Versione testata: PC
La terza incarnazione della serie Deus Ex, sottotitolo Human Revolution, inizia con una lunga passeggiata per le industrie Sarif. Il protagonista, Adam Jensen, un ex agente della SWAT, segue la dottoressa Morgan, la sua ex compagna, lungo le sale e i corridoi dei laboratori della multinazionale specializzata nella creazione e nell'installazione di innesti tecnologici. In questa fase il giocatore riceve le informazioni di background necessarie a entrare in gioco senza aver necessariamente giocato gli altri due episodi della serie, Deus Ex e Deus Ex: Invisible War (brrr). Si tratta di un primo pasaggio in cui si ha il controllo soltanto degli occhi del personaggio, senza poterlo veramente muovere.
Andando avanti nella fase introduttiva si fa la conoscenza di altri personaggi chiave, finché la situazione non precipita e si è costretti a prendere un'arma in mano e ad ammazzare i membri di un gruppo di terroristi che ha assaltato il palazzo. Un primo aspetto piacevole per chi scrive è l'invasività relativa del tutorial. Normalmente i minuti iniziali dei giochi sono pieni di schermate illustrative o di lunghi testi da leggere che spiegano l'ovvio. Gli sviluppatori di Deus Ex: Human Revolution hanno invece scelto di creare dei videotutorial richiamabili in qualsiasi momento dalla schermata dei titoli, ma che durante il gioco possono essere ignorati perché è il giocatore a scegliere se guardarli o no. Insomma, se siete tra quelli che non hanno bisogno di osservare un filmato di due minuti per sapere come ci si muove in un FPS, sarete felici come lo siamo stati noi.
Prime scelte
Sparato qualche colpo contro dei nemici poco convinti, raggiunta una svolta nella trama, fatta un'altra passeggiata per le industrie Sarif a sei mesi dai fatti narrati nell'introduzione e ottenuti altre informazioni di background, si può finalmente affrontare un livello più serio con un Adam completo di innesti cibernetici. Un gruppo di luddisti esaltati, chiamati i Puristi, ha attaccato un edificio della Sarif. L'ex SWAT deve riuscire a entrare per scoprire cosa sta succedendo e, magari, per salvare da una morte atroce i dipendenti tenuti in ostaggio. Sull'elicottero che porta all'edificio, Adam dovrà compiere la sua prima vera scelta, riguardante l'equipaggiamento: armi pesanti per fare una strage o armi più discrete per provare a infiltrarsi senza dare nell'occhio? Noi, a differenza di quanto fatto nel corso del precedente provato, abbiamo scelto la seconda opzione: un po' perché la furtività ci intriga di più e un po' perché il gameplay stealth permette di testare meglio l'intelligenza artificiale dei nemici. Quale modo migliore per vedere quanto sono reattivi alle azioni del giocatore?
Ma torniamo agli innesti, il vero fulcro del gioco. Ovviamente il protagonista non dispone fin da subito di tutti i poteri che la sua nuova natura gli permetterebbe, anche perché è appena uscito da una sala operatoria e i suoi innesti non sono ancora stabili. Per potenziarli bisogna spendere i Praxis, un altro modo per chiamare i punti abilità. I Praxis si ottengono in due modi: accumulando punti esperienza o acquistando e trovando gli appositi moduli. E i punti esperienza come si accumulano? Procediamo con calma. Deus Ex: Human Revolution sembra mostrare sin dal primo livello post introduzione che non vuole seguire la strada di Invisibile War, anche se la conferma definitiva arriverà più avanti. Il giocatore, pur non avendo speso ancora un singolo punto per personalizzare Jensen, si ritrova a poter compiere tutta una serie di scelte che rendono il gameplay vario e interessante.
