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Codename: Outbreak - Day Three

Ultimo appuntamento con il coverage di Venom: questa volta diamo un'occhiata più in profondità alle possibilità tattiche del titolo ed alle missioni che avremo modo di giocare.

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   05/08/2001
Codename Outbreak
Codename Outbreak
News Immagini
Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three

Fps Tattico.

L'approccio stealth non solo è consigliato generalmente in tutte le missioni del gioco (anche se nelle prime non è così fondamentale), ma in alcuni casi necessario, in quanto l'IA dei nemici è stata programmata in maniera da allertarsi al minimo rumore, sia esso uno sparo o un vetro in frantumi. Ed una volta scattato l'allarme generale (a proposito di questo vale la pena ricordare che la musica del gioco ha un'effetto quasi "Imuse" - quello inventato dalla Lucasarts, per intenderci - che innalza il volume della stessa ogni volta che cambia il ritmo dell'azione di gioco), la situazione diventa davvero difficile da gestire.
Per quanto riguarda le missioni, le due che mi hanno colpito di più sono state quella in cui è necessario disattivare il lancio di un missile, e quella in cui è necessario scortare un medico (dandogli degli ordini comuni) in un punto della mappa.

Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three

Previsioni del tempo

Che dire?
Bene, molto bene.
Se c'è un aspetto di Codename Outbreak che per il momento mi ha lasciato perplesso, questi è la gestione degli scontri nei grossi spazi aperti che caratterizzano alcuni livelli. Infatti l'IA nemica è capace di scovarci da lunghissime distanze, e ciò rende problematico capire persino da che parti si è attaccati: se questo da una parte aumenta il livelli di realismo, dall'altra crea un minimo di frustrazione, in quanto basta distrarsi di poco che ci si ritrova defunti in pochissimo tempo.
A controbilanciare questo, c'è il nostro compagno (che vi ricordo potremo controllare in ogni istante con la semplice pressionei di F4, o a cui potremo impartire ordini con i tasti da F5 a F8), molto reattivo ed abile nell'individuare la fonte dell'attacco, che ci permette di coprirci dandoci qualche secondo in più per trovare rifugio.
Un'altra cosa è la mancanza di alieni con i quali combattere (a parte dei ragnetti che si muovono alla Alien primo stadio), poichè tutto ciò che fanno è infettare gli esseri umani.
Tuttavia il conto degli aspetti positivi del titolo fanno passare in secondo piano queste caratteristiche: se in queste settimane che ci separano dall'uscita del gioco i programmatori saranno in grado di livellarle sicuramente ci troveremo di fronte ad uno dei migliori titoli dell'anno, partito con poche credenziali ma capace di imporsi sulla concorrenza. E consideriamo che non siamo stati in grado, per ovvi motivi, di provare la modalità multiplayer, che nella parte cooperative si presenta molto attraente.
Rimandiamo quindi il giudizio definitivo alla versione finale, che speriamo di vedere il più presto possibile: per il momento accontentiamoci, si fa per dire, di vedere qualche altra immagine inedita.

Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three
Codename: Outbreak - Day Three

Fps Tattico.

Dopo avere dato un'occhiata generale al titolo nei primi due appuntamenti di questo piccolo coverage, questa volta parliamo della tipologia delle missioni e della impostazione con la quale è necessario affrontarle.
In questi tre giorni ho parlato più volte di azione stealth, in quanto un approccio a viso aperto con il nemico porterebbe nel giro di pochi secondi alla morte dei due membri del nostro team. Per favorire questo stile di gioco è stata introdotta la possibilità di utilizzare il mirino per OGNI arma a nostra disposizione, in particolar modo per il fucile da cecchino, che grazie a questa caratteristica diventa forse il nostro compagno ideale di viaggio. Oltre a ciò, il nostro personaggio avrà anche una particolare abilità, cioè quella di mimetizzarsi con l'ambiente (tramite un effento translucente piuttosto particolare) per qualche secondo, fino a quando la tuta consumerà l'energia a disposizione: questo permette di avvicinarsi ad alcune zone per studiare meglio la situazione.