A Plague Tale: Innocence si è rivelato un piccolo e sorprendente gioiello, un gioco ben confezionato per temi, atmosfera e resta estetica, accompagnato da una gameplay interessante nonostante alcune piccole sbavature e scelte di game design molto in linea con la caratterizzazione dei personaggi - basti pensare a Hugo che, se lasciato solo troppo a lungo, inizia a lamentarsi attirando l'attenzione di eventuali nemici nei paraggi.
Il rapporto tra lui e la sorella Amicia è stato il fulcro di una narrazione complessivamente ottima, notevole nel modo in cui ci ha descritto una Francia devastata dalla peste, andando a perdersi un po' nel finale (la boss fight era una buona idea, ma la realizzazione non era il massimo) e lasciandoci una finestra aperta sul futuro dei due fratelli; futuro che si è concretizzato durante lo showcase di Xbox e Bethesda all'E3 2021, dove è stato annunciato A Plague Tale Requiem.
Il gioco prosegue il viaggio verso l'ignoto di Amicia e Hugo, in cerca di un luogo da poter chiamare di nuovo casa: ad aspettarli ci sarà invece la stessa brutalità dalla quale sono già fuggiti una volta, in un mondo ormai prossimo al collasso.
Scopriamo come si è evoluto il loro rapporto nell'anteprima di A Plague Tale Requiem.
Incubo senza fine
Non sappiamo ancora dove si svolgeranno le prossime vicende, quanto tempo sia passato e a cosa andranno incontro i due fratelli, così come non abbiamo idea delle minacce (al di là di quelle poste dalla guerra in sé) o degli alleati sui quali potranno fare affidamento. Il trailer presentato è stato soprattutto evocativo, per immagini e colonna sonora, alternando quello che sembra un potenziale disastro su larga scala generato proprio da Hugo, a scene più rapide nelle quali cogliamo anche Amicia di fronte a un mosaico - il cui scorcio suggerisce sia correlato alla Macula. Il tutto si chiude poi con uno stacco proprio su Hugo che sussulta, quasi come se tutto quello cui abbiamo assistito fosse solo una premonizione o un sogno a occhi aperti. Sullo sfondo notiamo un'ambientazione dai forti richiami mediterranei che potrebbe essere un indizio sulla strada compiuta dai due fratelli.
Per ora possiamo solo speculare, affidandoci alle parole di Amicia che spiega come l'orrore che stanno vivendo (nella forma dell'invasione di ratti) derivi da "ciò che gli abbiamo fatto", riferendosi a Hugo, aggiungendo che nonostante tutto è suo fratello e morirebbe per lui. È plausibile a questo punto credere che il bambino abbia perso il controllo per ragioni ancora ignote, o che la maledizione stessa sia tornata a prendere il sopravvento e non ci fosse nessuno ad aiutarlo. Le ipotesi sono infinite, l'unica apparente certezza è che Hugo potrebbe questa volta dimostrarsi una minaccia più concreta, al punto da trasformarsi egli stesso in un nemico - mettendo così alla prova quel profondo e bellissimo legame tra lui e Amicia raccontato nel primo capitolo.
Le nostre aspettative
L'originale A Plague Tale, l'abbiamo scritto, si è rivelato essere un ottimo gioco a dispetto di alcune sbavature nel gameplay: lo stealth era "limitato" dalla presenza di Hugo, un elemento che ha impedito di spingersi troppo in là con alcuni potenziali approcci, e l'intelligenza artificiale nemica non era sempre al massimo - quella del fratellino invece era perfetta. La varietà dei potenziamenti era nel complesso ben bilanciata, sebbene alcuni risultassero inutili, e abbiamo apprezzato il fatto non di poter potenziare tutto in una singola partita. Abbiamo molto apprezzato la logica dietro il gioco, riconoscendone la voluta limitatezza e per questo motivo in A Plague Tale Requiem non vorremmo un more of the same.
Se davvero Amicia è cresciuta come sembra, diventando ancora più decisa e, per certi versi, spietata di quanto già non fosse verso le fasi finali del gioco (dove l'innocenza lasciava spazio alla necessità di sopravvivere e salvare Hugo), allora è plausibile aspettarsi da A Plague Tale Requiem un passo avanti nel suo approccio al pericolo: l'iconica fionda speriamo resti, è comunque un suo tratto distintivo, ma già dal trailer abbiamo potuto notare una balestra. Inoltre sarebbe interessante se il concetto di stealth e uccisione silenziosa fosse esteso anche all'uso di armi come pugnali e/o coltelli di lancio, rimanendo comunque il nucleo principale dell'esperienza. Non ci aspettiamo, né vogliamo, che Amicia diventi una guerriera capace di tenere testa a soldati esperti, spezzerebbe quella credibilità che pur in un contesto dark fantasy il gioco precedente aveva saputo offrire. Insomma, ci piacerebbe che A Plague Tale Requiem si mantenesse fedelle al suo retaggio.
Siamo poi curiosi di capire se i ratti verranno a loro volta migliorati, sia quando rappresentano una minaccia sia quando possiamo controllarli. Non avendo idea della trama del secondo capitolo, né del ruolo di Hugo in tutto questo, ci riesce difficile immaginare cosa possano diventare questi animali. Loro presenza, però, era uno dei punti cardine dell'esperienza e vorremmo fosse rafforzata ancora di più, senza sfociare nell'eccesso della boss fight finale. Il bello di questa minaccia era proprio il manifestarsi in maniera subdola per poi crescere di pericolosità: sarà interessante capire se e come Asobo vorrà gestirla in questo caso evitando di snaturarla.
Nulla da dire invece per quanto riguarda le ambientazioni e l'atmosfera. Erano in grado di amalgamarsi perfettamente con il tono della storia e se gli sviluppatori dovessero mantenersi anche solo sulla stessa lunghezza d'onda, andrebbe più che bene. Lo stesso discorso si applica alla colonna sonora, altro pilastro portante dell'esperienza. Si tratta di un elemento che ha reso alcune situazioni ancora più immersive di quanto già non fossero. Ci aspettiamo, quindi, un ulteriore passo avanti ma non resteremmo affatto delusi se si dovesse replicare, in termini di efficacia, il lavoro svolto con A Plague Tale: Innocence.
A Plague Tale Requiem non è un sequel inaspettato di per sé, perché la conclusione del primo capitolo lasciava spazio per un proseguo, ma ci ha sorpreso vederlo durante la conferenza Xbox e Bethesda - pronto per essere lanciato sul Game Pass nonostante la finestra di lancio sia ancora un generico 2022. Le premesse di un potenziale conflitto tra Hugo e Amicia sono interessanti, così come la possibilità di vedere entrambi più maturi rispetto al gioco originale (basta vedere la differenza tra la key art del primo e del secondo): se Asobo riuscisse a limare alcune delle vecchie imperfezioni e ad ampliare il precedente gameplay senza snaturarlo, dunque senza lasciarsi tentare da una deriva più action, c'è ampio margine per trovarsi davanti a un seguito di tutto rispetto.
CERTEZZE
- Amicia e Hugo hanno ancora molto da raccontare
- La presenza di una balestra suggerisce novità nel gameplay
DUBBI
- Aspettiamo di saperne di più per tirare somme concrete