Una guerra di nervi
La guerra combattuta nel gioco non è fatta solo di proiettili ed esplosivi, ma assume una connotazione personale, quando il capitano Frank Hayden, della Delta Force, è chiamato a fronteggiare la minaccia terroristica di un attentato nucleare. Il Red Mercury, infatti, è una sostanza capace di accelerare i processi di fissione alla base della creazione di un ordigno nucleare ed è finito proprio nelle mani di un'organizzazione terroristica. La missione del capitano Hayden è chiara: la caccia al Red Mercury è aperta.
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[/C] La storia parte dalle ultime battute dell'inseguimento, quando il nostro protagonista raggiunge il nascondiglio del suo misterioso avversario, in Kazakistan, e sta per mettere le mani sul potente esplosivo...
Quello che avviene dopo, dà il via ad un lungo flashback, che ci porterà a rivivere la storia dal suo inizio, nelle lontane foreste del Congo.
Il taglio indubbiamente cinematografico degli intermezzi che abbiamo potuto vedere, promette uno sviluppo della trama assai attento al conflitto duale fra Hayden ed il suo diretto nemico, il terrorista che si è impossessato del Red Mercury. Il doppiaggio in italiano, inoltre, sembrerebbe di buona fattura, contrariamente al solito trend che penalizza i giochi localizzati nella nostra lingua.
La guerra fra il capitano Hayden ed i suoi nemici promette di imprigionarci nel vortice delle sue spire, svelandoci tutti i retroscena, fino al rutilante ed immancabile finale, ma questo potremo dirlo solo avendo tra le mani la versione definitiva.
Gameplay.
L'aspetto senz'altro più importante, però, è il gameplay, che mette in secondo piano qualunque guerra personale e qualunque filmato d'intermezzo ci possa essere.
Ebbene, nella nostra ricerca del Red Mercury, ci troveremo a viaggiare attraverso mezzo mondo e, nello specifico, in quei posti che sono notoriamente teatro delle battaglie più sanguinose e cruente, quindi visiteremo il Kazakistan e la Cecenia, ma raggiungeremo persino la metropolitana di Parigi.
I combattimenti non offrono nulla di nuovo, ci sono i soldati, i terroristi, si spara e si trova riparo. La presenza di una squadra che accompagnerà la nostra missione non deve ingannarci, però, poichè non potremo impartire loro alcun ordine, ma ognuno sarà comandato dalla sua routine di intelligenza artificiale. Dovremo, allora, abituarci a considerare i nostri commilitoni come dei guardaspalle, pronti a darci man forte quando c'è da far volare grosse quantità di piombo.
L'atmosfera sembra ricreata piuttosto bene, nonostante la grafica datata. Ricordare che Shadow Ops: Red Mercury sfrutta l'Unreal Engine modificato serve a poco, dato che oramai, fra i Far Cry e Doom vari, gli standard grafici hanno subito un'impennata perfino troppo ripida per questo software, che dal confronto esce sconfitto. Ma la grafica non è tutto, vero? In fin dei conti il design dei livelli sembra ben strutturato e capace di offrire molte possibilità di azione e vie di fuga. I rifugi non mancano, le casse sembrano ammucchiate sotto i balconi apposta per essere scalate, le mappe offrono una buona percorribilità e sembrerebbe che il combattimento sia ben distribuito su tutte le direzioni, non solo in piano.
Cosa manca, allora? Beh, manca solo di provare la versione definitiva.
Introduzione
Generalmente i titoli multipiattaforma non vengono mai ben visti dai giocatori, godendo spesso di una fama piuttosto negativa, specie per passati adattamenti non molto felici. Quello che si lamenta da più parti è la scarsa profondità e specializzazione di un prodotto destinato a troppi mercati diversi fra loro. Detto questo arriva sui nostri PC questo Shadow Ops: Red Mercury, direttamente da Xbox.
Fatte le dovute premesse, cerchiamo di capire meglio cosa dobbiamo aspettarci dal titolo Atari che uscirà nella seconda metà di ottobre.