata", prevista qui da noi per il 2011, non solo ripropone una campagna in single player piuttosto sostanziosa, dotata a quanto pare di qualcosa come cento e più missioni, ma vanta anche una modalità multiplayer sia in locale che online (in quest'ultimo caso, però, solo tramite Adhoc Party, quindi utilizzando una PlayStation 3). La realizzazione tecnica del gioco si muove fra alti e bassi, ma tutto sommato appare più che discreta, con personaggi molto ben realizzati e un design accattivante anche per le creature. Purtroppo gli scenari lasciano un po' a desiderare, ci sono poche cose da vedere e la fase esplorativa non potrà che risentirne. Ad ogni modo, lasciamo qualsiasi giudizio approfondito alla recensione, sperando che venga annunciata presto una data d'uscita ufficiale.
CERTEZZE
- Story mode da cento e più missioni
- Sistema di combattimento ben fatto
- Background affascinante
DUBBI
- Scenari spogli
- Struttura tutta da verificare
- Multiplayer online solo via Adhoc Party