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Dante's Inferno dieci anni dopo l'uscita

Celebriamo il decennale dell'uscita di Dante's Inferno, un titolo ricco di personalità e stile

SPECIALE di Luca Porro   —   10/02/2020

Sono passati dieci anni da quel 2010 in cui ci immergevamo nella selva oscura partorita da Visceral Games, un omaggio alla Divina Commedia che prende il nome di Dante's Inferno. Il 4 febbraio è stato il decennale dell'uscita di questo titolo, sorprendente sotto molti punti di vista, che ha una delle ambientazioni infernali meglio caratterizzate di tutti i tempi. Celebriamo dunque un'opera dura e cruda che nel rispetto di quello che fece il Sommo Poeta, ha provato a dare vita alla "follia" della rappresentazione eccessiva e sopra le righe di alcune scelte artistiche dell'Inferno di Dante.

Dante's Inferno dieci anni dopo l'uscita

Del doman non v'è certezza

Lasciate ogni speranza voi ch'entrate. L'apertura di Dante's Inferno era quanto di più crudo si potesse immaginare, un manifesto delle volontà di Visceral Games che riprende esattamente il motto trovato da Dante e Virgilio sulla porta dell'inferno e lo traspone in video, rimarcando che quello che state per affrontare non è un viaggio ad Honolulu, ma un'escursione tra la dannazione e la sofferenza. Dante che cuce sul suo petto una croce di seta rossa, tra le urla di dolore del male autoinflittosi come ricordo dei peccati compiuti e i flashback di un passato pieno zeppo di errori commessi in una vita di eccessi e crimini. Il Dante che impersoniamo non è il poeta innamorato che scrisse la Divina Commedia, ma un soldato della Terza Crociata, la cui unica devozione è data alla donna amata Beatrice e il cui unico scopo era eseguire la sibilante legge della spada. Il prologo, in cui otteniamo la falce e la croce, èancora oggi ricco di emozioni e pathos. La boss fight in cui sconfiggiamo la morte prendendoci come trofeo la falce, simbolo di chi ha sconfitto il Tristo Mietitore diventando esso stesso la più grande appendice della mietitura di anime, è l'esempio di come Visceral seppe rendere un connubio vincente il citazionismo oculato assieme a una visione del gameplay e della sua caratterizzazione che probabilmente è figlia di un'epoca passata che raramente si trova al giorno d'oggi.

Dante's Inferno dieci anni dopo l'uscita

Durante tutta l'avventura e i suoi nove cerchi, il gioco propone non solo una rivisitazione ludica di quelle che sono le caratteristiche dei vari gironi danteschi ma anche una riproposizione degli incontri più celebri di Dante e Virgilio, e dei loro dialoghi. Ad esempio, nel girone dei lussuriosi le anime dannate venivano travolte dal "vento della passione" che, sferzante, colpiva i dannati in un turbinio di vento a forte intensità, mentre nel gioco la torre fallica la cui cima dovrà essere raggiunta da Dante nel cerchio dei lussuriosi sarà circondata da una bufera che scaglia le anime contro rocce piuttosto che scaraventarle contro altre anime. Oltre al girone dei lussuriosi però, altri sono stati livelli di gran spessore sia artistico che tecnico: il quinto cerchio in cui Dante monta su Flegias per attraversare lo Stige. O il settimo cerchio in cui, dopo aver superato il Flegetonte, arriva alla Foresta dei Suicidi in cui incontrerà sua madre in quello che all'epoca fu un grande momento di pathos: la scoperta da parte di Dante che sua madre spossata dalle angherie del marito si tolse la vita, smascherando dunque una grande menzogna della sua infanzia, ovvero la morte della madre per colpa della febbre. Infine, come non citare ciò che accade nel nono cerchio, dedicato ai traditori e teatro dello scontro con Lucifero.

Dante's Inferno dieci anni dopo l'uscita

La parte finale dell'opera non solo propone un contorno avvincente, una boss fight soddisfacente e stratificata, ma diversi plot twist che portano a un finale suggestivo e ricco di simbologia. Lo stesso gameplay di Dante's Inferno trova in alcune meccaniche la piena contestualizzazione solo nel finale, eppure durante tutta l'avventura non si sente il peso di uno stile trito e ritrito che ha caratterizzato gli action/adventure dei primi anni 2000. Per chi poi ricerca il citazionismo più profondo o semplicemente è appassionato dell'opera magna di Dante, il titolo riserva numerosi spunti interessanti. Tra le 27 anime dannate a cui Dante potrà dare condanna o assoluzione vi sono diversi personaggi celebri che faranno sorridere i più appassionati: Paolo e Francesca, Cavalcante de' Cavalcanti, Filippo Argenti, Brunetto Latini o il Conte Ugolino per citarne alcuni.

Dieci anni fa i videogiocatori si sono lasciati coinvolgere da un titolo ricco di ispirazione, di stile e di brutalità sopra le righe, un titolo che celebra la Divina Commedia come poche altre opere hanno saputo fare: con rispetto del materiale originale senza lesinare la propria impronta autoriale. Dieci anni dopo quel "to be continued" rimasto senza proseguo, brucia ancora nei petti di chi ha sperato che sarebbe anch'egli uscito a riveder le stelle.