Ad esempio, nel primo approccio con i nemici è possibile decidere se attaccarli frontalmente, se aggirarli sfruttando le coperture del cortile in cui si trovano o se esplorare un po' per scoprire una terza strada che permetta di superarli senza rischiare nulla. Ovviamente tutta questa libertà sarebbe inutile se il gioco non ricompensasse in modo diverso i vari comportamenti. Ogni approccio ha i suoi vantaggi e svantaggi. Ad esempio, attaccare frontalmente elimina il problema di dover capire come aggirare i nemici, ma frutta meno punti esperienza, mentre un approccio più furtivo è più complesso da gestire e portare avanti, ma alla lunga premia. Perché? Intanto perché se si riesce a finire una missione senza farsi vedere si ottiene un preziosissimo punto Praxis supplementare, e inoltre perché le azioni collaterali alla furtività rendono bene in termini di esperienza accumulata. Ad esempio, stordendo un nemico si ottengono dei bonus per non averlo eliminato, mentre esplorando i corridoi secondari, solitamente molto utili per chi non ama gli scontri faccia a faccia, si ottengono punti esplorazione. Generalmene diciamo che i giocatori più curiosi di scoprire tutte le sfaccettature del gioco verranno ricompensati maggiormente; un bell'incentivo a non giocare Human Revolution come un normale FPS.
Innesti e hacking
Come oramai ultra noto, Adam dispone di diversi poteri. È più forte di un normale essere umano, può muoversi più furtivamente, dispone di un radar interno che gli permette di individuare i nemici e così via. Spendendo punti Praxis otterrà altri poteri, come l'invisibilità, una maggiore forza, la capacità di comprendere e influenzare meglio le persone e via discorrendo. Ovviamente il giocatore deve scegliere cosa potenziare in base alle sue preferenze di gioco. Ad esempio un combattente aumenterà la forza in modo spropositato, fino a permettere a Jensen di sollevare anche oggetti molto grossi, mentre un amante della furtività aumenterà le capacità di percepire i nemici sbloccando i poteri stealth avanzati. Per ora vi basti sapere che le possibilità sono molte e la loro influenza sul gameplay è immensa, molto più che in altri giochi per motivi che approfondiremo tra un po'.
Torniamo nella nostra fabbrica e andiamo avanti. Storditi o addormentati i primi nemici con il fucile a dardi soporiferi, strisciamo nell'area più interna dell'edificio. Esplorando un po' si scoprono vari oggetti con i quali è possibile interagire. Ad esempio ci sono casse da spostare per cercare passaggi nascosti, oppure computer da violare per infiltrarsi nei loro segreti. L'hacking, potenziabile in diversi modi tramite gli innesti, è molto semplice: per penetrare con successo in un sistema elettronico bisogna raggiungerne il nodo in una specie di gioco di società prima di essere scoperti dal firewall. Ci sono diverse variabili da tenere in considerazione, come la propria abilità in termini d'innesti, alcuni bonus utilizzabili per rallentare i sistemi di sicurezza o il tipo di nodo che si vuole raggiungere. In caso di successo, l'effetto varia a seconda del tipo di congegno violato, mentre in caso di insuccesso potrebbe scattare un allarme, potrebbe semplicemente bloccarsi il sistema per un breve periodo o, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe attivarsi un sistema di difesa avanzato (avete presente i dialoghi d'amore che i personaggi dei videogiochi tengono regolarmente con le torrette automatiche? Ecco).
L’intelligenza artificiale
Ributtandoci per l'ennesima volta nella nostra fabbrica, ci aspettano altri aitanti nemici. Beh, aitanti magari sì, ma non troppo furbi. Non che non siano reattivi, perché riescono a individuare il protagonista appena lo vedono, soltanto non sono molto svegli. Facciamo un esempio: Adam entra in una stanza con cinque nemici. Nascosti dietro a una balaustra estraiamo il fucile con dardi tranquillanti. Colpito il primo nemico, gli altri vanno in allarme. Purtroppo, invece di comportarsi in modo sensato, i terroristi danno vita a un teatrino piuttosto comico: a turno vanno a controllare il bell'addormentato, esponendosi ai nostri colpi. Anche dopo abbattimenti ripetuti non c'è stato verso: l'IA impone che il corpo a terra venga controllato. Scoperta la falla, non è stato difficile sfruttarla per ammucchiare corpi nelle stanze più affollate.
