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A Plague Tale: Innocence, il provato

Come gioco vola piuttosto basso, ma in quanto a emozioni forse abbiamo un campione: abbiamo provato A Plague Tale: Innocence.

PROVATO di Francesco Serino   —   13/03/2019

Interessante lo è da quando è stato annunciato, ma con l'approssimarsi della sua data di uscita prevista per il 14 maggio, le persone incuriosite da questo ambigua avventura firmata Asobo Studio si stanno moltiplicando. Ce lo confermano gli amici Pr, ma soprattutto ce lo confermate voi che nelle ultime settimane avete più volte chiesto notizie su A Plague Tale: Innocence, gioco che finalmente abbiamo potuto provare attraverso una versione praticamente finita, ma limitata ai soli primi tre capitoli (e chissà quanti saranno una volta completo).

A Plague Tale: Innocence, il provato

Pietre e respiri

Avevate ragione, lo sapete vero? Questo gioco merita effettivamente tutta la nostra attenzione, che del resto ci è stata strappata insieme allo sguardo e al cuore per circa due intense ore. A Plague Tale ti colpisce duramente fin dalle sue primissime battute, e non ti molla più anche grazie a un gameplay non stupido ma piuttosto semplice, che t'aspetta e per questo non affatica. Così hai tempo per goderti la grafica d'impatto, il sonoro in arpa e percussioni, l'alta qualità della recitazione, l'illuminazione eccelsa, e tutto quello che rende il racconto, a cui gli Asobo Studio stanno dando gli ultimi ritocchi, tanto affascinante. Su un Pc corazzato dietro un processore i7 e una vetusta ma instancabile 970, siamo riusciti a giocare ad A Plague Tale: Innocence con qualità grafica ad Ultra, soffrendo di pochi e nemmeno tanto fastidiosi cali di frame rate, ben digeriti anche per merito di una direzione artistica che, ispirandosi ai dipinti di Claude Lorrain, riporta in vita un medioevo di rarissima qualità. Forse anche per come viene diffusa la luce, A Plague Tale ci ha ricordato tutte le qualità grafiche di The Witcher 2 andate perse in The Witcher 3 per colpa del passaggio alla struttura open world. Il gioco degli Asobo Studio riesce a sfiorare una simile qualità, nonostante un budget non certo straordinario, per merito di un level design estremamente lineare, e che ha permesso loro di concentrarsi su tutti quei dettagli che mai si sarebbero potuti permettere ampliando il respiro del loro progetto.

Le prodezze grafiche di A Plague Tale non si esauriscono nell'ambientazione che circonderà i due protagonisti, ma va spesso oltre inondando lo schermo di ributtanti ratti lucidi di orribili pestilenze, che s'arrampicano nei loro stessi miasmi per poi crollare a terra come enormi e sgangherati acini d'uva nera, pronti a spingersi sempre un po' più in là fino ad afferrarci per uno, cento, mille morsi fatali. Nel corso dei primi tre capitoli, li vedremo cadere dal soffitto come valanghe animali, eruttare dai buchi nel terreno come mostruosi gyster; l'effetto non sarà preciso al millimetro ma è più che abbastanza per trasmettere nel giocatore una forma di terrore che potremo definire primordiale. Anche i volti dei diversi personaggi, protagonisti e non, sono costruiti attorno a un sorprendente realismo, ma la qualità delle espressioni è piuttosto altalenante e appare spesso indietro rispetto ad altri prodotti più blasonati.

A Plague Tale Innocence 06 Logo

Rat race

La trama di A Plague Tale: Innocence ruota attorno a due fratelli, Amicia e Hugo, che dopo un apparente idillio iniziale si ritroveranno in fuga da tutto e tutti. Amicia è la sorella maggiore di Hugo, bambino molto particolare, colpito fin dal nascita da una misteriosa malattia che la madre ha cercato di curare instancabilmente per tutta la sua vita. Per questo motivo, il bambino è sempre stato tenuto isolato dal resto della famiglia, tanto da riconoscere a malapena la stessa Amicia quando, minacciati dall'inquisizione alle porte, sarà costretto a porgerle la piccola mano per iniziare a correre con lei il più lontano da possibile. Lontani da casa, i due scopriranno che c'è un'altra minaccia da cui tenersi alla larga: la peste che sta falcidiando interi villaggi, aizzando una caccia all'untore che riempie le strade di ingiustizie e teste mozzate. La peste di A Plague Tale poi non è del tutto normale, ma è avvolta da un alone sovrannaturale che la rende più visibile e molto più terrificante persino della storica pestilenza di cui è possibile leggere nei libri.

A Plague Tale Innocence 03 Logo

Il gameplay nasce e si sviluppa proprio attorno a questi elementi narrativi: la debolezza di Hugo farà da sfondo a sezioni stealth, i macilenti topi a fasi in cui sarà necessario usare fuoco e sorgenti di luce per non farsi sbranare in pochi secondi, mentre l'ambientazione scandirà il tempo quando A Plague Tale rallenterà fino a trasformarsi in un avvolgente camminata nella natura, o nelle spettrali stanze di una decadente abbazia in cima a una montagna. Le sezioni stealth provate sono tutte molto semplici: i due personaggi saranno quasi sempre mano nella mano ma, nei panni di Amicia (si pronuncia "Amisia"), potremo convincere Hugo ad aspettarci mentre faremo il lavoro sporco, ovvero confondere il nemico tirando sassi o rompendo vasi per aggirare l'ostacolo senza essere visti. Quando i ratti entreranno in scena, dovremo invece avanzare cercando e accendendo fuochi come abbiamo già fatto in mille altri giochi simili, risolvendo quindi anche gustosi puzzle ambientali. Nei tre capitoli a nostra disposizione abbiamo anche dovuto combattere, ma in questo caso i comandi da action verranno utilizzati per sfruttare tattiche d'intelligenza, più che per sfoggiare la classica violenza bruta. Il gioco propone anche un sistema di crafting con il quale migliorare l'equipaggiamento della ragazza e sempre votato alla semplicità ma che comunque lascia presagire un'avventura poi non così breve, perché devi avere tempo e spazio per poter sbloccare tutto o quasi, no? A Plague Tale: Innocence si presenta quindi come un'esperienza decisamente interessante, anche se il merito va più ai suoi personaggi e alle sue ambientazioni che al gameplay, pensato come un solido riassunto del tipico videogioco action. Quel che importa è che l'avventura sia bilanciata, che quelle sezioni stealth siano abbastanza profonde o brevi per non sfiancare il giocatore, e che Hugo sia anche una risorsa oltre che una preoccupazione. Siamo molto curiosi di capire poi che qualità grafica potranno permettersi le diverse console, visto che l'impatto visivo gioca un ruolo molto importante in A Plague Tale: Innocence.

Non ci aspettavamo di rimanere così soddisfatti da questa produzione, così spiazzati del pathos che riesce a creare, dalle sue musiche che magistralmente sanno lasciare spazio ai respiri profondi dei personaggi. Da A Plague Tale non bisogna aspettarsi un gameplay che cambierà la storia dei videogiochi, ma forse qualcosa che per molti potrebbe essere persino più importante: un ventaglio di emozioni viscerali e diverse dal solito.

CERTEZZE

  • Ottima grafica
  • Buon feeling dei comandi
  • Personaggi super

DUBBI

  • Meccaniche di gioco che potrebbero stancare
  • Sistema di crafting all'apparenza poco incisivo