C'era una volta un piccolo team tedesco che voleva creare un RPG. Vale la pena iniziare questa anteprima raccontandola come fosse una favola, dal momento che la storia di Radical Fish Games, a volte, ne assume i contorni fantastici. Il progetto che volevano realizzare si intitolava CrossCode. L'anno era il 2015 e Radical Fish aveva aperto una campagna su Indiegogo cercando finanziamenti per portare a termine il suo primo videogioco. Fa riflettere il fatto che, sempre in quegli anni, un altro autore tedesco, chiamato Matthias Linda, avesse iniziato a lavorare sul suo RPG intitolato Chained Echoes. Sia quest'ultimo che CrossCode nascevano dalla voglia di omaggiare alcuni titoli giapponesi che avevano segnato l'infanzia dei rispettivi autori. Uno su tutti: Chrono Trigger.
In entrambi i casi, lo sviluppo fu lungo e difficile. Più volte sul punto di essere abbandonato. Linda sacrificò sette anni della sua vita per portare a termine Chained Echoes praticamente da solo, e Radical Fish riuscì a raccogliere circa 90.000 dollari per completare il gioco. I soldi, però, erano solo una parte della soluzione, e quindi CrossCode entrò in una lunga fase di accesso anticipato. In molti pensavano addirittura che non avrebbe mai visto la luce in versione definitiva. Le due storie, invece, hanno lo stesso lieto fine: i videogiochi sono usciti, sono stati grandi successi e anche un modo per lanciare l'idea del gioco di ruolo giapponese visto attraverso l'ottica europea. Hanno dimostrato che fosse possibile rileggere in un'altra chiave i classici nipponici. Si può dire che siano stati gli apripista di quello che quest'anno ha fatto Clair Obscur: Expedition 33.
Dopo CrossCode, in molti si sono chiesti cosa fosse il misterioso Project Terra, a cui Radical Fish aveva iniziato a lavorare subito dopo i DLC del loro primo gioco. Infine, il titolo è stato svelato: Alabaster Dawn, ancora un gioco di ruolo che, per certi versi, non si discosta molto da quella formula vincente del predecessore. Un videogioco d'avventura, hack 'n' slash, con puzzle ambientali. Praticamente una lettera d'amore a Secret of Mana. Noi lo abbiamo provato in occasione dello Steam Next Fest, con una demo di circa due ore.
Tra demoni e capibara
Lontano dalla metanarrativa di CrossCode - che ci metteva nei panni di Lea, giocatrice di un MMORPG - Alabaster Dawn si adagia su canoni fantasy più classici, raccontandoci di un mondo in cui gli esseri umani si sono rifugiati sottoterra dopo l'attacco di una malvagia entità chiamata Nyx. Uomini e donne sono corsi ai rifugi sotterranei, dove sono sprofondati in un lungo sonno, fino a quando gli antichi dei non li hanno risvegliati per combattere la minaccia di Nyx, dando loro armi e poteri in grado di superare le forze del male. Il gioco inizia proprio al comando di uno degli eroi prescelti: armati di tutto punto e con la benedizione dei divini, il percorso di questi guerrieri è talmente semplice da fungere da tutorial. Mentre passiamo attraverso le linee nemiche, Alabaster Dawn ci spiega le basi del combattimento e ci mostra tutta la bellezza dello stile grafico del gioco: una sorta di 2.5D che mescola elementi in due e in tre dimensioni.
C'è subito un piccolo colpo di scena: improvvisamente, gli dei abbandonano gli eroi umani. Le armi e le armature svaniscono, e ai guerrieri non resta che soccombere contro le armate di Nyx. Una catastrofe nella catastrofe: l'umanità è sconfitta. Spacciata, addirittura. Juno, la protagonista della storia, si sveglia anni dopo. Sarà lei a dover raccogliere l'eredità degli umani e a salvare il mondo, facendosi largo tra le armate di mostri. Quello in cui si desta, infatti, è un ambiente completamente diverso da quello che ricordava: la natura un tempo verde e rigogliosa ha lasciato spazio a un arido deserto, abitato solo da demoni. Armata di una spada consegnatale da Cabbage, l'ultima delle antiche divinità, che ora appare sotto forma di un carinissimo capibara, Juno parte per l'avventura, per salvare il suo villaggio e i propri genitori.
Un assaggio dei dungeon
Il resto della demo fa un salto in avanti e presenta due momenti successivi: un piccolo festival cittadino, a cui segue una battaglia con un boss, il Nyx Avatar, il vero test finale per la lunga fase di tutorial, e un assaggio di dungeon chiamato The Hall of Trials. Il boss è interessante perché va affrontato sfruttando al massimo il sistema di schivate e parate perfette, mentre il dungeon ci dà un'idea di come saranno le fasi avanzate dell'esperienza. I combattimenti sono decisamente più strutturati e complessi, i nemici danno del filo da torcere e anche i puzzle sono basati su meccaniche più articolate, da risolvere con il chakram. Con la seconda arma a distanza, Alabaster Dawn mette in campo delle idee niente male, che sfruttano alcune caratteristiche del chakram, come la possibilità di aggrapparsi a certe colonne per proseguire autonomamente il percorso, e di trasportare energia elettrica per ridare vita a vecchi meccanismi.
Dopo quasi due ore di provato, Alabaster Dawn ci è sembrato il degno successore di quella perla che era CrossCode. Ancora non è tutto perfetto: l'interfaccia è migliorabile, alcuni ritratti nei dialoghi sembrano perfino in bassa risoluzione, e forse serve un bilanciamento più attento della difficoltà, specialmente nella sezione del dungeon. Eppure, è bello immergersi in quest'ulteriore rilettura di un classico giapponese da parte di un team tedesco che ha già dimostrato di avere la sensibilità giusta.
Alabaster Dawn è un GDR che raccoglie l'eredità di quella gemma che è stata CrossCode, con il coraggio e l'ambizione di migliorare sotto tutti i punti di vista il predecessore. Combattere è un piacere, così come esplorare e risolvere gli enigmi basati sul lancio di proiettili e sul posizionamento del personaggio. Da vedere, il gioco è ancora più bello di CrossCode, con questo 2,5D animato in maniera perfetta. È ancora un po' grezzo, com'è comprensibile, dal momento che mancano ancora alcuni mesi all'uscita, ma non vediamo l'ora di metterci le mani sopra.
CERTEZZE
- Questa fusione tra 2D e 3D ci piace moltissimo
- Comandi super reattivi: combattere e muoversi è un piacere
- Puzzle ambientali sempre gradevoli
DUBBI
- C'è ancora un po' di lavoro da fare sull'interfaccia
- L'incipit di CrossCode ci sembrava più originale