Black Mesa di Crowbar Collective è il miglior remake del primo Half-Life sulla piazza, almeno tra quelli che rischiano di essere effettivamente conclusi. Lo abbiamo già provato in passato, ma vale la pena di tornarci sopra visto il recente rilascio dei livelli finali, quelli Xen, che hanno di fatto chiuso il gioco, permettendo a tutti di fruirlo dall'inizio alla fine senza interruzioni. Prima di esaminarli, è giusto però spendere qualche parola per far capire a chi non lo conosce di cosa stiamo parlando.
Storia, gameplay, informazioni generali
Black Mesa nasce come mod di Half-life 2 (in realtà come due mod che si sono fuse in una sola). L'obiettivo del team di sviluppo è sempre stato chiaro: rifare il primo Half-Life con il motore grafico del seguito, migliorando il migliorabile. Annunciato nel 2005, la prima versione della mod resa pubblica risale al 14 settembre 2012. All'epoca Black Mesa Source, così si chiamava, non aveva alcuna ambizione commerciale, ma il successo fu tale che il progetto proseguì e, anche grazie al benestare di Valve, il 5 maggio 2015 fu ripubblicato in una versione a pagamento, ampliata e migliorata in ogni suo aspetto. Il gioco era praticamente completo già allora, livelli Xen e rifiniture a parte, ma è stato comunque aggiornato più e più volte, fino al recente rilascio della versione più attesa di sempre, quella che include la conclusione della prima avventura di Gordon Freeman.
I lunghi tempi di sviluppo hanno fruttato molte critiche a Crowbar Collective, nonché alcuni articoli di fuoco della stampa specializzata. Alcuni sono arrivati addirittura a considerarlo un vaporware, tanto per dire che atmosfera gli era nata intorno. Invece eccolo qua, sostanzialmente finito.
Essendo un remake di Half-Life, era abbastanza scontato che la storia della campagna principale di Black Mesa fosse identica a quella del titolo di Valve. Stiamo quindi parlando di uno sparatutto in prima persona in cui il giocatore veste i panni dello scienziato Gordon Freeman, che al suo primo giorno di lavoro per la Black Mesa Research Facility, una struttura di ricerca sotterranea di ingenti dimensioni, si trova invischiato in un incidente apocalittico che apre le porte del nostro pianeta agli Xen, una razza aliena non proprio pacifica. All'inizio il suo obiettivo è quello di raggiungere la superficie per andare in cerca di aiuto, ma presto capisce che i nemici da affrontare non sono soltanto gli Xen, ma anche quelli che non vogliono che si sappia in giro quanto è accaduto.
Il tutto si traduce in un gameplay fatto di piccoli puzzle da risolvere, sparatorie e tanta esplorazione, con nemici alieni e umani da eliminare per riuscire a sopravvivere. In questo Black Mesa è assolutamente fedele ad Half-Life, da cui si prende qualche libertà solo lì dove non va a cozzare con il retroterra dell'originale.
Se volete saperne di più del gioco nel suo complesso, vi rimandiamo a un nostro vecchio provato di Black Mesa ancora validissimo. Qui è meglio concentrarci sulla novità più rilevante dell'ultima versione.
I livelli Xen
Come accennato, i livelli Xen sono la vera bomba dell'ultimo aggiornamento maggiore di Black Mesa, quella che tutti stavano aspettando per poterlo portare a termine. I livelli Xen del primo Half-Life sono notoriamente considerati la parte più debole del gioco: brevi, dal design linearissimo, poco ispirato e ameno rispetto agli altri, rappresentavano una conclusione di scarso impatto per un'esperienza altrimenti colossale. Così Crowbar Collective ha deciso non solo di rifarli, ma di rivederli completamente, tentando di migliorarli in ogni possibile modo. Il risultato finale è per certi versi sorprendente, dato che parliamo di due ore di gameplay in più che non fanno rimpiangere per nulla il lavoro originale di Valve.
Scendendo più nei dettagli, ora i livelli Xen sono più grandi, le sparatorie non sembrano uscire da una modalità orda mal fatta e il mondo alieno è molto più dettagliato, risultando complessivamente più bello da vedere e più vivo.
Siamo sempre in un luogo fantastico fatto di colori sgargianti che descrivono la volta celeste e le strutture del pianeta, ma fortunatamente si è completamente persa quella sensazione di 'fatto in fretta e furia e messo lì tanto per concludere il gioco' che trasmettevano gli originali.
Per inciso, vale la pena di provare Black Mesa anche solo per sperimentare questa nuova sezione, che i giocatori storici possono vedere come una vera e propria espansione. Anche lo scontro con il boss finale è stato leggermente rivisto, dandogli più spazio e cambiando leggermente le strategie da applicare per abbatterlo. L'unica parte debole è quella degli interni, che non sono un granché né a livello di costruzione, né a livello di puzzle, questi ultimi davvero semplicissimi e telefonati. Comunque sia si tratta di un ottimo lavoro realizzato da quelli che non solo sono dei fan devoti di Half-Life, ma a quanto pare anche degli ottimi map designer. Comunque sia ne riparleremo in fase di recensione, quando dovremo dare un giudizio definitivo sul gioco.
Black Mesa è il miglior remake di Half-Life sul mercato e anche il modo migliore per giocare al primo Half-Life, per chi non è un purista, ovviamente. Abbiamo deciso di dedicargli un provato invece di una recensione per il semplice fatto che mancano ancora alcune caratteristiche, pur secondarie, mentre altre devono essere riviste, come l'intelligenza artificiale di alcune creature. Comunque sia ve lo consigliamo senza riserve già da adesso, dato che acquistandolo potete completarlo senza problemi. Crowbar Collective ha fatto un grande lavoro con i livelli Xen, che ora chiudono in modo più che dignitoso l'intera esperienza. Lo abbiamo aspettato tanto, ma ne è valsa davvero la pena.
CERTEZZE
- Livelli Xen realizzati in modo quasi impeccabile
- Il modo migliore per giocare ad Half-Life oggi
DUBBI
- Mancano ancora alcune rifiniture, che si spera arrivino con i prossimi aggiornamenti