FTL: Faster Than Light di Subset Games ha ormai più di qualche anno sulle spalle, visto che è uscito nel remoto 2012 (non esageriamo). Si tratta di uno dei successi più rilevanti della scena indie di quel periodo, non solo perché vendette bene, ma anche aiutò a sdoganarne un nuovo modo di guardare alle produzioni minori tra il grande pubblico.
Giocandoci era chiara la forte influenza che Star Trek aveva avuto sugli sviluppatori, visto il focus messo sui pericoli di viaggiare nello spazio e sul senso della scoperta derivato dalla generazione casuale delle galassie e degli incontri. In un certo senso Star Trek Voyager: Across the Unknown, che guarda pesantemente in direzione FTL in termini di gameplay, può essere considerato la quadratura del cerchio, ossia un modo per rimettere al centro della serie Star Trek quello che gli è sempre appartenuto, quantomeno concettualmente, e che stranamente i numerosi giochi che ne sono stati tratti hanno (quasi) sempre schivato, concentrandosi su altri aspetti. Si torna a viaggiare attraverso l'ignoto, quindi, e stavolta per davvero.
Scelte
In termini pratici, Star Trek Voyager: Across the Unknown è un gioco di sopravvivenza e strategia, in cui il giocatore è chiamato a controllare la U.S.S. Voyager nei panni del Capitano Kathryn Janeway. Sviluppato da Gamexcite e pubblicato da Daedalic Entertainment, non appare essere una grossa produzione, ma potrebbe diventare un'esperienza di Star Trek più profonda di molte altre.
Il giocatore sarà chiamato a gestire le risorse di bordo e a fare scelte difficili, di pianeta in pianeta, per garantire la sopravvivenza dell'equipaggio e la riuscita della missione, che è poi quella di tornare a casa. Se il canovaccio narrativo è quello della serie TV andata in onda tra il 1995 e il 2001, che aveva tra i suoi punti di forza la capacità di sviluppare il suo racconto intorno a un tema semplice quanto coinvolgente, la resa in videogioco è orientata a dare al giocatore il controllo delle scelte del Capitano Janeway, garantendogli la possibilità di prendere decisioni differenti rispetto a quelle viste nella serie.
Ad esempio, si potrà adottare la tecnologia dei Borg per avere più chance di riuscita. Scelta che, immaginiamo, comporterà delle conseguenze importanti, viste le peculiarità culturali dei Borg e la loro organizzazione in una mente alveare. Anche i membri dell'equipaggio potranno seguire strade diverse rispetto a quanto hanno fatto nella serie, immaginiamo reagendo alle nostre decisioni.
Viene promesso che anche alcuni personaggi chiave potranno fare una brutta fine, in caso di eventi avversi, modellando ogni viaggio in modo unico, senza alcuna garanzia di arrivare alla fine. Combattere o parlamentare? Usare tecnologie considerate nefaste o rimanere saldi nei propri principi? Chi salvare nel caso non sia possibile farlo con tutti? Sono tutte domande che accompagneranno il gameplay e che, potenzialmente, lo renderanno più interessante. Chiaramente, la natura roguelike di Star Trek Voyager: Across the Unknown dovrebbe garantire situazioni sempre differenti.