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City 20 è un sandbox distopico in cui si può giocare come si vuole

Abbiamo avuto modo di provare in anteprima City 20, un sandbox distopico in cui al giocatore è concesso di fare un po' come vuole.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   23/09/2024
Alcuni degli abitanti di City 20
City 20
City 20
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Sono passati dieci anni da quando un incidente nucleare ha portato alla chiusura di City 20, una città segreta che non esiste sulle carte geografiche, ispirata alle città segrete della Russia sovietica. Del resto immaginiamo che il titolo stesso sia mutuato dal film City 40 di Samira Goetschel, che raccontò proprio di queste prigioni urbane concentrandosi su Ozyorks, la Città 40 del titolo. Il film raccontava non solo delle condizioni di vita dei segregati, ma anche di come la propaganda li avesse convinti di essere degli eroi martiri che si stavano sacrificando per un bene superiore.

Anche a City 20 il governo pare non voglia fare niente per i suoi abitanti, che sono letteralmente lasciati a sé stessi, come se vivessero in una società alternativa alla deriva, dalla quale non c'è alcun modo di fuggire. L'imperativo è adattarsi e cogliere ogni possibile occasione per comprendere meglio cosa è successo. I genovesi Untold Games, già autori di Loading Human, hanno deciso di provare la strada del survival sandbox, scegliendo uno scenario decisamente duro per cercare di coinvolgere il giocatore, che si ritrova catapultato praticamente senza una guida in un mondo che gli è ostile. Il personaggio principale non ha una vera e propria storia: all'inizio viene aiutato da un tipo decisamente losco, che gli fa subito capire che la vita a City 20 non è per niente facile. Comunque sia, finito il preambolo e chiarito che ciò che interessa al nostro ospite è che gli si riempia il frigorifero di cibo, è ora di visitare questo luogo ameno.

La fame e la sete

Iniziamo a girare per le campagne intorno alla città. Non sono terribili come ce le aspettavamo. Anzi, ci sono conigli e altri animali che vagano per l'area e, nonostante l'atmosfera sia quella di un luogo abbandonato, tra baracche vuote, trattori in disuso, recinti rotti e anche un piccolo cimitero, ci sono molte cose da fare... a patto di avere gli strumenti giusti per farle.

Le risorse possono essere ottenute in diversi modi
Le risorse possono essere ottenute in diversi modi

Presto capiremo che in più di un senso City 20 è questo, ossia un gioco in cui al giocatore vengono offerte enormi potenzialità d'interazione, a patto che scopra come sfruttarle, per crearsi uno suo schema utile per sopravvivere. L'invito è quello a sperimentare, perché non si riceve davvero alcun aiuto. Durante il primo tour dell'area raccogliamo un po' di cicoria, ottima per riempire lo stomaco (ma come la cuciniamo?), raccogliamo un po' di scarti metallici, della legna, troviamo una cisterna da cui beviamo qualche sorso d'acqua per dissetarci (la fame e la sete, come la stanchezza, vanno sempre tenute d'occhio), quindi arriviamo di fronte a uno degli accessi alla città vera e propria, dove facciamo l'errore di entrare senza chiedere l'autorizzazione.

Veniamo immediatamente braccati e malmenati. Notiamo che a quel punto l'atteggiamento di alcuni cittadini nei nostri confronti cambia, passando da neutro a negativo. Abbiamo fatto un errore? Non necessariamente, considerando che il sistema di gioco evita sempre di chiudersi troppo, lasciando un certo margine di manovra anche nei momenti più disperati. Ciò non significa che City 20 sia facile. Anzi, tutt'altro.

Azioni e conseguenze

Uno degli elementi che più ci ha colpiti è come tutti i sistemi inseriti nel gioco siano in qualche modo organici, tanto da formare un vero e proprio ecosistema con elementi interdipendenti. Per inciso, animali e personaggi non giocanti hanno bisogno di cibo e acqua e concorrono con il giocatore per il loro possesso e sfruttamento. Per questo motivo qualsiasi cosa si faccia ha un riverbero sul mondo circostante.

