Forse sembrerà un'affermazione priva della benché minima empatia - specialmente se si considera l'entità della tragedia - ma, vuoi per l'impatto della recente miniserie, vuoi per il susseguirsi di disastri ecologici che ha portato gli orrori di quel luogo a ricomparire nella coscienza comune, Chernobyl è tornata di moda. Ed è forse proprio per questo motivo che, quando è stato il momento di testare il Chernobylite di Farm 51 a Colonia, ci siamo quasi autoconvinti che ad aspettarci avremmo trovato un titolo molto vicino ai reali avvenimenti storici, magari capace di riadattarli in modo interessante a una struttura ludica di qualche tipo. Peccato che il team polacco non sia facilmente prevedibile, e che la loro ultima creatura risulti ben lontana dalla fedeltà storica... o da qualunque vicinanza al reale. Chernobylite è infatti una bestia molto strana, tanto da esser nato inizialmente come seguito di Get Even (un progetto molto interessante dal punto di vista narrativo, ma non privo di debolezze e andato commercialmente piuttosto male) per trasformarsi poi in qualcosa di completamente diverso. Noi lo abbiamo potuto giocare per un'oretta circa ed è riuscito davvero a sorprenderci, poiché potrebbe riuscire laddove il suo "predecessore" aveva tristemente fallito.
Non sei invecchiata di un giorno
La premessa di Chernobylite può trarre facilmente in inganno, perché vi mette nei panni di uno scienziato russo durante una missione di infiltrazione nella nota centrale nucleare del disastro, per motivazioni inizialmente ignote. Si nota subito che qualcosa è fuori posto, ma risulta difficile farci troppo caso nei primi minuti, per via di scene fin troppo simili ad altre esperienze in prima persona. Quando ci si addentra nella struttura, però, la narrativa prende una piega inaspettata: gli orrori del passato lasciano il posto alla fantascienza, e improvvisamente Chernobylite diventa una storia imprevedibile e ricca di mistero, dove, tra portali dimensionali e minacce insondabili, un uomo cerca disperatamente la sua compagna scomparsa 20 anni prima, ma per qualche strano motivo in grado di comunicare ancora telepaticamente con lui. Qui si notano subito i collegamenti con Get Even: quel titolo era particolarmente notevole nel sound design e nella capacità di catturare il giocatore con una storyline ricca di colpi di scena e trovate brillanti. Chernobylite però sembra fare il passo successivo, poiché abbracciando immediatamente il paranormale da via a una sequela di eventi potenzialmente devastante, e spinge il giocatore a fare un investimento emozionale immediato nella campagna.
L'altra mossa furba del gioco sta nell'aver abbandonato almeno in parte le velleità action del suo predecessore, dove le fasi di shooting erano le meno memorabili (nonostante alcune meccaniche curiose). Anche in questa avventura infatti ci sono combattimenti e armi da fuoco, ma il fulcro è quello di un survival game, dove per svelare i misteri del protagonista e della, appunto, "Chernobylite" (un misterioso minerale derivante dal disastro di Chernobyl, che permette a quanto pare di creare portali dimensionali) dovrete recuperare risorse e materiali, e completare missioni accompagnati da una serie di comprimari assoldati durante la campagna. Una formula piuttosto interessante, che pur prendendo elementi da altri titoli (il crafting del rifugio e il recupero materiali ricordano fortemente da vicino il sistema di Fallout 4), viene rinforzata da scelte che influenzano pesantemente gli eventi, e possono portare alla morte dei vostri compagni, o alla vostra.
Piombo o piombino
Per fare un esempio più preciso: fin dal subito avrete la possibilità di compiere azioni fondamentali per l'avanzamento, e una volta completato il suggestivo prologo, vi verrà data anche la chance di convincere vari personaggi ad arruolarsi nella vostra fazione. Questi dovranno in particolare compiere per voi le missioni che deciderete di non affrontare di persona, con percentuali di completamento variabili in base al compagno scelto e al suo status. Affrontandole direttamente, invece, avrete a che fare con una serie di scelte sul campo, capaci di influenzare in toto il vostro approccio all'azione: meglio scambiare i vostri proiettili per delle razioni e affrontare il compito sgattaiolando in giro non visti, o eliminare i vostri ignoti nemici a muso duro ma rischiare di morire di fame nei giorni successivi? Bivi del genere influenzeranno pesantemente il gameplay, aumentando sempre di più la tensione.
Inoltre, se tutto questo non dovesse bastarvi, gli sviluppatori presenti hanno precisato che in Chernobylite l'elemento survival si farà sempre più brutale di giorno in giorno (anche in virtù dell'aumento di fenomeni inspiegabili e nemici non propriamente "normali"), e le indagini del protagonista potrebbero quindi venir interrotte sempre più spesso dalla necessità di costruire un rifugio decente, o di ottenere vivande per i propri compagni. Si tratta ovviamente di elementi impossibili da valutare durante la nostra breve prova, ma maledettamente affascinanti sul lungo andare, e capaci di donare al gioco dei Farm 51 un'atmosfera generale che a tratti ricorda quella opprimente e inquietantissima di Stalker, nonostante si tratti di un prodotto totalmente diverso. I dubbi risiedono, insomma, solo in quanto preponderanti saranno i combattimenti (crediamo poco, ma non possiamo ancora metterci la mano sul fuoco) e quanto la complessità delle meccaniche survival intaccheranno la validità della narrativa. Non ci resta che attendere.
Nato da Get Even, e maturato fino a divenire un progetto completamente diverso (e sensibilmente più affascinante), Chernobylite potrebbe essere tutto ciò che il suo predecessore non è riuscito a rappresentare per i Farm 51. L'ambientazione è dannatamente ispirata, e le meccaniche del gioco ci incuriosiscono; resta solo da vedere quanto il gioco si rivelerà solido una volta completato.
CERTEZZE
- Ambientazioni ricca di mistero e narrativa interessante
- Gran sound design
- Ha atmosfera da vendere e una inaspettata complessità nelle meccaniche
DUBBI
- Le fasi d'azione e la loro validità restano un dubbio importante
- La narrativa reggerà?