Altro problema sono le porte, che causano delle grosse idiosincrasie all'intelligenza artificiale. Niente di drammatico, ma è impossibile non notarlo. Comunque, a parte queste considerazioni, siamo andati avanti nel livello gustandoci le diverse possibilità di gameplay e i tocchi di classe distribuiti qua e là, come un bel dialogo che ci ha consentito di fare una scelta importante per la trama, di cui abbiamo visto i risvolti nella fase di gioco successiva. I dialoghi sono molto semplici da condurre e bisogna semplicemente scegliere tra varie possibilità, cercando di capire chi si ha di fronte per non farlo arrabbiare. Sbloccando un innesto sociale, sarà possibile iniettare un ferormone nell'interlocutore per fargli fare quello che vogliamo, ma solo dopo averne capito il carattere con una specie di sottogioco.
Se questa fosse una recensione, diremo che fin qui il gioco ci ha convinti, ma per tutta questa sezione c'è ronzato in testa un dubbio terribile: che sia tutto qui? Ovvero, nonostante gli sia evidentemente superiore in quanto a complessità e design, che Deus Ex: Human Revolution sia un semplice upgrade di Invisible War? Fortunatamente, pare proprio di no...
Deus Ex, quello vero
Concluso il salvataggio alla fabbrica, Adam viene riportato al palazzo principale delle industrie Sarif e inizia a ricevere le sue prime missioni secondarie. Qui il mondo di gioco si apre, con la possibilità di esplorare un'ampia sezione della Detroit futuristica che fa da sfondo a una parte dell'opera e di mettere veramente in pratica alcuni innesti. Fortunatamente questa sezione, molto ampia, ricorda più il primo Deus Ex che il secondo.
C'è molto da fare e molto da esplorare. Le strade sono piene di gente, ci sono quest da ottenere, cliniche da visitare, negozi da frequentare per vendere e comprare oggetti, zone apparentemente inaccessibili e così via. In una delle missioni cittadine bisogna ottenere l'accesso ad alcune aree riservate della stazione di polizia. Anche qui si possono scegliere diversi metodi d'approccio e si possono percorrere più vie: dall'infiltrazione passando dai tetti, alla persuasione di un vecchio amico tramite l'apposito innesto sopra descritto; costa due Praxis, ma ne vale la pena. Le missioni secondarie aprono diverse sotto trame, tutte utili a fare luce e a orientare quella principale. Fortunatamente non sembrano esserci missioni sciocche e superflue, solitamente infilate nei giochi di ruolo soltanto per far potenziare il personaggio. In Human Revolution tutto sembra avere un senso ed essere stato studiato per approfondire il quadro complessivo degli eventi. Anzi, diciamo di più: chi pensasse di giocare correndo da una missione principale all'altra, perderebbe gran parte di quello che il gioco può offrire; anche solo passare tempo ad esplorare un vicolo può far scoprire un qualche passaggio interessante che può portare a un nuovo dettaglio o, magari, ad apprendere una semplice curiosità su uno dei personaggi primari o secondari.
Questioni secondarie
Dal punto di vista tecnico, Human Revolution sembra essere un titolo solido, con diverse frecce al suo arco, ma anche con qualche debolezza. Intanto va fatto un plauso ai grafici per aver creato una città splendida e piena di dettagli, forse una delle più belle città cyberpunk vista in un videogioco, anche grazie alla scelte cromatiche. Gli unici dubbi riguardano alcune animazioni, francamente un po' goffe. Niente di tragico e, soprattutto, niente che possa alterare il giudizio sul gioco, ma visto che siamo in fase di anteprima, è sempre bene segnalare anche i dettagli apparentemente più infimi. Molto bella, invece, la colonna sonora, con dei brani azzeccati e suonati benissimo, che aiutano enormemente ad entrare nell'atmosfera del gioco.
Insomma, che altro rimane da dire? Dopo questa intensa prova su strada di Deus Ex: Human Revolution, possiamo affermare che stiamo aspettando la versione definitiva ancora più intensamente di prima, sperando che confermi quanto di buono visto in questa. Per ora, comunque, non ci resta che ritirarci in silenzio.
CERTEZZE
- Fortunatamente sembra più Deus Ex che Invisible War
- La trama sembra davvero interessante e ben scritta
- Finalmente viene premiato chi ha voglia di esplorare e sperimentare
DUBBI
- L'intelligenza artificiale sembra deficitaria
- C'è qualche indecisione nelle animazioni
- La trama reggerà fino alla fine?