Un interno di City 20 pieno di possibilità di interazione
Un interno di City 20 pieno di possibilità di interazione

Ad esempio possiamo tagliare degli alberi da frutta, ma se facciamo diventare la campagna un deserto, come si nutriranno i cittadini? C'è un generatore che fornisce energia elettrica a una parte della città? Se lo rompiamo gli elettrodomestici smetteranno di funzionare, rendendo più difficile la conservazione del cibo. Vogliamo essere assaliti da dei lupi famelici? Basta uccidere gli altri animali, togliendogli prede. Quindi tutto quello che facciamo produce effetti sulla città, tanto che a un certo punto ci siamo trovati a porci domande anche su cosa potevano comportare le azioni più minute, quelle che solitamente nei giochi di ruolo si compiono a cuor leggero. In questo senso City 20 è un titolo molto reattivo. Siamo entrati in una casa e abbiamo iniziato a cercare tra i possedimenti del proprietario per scoprire che, a differenza di quello che avviene nella maggior parte dei videogiochi, qui i proprietari non sono contenti di essere derubati. Abbiamo rotto il tavolo di un personaggio non giocante e lo abbiamo visto cambiare la sua routine quotidiana per ripararlo e così via.

City 20 è pieno di luoghi da scoprire e visitare, che possono offrire delle grosse sorprese
City 20 è pieno di luoghi da scoprire e visitare, che possono offrire delle grosse sorprese

Insomma, la narrativa emergente è davvero centrale per l'esperienza, che diventa tanto più coinvolgente quanto più ci si rende conto che di predeterminato c'è davvero poco. Abbiamo anche iniziato una seconda partita per verificare di ottenere reazioni diverse a diversi comportamenti e siamo stati soddisfatti. Naturalmente siamo entrati in contatto anche con le fazioni, che funzionano più o meno come il resto: lavorare per una significa inimicarsi le altre. Abbiamo quindi svolto diverse missioni, tutte legate allo scenario e agli obiettivi di chi ce le ha assegnate, ottenendo il rispetto di chi abbiamo aiutato e il disprezzo di chi ha subito le nostre azioni. Abbiamo combattuto (molto poco), anche se il combattimento non è particolarmente curato. Del resto nella maggior parte dei casi abbiamo agito per evitare risse, considerando anche che siamo persone normali che non possono permettersi di affrontare troppi avversari contemporaneamente, soprattutto se bene armati.

Alcuni simboli dell'ideologia dominante a City 20
Alcuni simboli dell'ideologia dominante a City 20

Finita la prova della versione in accesso anticipato, possiamo dirvi che il gameplay in sé ci è piaciuto non poco, tra narrazione emergente, valorizzazione delle scelte del giocatore e quant'altro. Meno esaltante è l'aspetto tecnico, con il tutto che ancora appare molto sporco, tra bug e problemi di framerate, con questi ultimi che ci hanno costretti ad abbassare il dettaglio, pur avendo un PC superiore ai requisiti consigliati. Poco male, considerando che l'accesso anticipato serve anche a questo, ossia a sistemare i problemi residui seguendo i feedback degli utenti. Per il resto City 20 rimane un'esperienza particolare, godibile già da adesso, che sicuramente vale la pena di vivere: non troverete molti altri giochi del genere sul mercato.

City 20 in qualche modo ci ha sorpresi, rivelandosi un gioco più profondo di quanto ci aspettassimo, sia dal punto di vista tematico, sia da quello del gameplay. Vedremo come Untold Games lo svilupperà nel corso dei mesi di accesso anticipato e cosa sarà aggiunto seguendo le indicazioni della comunità. Intanto ci è rimasta una grande voglia di giocare e di sperimentare le molte possibilità che vengono offerte, il che non ci sembra per niente un male.

CERTEZZE

  • Tante possibilità d'interazione
  • Scenario affascinante e profondo

DUBBI

  • Qualche problema tecnico